Se nemmeno all’Arabia piace questa Supercoppa

Il pubblico di Riyadh voleva che al torneo partecipassero Juventus e Milan, non Lazio e Fiorentina. A dirlo sono i numeri e la storia.
di Redazione Undici 19 Gennaio 2024 alle 12:45

Sono passate più di dodici ore e abbiamo ancora negli occhi lo spettacolo desolante di Napoli-Fiorentina 3-0, prima semifinale della Supercoppa Italiana 2023. E no, ovviamente non stiamo parlando della partita, di una sfida godibile vinta in modo meritato dalla squadra di Mazzarri: stiamo parlando della cosiddetta cornice di pubblico, degli spalti vuoti – altro che semivuoti – dell’Al-Awwal Stadium, che ospiterà anche le altre due gare del torneo, ovvero la semifinale tra Lazio e Inter e la finale di lunedì sera. I numeri, in questo senso, sono eloquenti: l’impianto di di Riyadh ha una capienza di 25mila posti e le persone presenti allo stadio erano meno di 10mila. 9762, per la precisione. Inoltre chi ha seguito la gara in tv, si è reso conto di poter captare in maniera chiara le indicazioni urlate dagli allenatori, dai portieri, come se il pubblico fosse del tutto assente. E non è un eufemismo: i gruppi organizzati delle due squadre non sono andati in Arabia Saudita, e allora è facile pensare che i tifosi provenienti dall’Italia presenti a Riyadh fossero qualche centinaia. Il resto degli spettatori, ce ne siamo accorti anche dalle inquadrature strette della regia internazionale, erano chiaramente degli abitanti del posto. Che, come dire, non è che si siano fatti coinvolgere più di tanto dall’evento.

Naturalmente si è discusso tantissimo sull’opportunità di organizzare la Supercoppa Italiana all’estero. E, soprattutto, in Arabia Saudita. Il dibattito etico-economico va avanti da anni, fin da quando venne organizzata la prima edizione nel Regno. E negli ultimi mesi, comprensibilmente, è divampato a livelli altissimi. Dal punto di vista della Lega Serie A e quindi dei club, i 23 milioni complessivi incassati da Napoli, Inter, Lazio e Fiorentina – ovviamente da ripartire in base all’andamento delle partite – sono stati un argomento abbastanza convincente perché alla fine si giocasse a Riyadh, e non in Italia. Come dire: non c’è stata nessuna recriminazione che sia riuscita a innescare un ripensamento, da parte di chi ha deciso di accettare le offerte dell’Arabia Saudita e di mettere in secondo piano, inevitabilmente, i tifosi italiani.

Al netto di tutto questo, che non è poco, resta il problema degli spalti vuoti. Anche in Arabia Saudita, ci scommettiamo, non saranno proprio felicissimi di com’è andata la vendita dei biglietti. O meglio: saranno contrariati di aver ospitato una partita in cui i tifosi, sostanzialmente, non c’erano. E un bel pubblico, come insegna la storia della Premier League, è parte integrante dello spettacolo. Anche quello trasmesso in televisione. E allora a questo punto è inevitabile chiedersi: cos’è andato storto? La risposta è molto semplice: tra le squadre qualificate c’erano Lazio e Fiorentina, e non quelle desiderate da chi ha ospitato il torneo in casa propria.

