Adesso anche il Liverpool vuole una squadra satellite in un altro campionato europeo

Un altro top club vuole entrare nel mondo delle multiproprietà.

Da alcune settimane, Fenway Sports Group ha riaccolto Michael Edwards nell’organigramma del Liverpool: l’ex direttore sportivo dei Reds è stato nominato Chief Executive of Football del club di Anfield, e ha subito annunciato che «uno dei fattori più importanti per il mio ritorno è stato il prossimo ampliamento del portafoglio calcistico di FSG». In pratica, quindi, il Liverpool ha annunciato che ha già iniziato a cercare una squadra satellite in un altro campionato europeo. Nel multiverso dei top club, e soprattutto in Inghilterra, questa politica è diventata praticamente irrinunciabile. Per tanti motivi: in questo articolo uscito un anno fa, The Athletic spiegava che le società di Premier League avevano e hanno tutto l’interesse a condividere il loro know how e le loro risorse di scouting, di crearsi un canale privilegiato in un Paese e in un campionato che valorizzano il talento, avere un hub di riferimento per mandare giocatori in prestito in una nazione dell’Unione Europea. Ed è per questo che non solo il Manchester City e Chelsea, ma anche Brighton e Crystal Palace e Aston Villa, tra le altre, hanno acquisito la proprietà di squadre belghe, portoghesi, danesi.

E allora dove andrà a pescare il Liverpool? Secondo questa ricostruzione di The Athletic, i primi sondaggi esplorativi sono stati fatti addirittura in Brasile. Solo che poi negli uffici di Anfield si sono resi conto che forse sarebbe meglio guardare all’Unione Europea, in modo da poter controllare tanti giocatori di talento – provenienti anche da altri continenti – slegandosi dai rigidissimi paletti imposti da Brexit sul calciomercato in entrata. In questo senso, i club della Jupiler Pro League belga e della Primeira Liga portoghese – che hanno regolamenti a dir poco elastici in materia di atleti extracomunitari – potrebbero avere un certo appeal, per FSG. Non a caso, viene da dire, 16 club portoghesi fanno già parte di multiproprietà calcistiche. C’è poi la Francia, che per tante ragioni – politiche, storiche, culturali – è uno snodo fondamentale per l’enorme mercato dei talenti africani: secondo Jordan Gardner, consulente di strategia di investimento presso Twenty First Group, «Portogallo e Francia sono le nazioni in cui si concentrerà la ricerca di FSG».

Un altro aspetto fondamentale riguarda la dimensione del/dei club che sarà/saranno prescelto/i per questa espansione. Per dire: FSG non deve ripetere l’errore fatto dalla proprietà del Chelsea, che ha acquisito un club con un seguito importante – lo Strasburgo – e che fin dal primo giorno ha dovuto fare i conti con una certa ostilità, da parte del pubblico locale. Ostilità che poi è stata alimentata da un bel po’ di scelte sbagliate, ma in ogni caso forse sarebbe stato meglio partire da un contesto meno ambizioso. Dove c’è meno pressione da parte della tifoseria. «È un equilibrio difficile», spiega Gardner, «perché lo Strasburgo potrebbe sembrare una società troppo grande per poter essere considerata una semplice squadra satellite». E quindi? Qual è la scelta migliore? Secondo Gardner, il Liverpool «dovrebbe concentrarsi su un club che ha il potenziale per sostenersi da solo, che ha una fanbase importante, che ha delle buone infrastrutture. Ma che non ha ancora l’ambizione di entrare nelle coppe europee ogni anno».