Il Vitesse ha chiesto ai tifosi di partecipare a una colletta per evitare il fallimento del club

Il club olandese, invischiato in una profondissima crisi finanziaria, ha già incassato 250mila euro.

Se guardiamo all’Eredivisie, non c’è solo l’Ajax che sta attraversando una stagione complicata. Anzi, c’è chi sta decisamente peggio: in fondo alla classifica, infatti, c’è il Vitesse, una delle società storiche del calcio dei Paesi Bassi, da cui sono passati giocatori come Mason Mount e Martin Odegaard, ma anche vecchie conoscenze della Serie A come Keisuke Honda e Luca Caldirola. In realtà i due soli punti del club giallonero non riflettono il rendimento reale della squadra, che sul campo ne avrebbe raccolti 20. Il punto è che il club di Arnhem è stato zavorrato da una penalizzazione di 18 punti inflitta dalla Federcalcio olandese per via di diverse irregolarità finanziarie. Quando venne ufficializzata la sentenza, che naturalmente ha determinato la retrocessione matematica in seconda divisione, il Vitesse decise di non fare ricorso: l’obiettivo, infatti, era e resta quello di non perdere la cosiddetta “licenza” per continuare a esistere. E allora i dirigenti hanno deciso di chiedere ai tifosi di partecipare a una vera e propria raccolta fondi, una colletta che possa evitare il fallimento del Vitesse.

Sul proprio sito, il Vitesse ha lanciato dei veri e propri pacchetti di supporto rivolti ai tifosi e alle aziende. Per i privati, la somma va da un minimo di 100 a un massimo di 1000 euro e prevede, a seconda della cifra spesa, un certificato e una fascia da capitano personalizzate, oltre al proprio nome sul sito e sulla quarta maglia del club; per i supporter “business” invece, l’offerta va da 1500 ai 10mila euro — ma sono ben accette anche offerte di importo superiore — con degli omaggi, in aggiunta a quelli sopra citati, che vanno dal proprio nome inciso sulla curva all’invito a eventi esclusivi della società. L’iniziativa in poche ore ha già raccolto il sostegno della comunità di Arnhem: secondo le ultime notizie della stampa stampa olandese, il club avrebbe già raccolto più di 250mila euro. I contributi sarebbero arrivati anche da ex illustri, giocatori e allenatori passati per Vitesse: Leo Beenhakker, Loïs Openda, Henk ten Cate.

Ma come siamo arrivati a questo punto? In realtà la situazione del Vitesse è precaria da anni, ed è precipitata in seguito a un’indagine del Guardian e del Bureau of Investigative Journalism (TBIJ), che ha portato alla luce presunti legami finanziari tra il club e l’oligarca russo ed ex proprietario del Chelsea, Roman Abramovich. La penalizzazione in campionato è arrivata proprio perché il Vitesse, al di là delle difficoltà economiche, non è riuscito a dimostrare di non aver legami con Abramovich. E, di conseguenza, la Federcalcio olandese ha comminato una penalizzazione senza precedenti: «Le violazioni del Vitesse», si legge nel dispositivo della sentenza, «sono di una gravità ed estensione eccezionali». Al netto di quest’indagine, in effetti il Vitesse aveva un proficuo rapporto di collaborazione con il Chelsea: il già citato Mason Mount è stato solo uno dei tanti calciatori di proprietà del club londinese che hanno vissuto un’esperienza in prestito ad Arnhem. E anche la Red Bull ha lavorato in maniera frequente con il club giallonero. Ora, però, quei tempi sono lontani: le sanzioni ad Abramovich e la sua scomparsa dal mondo del calcio hanno accelerato la crisi finanziaria, che ora sembra essere a un punto di non ritorno. A meno che la colletta di cui abbiamo parlato non sia solo l’inizio di un nuovo corso.