All’indomani della sconfitta per 2-0 contro la Svizzera che ha sancito l’eliminazione dell’Italia da Euro 2024, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha tenuto una conferenza stampa insieme al ct Luciano Spalletti in cui ha svelato una delle prossime mosse della Federcalcio per provare a far fronte alla crisi — perlomeno di risultati da parte della Nazionale maggiore — che attanaglia ormai da anni il nostro calcio. «Abbiamo già iniziato a istituire un organismo consultivo all’interno del Club Italia composto da cinque-sei esperti dei club di Serie A, per individuare una strategia di valorizzazione dei giovani», ha detto Gravina. «Non possiamo commettere gli errori che abbiamo commesso in questo lungo periodo. […] Avete visto tutti la nostra Under 17 come ha vinto l’Europeo, 3-0 contro il Portogallo. Un risultato che fa capire che si hanno a disposizione dei ragazzi straordinari. Ma questi ragazzi, poi, non giocano neanche in Primavera: perché la federazione non deve avere la possibilità di incidere? Le responsabilità sono le nostre, le critiche le accetto, ma dobbiamo trovare il modo di inserirle in un percorso di responsabilità del sistema».
Come spiegano alcuni quotidiani in edicola oggi, tra cui Repubblica e il Corriere dello Sport, nei fatti Gravina ha annunciato l’imminente creazione di una “commissione” per avvicinare i club al mondo delle Nazionali e favorire la crescita dei giovani italiani. Si tratta di un gruppo di “tecnici” — un po’ come avviene nei governi —, di addetti ai lavori, seppur non propriamente di allenatori: i primi nomi emersi sono quelli di Beppe Marotta (presidente dell’Inter campione d’Italia), Cristiano Giuntoli (direttore tecnico della Juventus), Giovanni Sartori (direttore sportivo del Bologna, rivelazione dell’ultimo campionato) e Umberto Marino (direttore operativo dell’Atalanta, vincitrice dell’Europa League). Secondo Repubblica, sono stati sondati anche altri direttori sportivi italiani che hanno storicamente attenzione per i vivai.
Ma cosa farà, nel dettaglio, questa “commissione”? Sempre secondo Repubblica, «coinvolgere i dirigenti dei club dovrebbe servire a favorire una maggiore disponibilità da parte delle società e degli allenatori a far giocare il maggior numero di italiani, considerato che per le norme comunitarie non è possibile imporre un numero minimo di calciatori da impiegare sempre sulla base della nazionalità: sarebbe una discriminazione», mentre il Corriere dello Sport ha ricordato che, soprattutto Beppe Marotta, da poche settimane nominato nuovo presidente dell’Inter dopo la cessione a Oaktree, è già stato molto vicino agli Azzurri durante gli ultimi Europei, tanto da aver fatto andata e ritorno da Milano in occasione di tutte le partite della Nazionale di Luciano Spalletti e da aver viaggiato sullo stesso minibus della delegazione italiana prima degli ottavi di finale contro la Svizzera.
«Servirebbe, accanto agli Azzurri, una figura dirigenziale di un certo spessore e di larga esperienza», ha scritto ancora il Corriere dello Sport. Due gli esempi citati: il possibile ritorno (poi sfumato) dell’ex Marcello Lippi nel ruolo di direttore tecnico della Figc nel 2016 e la nomina di Italo Allodi — che veniva da esperienze come dirigente all’Inter e alla Juventus — a responsabile del Centro tecnico federale di Coverciano dal 1974 al 1982. All’epoca l’Italia era uscita malissimo dal Mondiale in Germania disputato in Germania Ovest, e otto anni dopo diventò campione del mondo in Spagna.