Perché il Chelsea, anche volendo, non può permettersi di esonerare Pochettino

C'entra, come in tutte le cose del Chelsea di questa stagione, la situazione finanziaria del club.

La stagione del Chelsea è diventata la base di infiniti memethe gift that keeps on giving: quando gli spunti umoristici sembrano ormai esauriti, ecco che arriva la sconfitta in casa con il Wolverhampton a dare materiale fresco ai mematori di internet. Si dirà: prima o poi il limite arriva, immaginare di andare avanti così fino alla fine della stagione diventa più difficile ogni settimana che passa. Ma il club continua a ribadire: avanti così, con Pochettino in panchina e i meme sui social, fino alla fine della stagione (in effetti c’è da salvare il salvabile, c’è una finale di Carabao Cup contro il Liverpool da giocare, una vittoria assicurerebbe almeno la qualificazione alla Conference League). C’entra la fiducia, forse, c’entrano i soldi, sicuramente: come riporta il Daily Mail, l’esonero di Pochettino potrebbe portare il Chelsea oltre i limiti di spesa imposti dalla Premier League, un limite al quale il club è già pericolosamente vicino così com’è.

In breve: le squadre di Premier possono registrare perdite fino a un massimo di 105 milioni di sterline in tre anni, cifra dentro la quale rientrano anche le penali/buonuscite da pagare agli allenatori – e ai membri del loro staff – in caso di esonero. Del calciomercato del Chelsea parliamo dalla scorsa estate, delle conseguenze disastrose che ha avuto sulle finanze del club anche. Ad aggravare la situazione nel corso dei mesi hanno contribuito anche gli esoneri: quello di Tuchel, al quale il Chelsea ha dovuto corrispondere dieci milioni di sterline di buonuscita; e quello di Potter, ancora in attesa dei 13 milioni che gli spettano da contratto. Se il Chelsea dovesse decidere di esonerare adesso Pochettino, per farlo dovrebbe spendere altri dieci milioni di sterline. Solo per lui, dopodiché ci sarebbe da compensare anche i membri del suo staff, Jesus Pérez, Miguel d’Agostino, Toni Jiménez e Sebastiano Pochettino. Si capisce perché il club preferisce aspettare la fine della stagione per decidere: ci sono competizioni europee da raggiungere e giocatori da vendere che potrebbero, anche solo in parte, aggiustarne la situazione finanziaria.

Non che finora le cose stiano andando benissimo, da questo punto di vista. Il piano del Chelsea passava dalla cessione di una serie di giocatori cresciuti nell’Academy, vendite tanto necessarie quanto urgenti. In particolare, la dirigenza dei Blues sperava di vendere già a gennaio tre giocatori: Armando Broja, Conor Gallagher e Trevoh Chalobah. L’unica cessione realizzata è stata alla fine quella di Broja: valutato 50 milioni di euro, è finito in prestito gratuito al Fulham, un’operazione alla fine utile solo a liberare spazio nell’affollatissimo spogliatoio Blues. Gli altri due, Chalobah e Gallagher, sono rimasti dov’erano, e dalla cessione del secondo – assai probabile nella prossima sessione di calciomercato – per il Chelsea sarà quasi impossibile ricavare la cifra preventivata: a giugno, infatti, mancherà soltanto un anno alla scadenza del suo contratto. Questo episodio è solo l’ultima di una lunga serie di sfortunati eventi che hanno convinto Boehly a una radicale, brutale revisione dei conti. Anche per questa, però, bisognerà aspettare l’estate.

Come ci aspetta da una private equity firm, la decisione sul futuro di Pochettino sarà basata sulle statistiche. E quindi, al momento, non ci vuole un grande intuito a prevedere l’esonero dell’allenatore. Nell’ultima giornata di campionato il Chelsea ha giocato la 31esima partita sotto la guida di Pochettino, lo stesso numero di partite disputate con Potter in panchina. Punti raccolti in campionato: 31 in 23 partite per Pochettino, 31 in 23 partite per Potter. In tutto, Pochettino ha vinto (soltanto) tre partite in più, ma in tanti sottolineano come questa differenza sia data da successi minori nelle coppe nazionali contro squadre di categorie inferiori. Almeno Potter aveva lasciato ai tifosi del Chelsea il ricordo delle vittorie in Champions League contro il Milan e il Borussia Dortmund. A beneficio di Pochettino, va detto che il suo Chelsea segna molto di più: 58 gol in 31 partite con lui, 33 nello stesso periodo con Potter. Ma purtroppo, quando si parla del suo Chelsea, c’è sempre un però: la difesa di Pochettino ha incassato anche 45 gol, in queste 31 partite. Il risultato è l’undicesimo posto in campionato, i meme su internet, una stagione appesa (anche) alla partita di FA Cup di domani contro l’Aston Villa e alla finale di Carabao Cup contro il Liverpool. In attesa dell’estate.