Ovviamente questa frase e l’intero discorso riguardano l’Arabia Saudita, la visione e la cultura calcistica del pubblico di Riyadh e dell’Arabia Saudita. A dirlo sono altri numeri, quelli della Supercoppa di Spagna che si è giocata – con la stessa identica formula, nello stesso identico stadio – una settimana fa: le due semifinali, Real Madrid-Atlético e Barcellona-Osasuna, sono state seguite allo stadio da 23mila persone. Perché, appunto, in campo c’erano delle squadre conosciute dai tifosi locali: il Real Madrid e il Barcellona, per altro in due partite differenti, ma anche l’Atlético Madrid. Ecco, è proprio in questo punto che si materializza il problema relativo a Lazio e Fiorentina: si tratta di due club che hanno un appeal internazionale inferiore rispetto all’Inter, alla Juventus, al Milan. Probabilmente anche rispetto al Napoli e alla Roma. Non a caso, viene da dire, poche ore fa La Repubblica ha rivelato che diversi giornalisti presenti a Riyadh abbiano chiesto ai colleghi italiani perché non si fossero qualificate Juventus e Milan. Inoltre, stando sempre alle notizie che arrivano dalla capitale saudita, l’affluenza per Inter-Lazio dovrebbe essere maggiore rispetto a quella registrata per Napoli-Fiorentina. Perché, appunto, l’Inter è una squadra molto più conosciuta dal pubblico locale – e no, non c’entra niente il surreale striscione apparso durante la prima semifinale:

Per dare ulteriore forza a questa tesi, basta andare a ripescare i dati degli ultimi anni, delle ultime edizioni della Supercoppa giocate in Arabia: il derby Inter-Milan del 2022, giocato in un altro stadio di Riyadh, era stato seguito da più di 51mila spettatori; per Juventus-Lazio del 2019, giocata proprio all’Al-Awwal Stadion, lo stesso dell’edizione 2023, c’erano 23mila persone; per Juventus-Milan del 16 gennaio 2019, organizzata invece a Gedda, venne abbattuta quota 60mila.

Insomma, è tutto abbastanza chiaro. E anche abbastanza coerente. La formula a quattro squadre e tre partite era una sorta di polizza assicurativa perché la Supercoppa Italiana, esattamente come succede ogni anno a quella spagnola con Real Madrid e Barcellona, potesse essere il teatro di partite considerate importanti dal pubblico di Riyadh. E invece l’imprevedibilità del calcio ha escluso due delle tre squadre di Serie A più conosciute dagli appassionati sauditi, Juventus e Milan.

Così la Lega ha finito per esportare un torneo che, almeno secondo i canoni del pubblico locale, doveva avere per forza un appeal inferiore. E allora bisogna dirlo in maniera netta, chiara: la Supercoppa 2023 non era la competizione giusta da ambientare in Arabia Saudita. Intanto perché parliamo di un Paese dove sarebbe sconveniente organizzare qualsiasi cosa, figuriamoci una competizione calcistica. E poi perché la stessa Arabia Saudita ha finito per snobbare il torneo, non conosce Lazio e Fiorentina, ha una cultura calcistica molto diversa dalla nostra – per dirla con un eufemismo. Al punto da lasciare uno stadio vuoto, o quasi, per una semifinale. Se non è questo un fallimento.

>

Leggi anche

Calcio
Estêvão Willian sta impattando come un meteorite, sul Chelsea e sul calcio europeo
La magia contro il Barcellona è il suo terzo gol in altrettante partite di Champions: soltanto Mbappé e Haaland ci erano riusciti prima di lui.
di Redazione Undici
Calcio
La vita di Maradona diventerà una serie tv animata, che sarà prodotta in India
Un racconto dei momenti chiave della carriera del Pibe de Oro e della sua influenza culturale in Argentina e in Italia.
di Redazione Undici
Calcio
Per Roberto De Zerbi e il suo staff, l’addio allo Shakhtar a causa dell’invasione russa in Ucraina è ancora un grande trauma
L'attuale tecnico del Marsiglia e il suo ex vice, Paolo Bianco, hanno raccontato i giorni in cui è iniziato il conflitto.
di Redazione Undici
Calcio
I tifosi di diverse squadre della Premier hanno scritto alla Lega per chiedere il congelamento dei prezzi dei biglietti
Nell'aumento generale rientrano non solo i costi per i singoli match, ma anche i trasporti, il cibo e le bevande da stadio.
di Redazione Undici