«Il centro di allenamento del Manchester United è come quello di una squadra di terza divisione»

E anche Old Trafford è uno stadio vecchio e obsoleto, infatti non è stato scelto per Euro 2028.

La lista delle cose che non funzionano al Manchester United è lunghissima: l’ombra lunga dell’epopea di Ferguson e l’influenza ancora fortissima dei suoi giocatori-simbolo, le scelte dei dirigenti, quelle dell’allenatore, le prestazioni di Onana in questo inizio di stagione. Potremmo andare avanti ancora a lungo, anche perché in fondo parliamo di uno dei più grandi club d’Europa che non solleva un trofeo dal 2017, e che non lotta seriamente per il titolo dall’ultima volta che è riuscito a vincerlo, vale a dire nel 2013. Per esempio si potrebbe parlare di quanto siano vecchi Old Trafford e il centro di allenamento dove lavorano Ten Hag e i suoi giocatori. Il tema dello stadio non nasce certo oggi, anzi esiste e peggiora da anni. Per dire: l’ultimo intervento di ristrutturazione sugli spalti è stato portato a termine nel 2006, al termine di un ciclo di lavori avviato nel 1992. Ora, però, è arrivato un nuovo assist per riprendere il discorso sull’obsolescenza dello stadio dello United: gli Europei 2028 sono stati assegnati al Regno Unito (e all’Irlanda) e Old Trafford è stato escluso dalla lista degli impianti coinvolti nel progetto.

Se analizziamo le scelte fatte dalla Football Association, troviamo dentro diverse beffe, per il Man Utd: a parte Wembley, infatti, tutti gli altri impianti selezionati per Euro 2028 hanno una capienza inferiore rispetto a quella di Old Trafford; e poi c’è lo smacco più grave: Etihad Stadium, la casa del City, è nella lista degli stadi scelti per ospitare le partite del torneo. L’unica piccola consolazione è che anche Anfield non è nell’elenco già inoltrato all’Uefa, ma ovviamente i problemi di Old Trafford restano lì, irrisolti: assenza di zone VVIP (quelle super-esclusive, come si capisce dalla doppia “V”), arretratezza delle aree destinate a stampa e media, strutture aziendali e di hospitality a dir poco datate.

Dicevamo del centro di allenamento, poi. Qualche giorno fa, Charlie Savage – figlio di Robbie, centrocampista gallese degli anni Novanta e Duemila – ha parlato di ciò che l’ha colpito di più dopo aver lasciato lo United ed essersi trasferito al Reading, club che in questo momento gioca in League One, la terza divisione della piramide britannica: «Avevo sentito dire che il centro di allenamento del Reading fosse bello, ma non avevo realizzato che fosse così bello. Onestamente direi che al momento è alla pari con il centro di Carrington, dove si allena il Manchester United». Non è la prima dichiarazione sull’obsolescenza delle strutture dei Red Devils: nel corso della famosa intervista rilasciata a Piers Morgan alla fine della seconda esperienza a Manchester, Cristiano Ronaldo si era detto «molto sorpreso» di come aveva trovato Carrington, visto che «non era cambiato nulla dal 2007. Non me l’aspettavo, cioè credevo di trovare nuove tecnologie, nuovi attrezzi in palestra, nuove piscine, nuove aree idromassaggio, e invece è rimasto tutto fermo com’era quando avevo 22 anni. Anche la cucina, gli chef, i magazzinieri: tutte persone adorabili, ma ferme a tanti anni fa. Come se il club fosse rimasto fermo, non fosse andato avanti». Un altro evidente segnale di declino, qualora ce ne fosse bisogno.