Gli ultras della Ryder Cup sono i migliori

Una compilation dei migliori momenti di tifo vissuti a Roma.

La Ryder Cup 2023 è finita, la vittoria è andata al Team Europe e l’Italia – che ha ospitato la manifestazione per la prima volta nella storia – ha fatto la sua conoscenza con dei veri e propri ultras. Quelli che seguono dal vivo la sfida eterna tra il Vecchio Continente e gli Usa, infatti, non sono dei semplici tifosi di golf: è risaputo, infatti, che la cornice di pubblico intorno alla Ryder produce un supporto praticamente calcistico, fatto di cori, urla, manifestazioni che non ti aspetteresti mai su un green, nell’ambito di uno sport fatto di silenzio, di concentrazione, di compostezza formale e sostanziale. I video arrivati dal Marco Simone Golf & Country Club, in provincia di Roma, hanno sorpreso tutti coloro che non conoscevano questo lato “festoso” – ma possiamo dire anche “casinista” – del torneo, e quindi anche del golf. E allora ecco una compilation dei momenti più significativi, in questo senso, vissuti nel weekend tra il 29 settembre e il primo ottobre 2023.

Cominciamo con l’immancabile riadattamento di “Freed From Desire” di Gala, canzone che ormai è diventata onnipresente in ogni curva calcistica che si rispetti – a questo link potete leggere la storia della sua trasformazione in hit da stadio – e che è stata coverizzata anche dai tifosi europei. In modo semplice ma efficace: «Europe’s on fire / Usa are terrified» che si ripete fino al ritornello, che ovviamente non ha bisogno di un testo apposito. Viene fuori un bel coro, non c’è che dire, anche se forse un po’ abusato:

I migliori cori da stadio sono quelli che riescono a essere creativi sfruttando l’onda di ciò che succede in camp, o comunque intorno al calcio. Può funzionare bene anche nel golf. Guardate qui il pubblico che intona «Hats off for your bank account» – sulle note di Go West dei Village People – verso Patrick Cantlay, giocatore americano molto criticato per via della sua decisione di non indossare il cappellino durante la Ryder Cup. La storia è piuttosto complessa: secondo questa ricostruzione del Guardian, Cantlay avrebbe deciso di gare una sorta di sciopero del cappellino per protestare contro il fatto che gli americani non vengano pagati – per The Athletic riceverebbero circa 200mila dollari da donare poi in beneficenza – per la loro partecipazione al torneo. Il golfista statunitense, stuzzicato dai giornalisti, ha negato questa versione, spiegando che la sua rinuncia a indossare il berretto è legata al fatto che, semplicemente, «non va bene». Gli altri giocatori non hanno apprezzato, e infatti si è quasi sfiorata la rissa tra lo stesso Cantlay, il nordirlandese McIlroy e il suo caddy, Joe LaCava. I tifosi ne hanno subito approfittato, nel senso che ogni volta hanno salutato Cantlay togliendosi il cappello e cantando cori come quello che vedete sotto.  Oltre al riadattamento di Go West, gli ultras – possiamo definirli così, ormai – arrivati a Roma hanno riadattato altre canzoni a mo’ di coro nei confronti di Cantlay, tra cui “Zombie” dei Cramberries e Price Tag di Jessie J. Per tutta risposta, il golfista americano ha detto che «non aveva mai ricevuto così tante ovazioni» su un green.

E se tutto questo non vi fosse bastato: qui trovate un montaggio sui cori sentiti alla Ryder fatto dall’account social del torneo; qui invece c’è un tifoso piuttosto anziano che invade il campo e poi si tuffa in uno dei laghetti del golf club – non è stato l’unico, come si vede da quest’altro video pubblicato su X. Ne volete ancora? Ma sì, dai: ecco dei cori coordinati tra i tre settori delle gradinate; ecco uno striscione, dedicato alla memoria di Severiano Ballestreros, che avrebbe fatto la sua figura anche allo Stadio Olimpico durante un derby tra Roma e Lazio; ed ecco i tifosi che, all’alba del primo giorno di gare, corrono dentro il club per accaparrarsi i posti migliori per seguire il primo tee. Niente male.