L’Italia Under 17 che vince gli Europei è l’inizio di una nuova generazione di fenomeni?

Cinque vittorie nei tempi regolamentari su sei partite e un netto 3-0 in finale contro il Portogallo.

Tre vittorie su tre nella fase a gironi, i rigori per superare l’Inghilterra nei quarti di finale e poi ancora due successi netti, senza subire neanche un gol, in semifinale e in finale. L’Italia Under 17 ha dominato gli Europei di categoria che si sono disputati a Cipro: mercoledì sera, nel match decisivo contro il Portogallo, gli Azzurrini si sono imposti 3-0 come le grandi squadre, segnando tre reti entro la prima ora di gioco, la prima con Federico Coletta al 7° minuto e le altre due con l’MVP del torneo, probabilmente il più grande talento del calcio italiano di oggi, l’attaccante del Milan Francesco Camarda. Del primo gol di Camarda si è parlato già molto, probabilmente lo avrete visto girare sui social network, ma solo i veri nerd si saranno accorti che il colpo di testa di Coletta, sbucato sul secondo palo verso la porta a sinistra della telecamera, è praticamente la copia carbone del gol che Michael Kayode ha realizzato l’estate scorsa, sempre contro il Portogallo, nella finale degli Europei Under 19 vinta 1-0 dall’Italia.

Ecco: da Malta a Cipro, dal Portogallo al Portogallo, dal 2023 al 2024, da Kayode a Coletta, il filo conduttore è che le Nazionali azzurre giovanili stanno vivendo un momento di grazia che indica il percorso virtuoso intrapreso dalla Figc negli ultimi anni. Quello dell’Under 17 è il primo trionfo nella storia (il secondo se si considera anche quello del 1982, conquistato però quando il torneo era riservato agli Under 16), ma nell’ultimo decennio erano arrivate tre finali, tutte perse, nel 2013 ai rigori contro la Russia, nel 2018 ancora ai rigori contro i Paesi Bassi e nel 2019 di nuovo contro il Paesi Bassi, quella volta per 4-2. Come detto, l’anno scorso l’Under 19 ha vinto l’Europeo di categoria, mentre sempre nel 2023 l’Under 20 si è spinta fino alla finale del Mondiale, arrendendosi solo con l’Uruguay a meno di cinque minuti dalla fine dei tempi regolamentari.

Come ha scritto Giuseppe Pastore su X/Twitter, con la doppietta di ieri sera Camarda è diventato il quinto calciatore italiano a segnare due reti in un finale vinta dalla Nazionale: prima di lui ci erano riusciti Annibale Frossi all’Olimpiade di Berlino 1936, Silvio Piola e Gino Colaussi al Mondiale 1938 e Andrea Pirlo all’Europeo Under 21 del 2000. Nomi che in un modo o nell’altro appartengono alla storia del calcio azzurro, quella più datata e quella più recente, e non dimentichiamoci che Camarda è nato nel 2008, di anni ne ha 16 e affrontava giocatori anche del 2007, quindi più grandi e in qualche caso anche più strutturati fisicamente di lui. Come se questo poi rappresentasse veramente un problema per uno che a 15 anni ha già debuttato in Serie A e che durante questa stagione, tra campionato Primavera, Coppa Italia di categoria e Uefa Youth League, è stato marcato anche dai 2005 riuscendo comunque a segnare 13 gol.

Gli hightlights estesi della finale, per i veri esperti di calcio giovanile

C’era tanto Milan nell’undici titolare della finale contro il Portogallo: oltre a Camarda, anche Emanuele Sala in mezzo al campo e Mattia Liberali dietro le punte. Anche di Liberali si è parlato molto negli ultimi giorni, soprattutto dopo il bellissimo gol realizzato contro l’Inghilterra nei quarti di finale che molti hanno paragonato a un’azione di Phil Foden. In questa stagione Liberali ha disputato in totale 39 partite con le varie giovanili del Milan, dall’Under 17 alla Primavera passando per l’Under 18, e in totale ha sommato 15 gol e cinque assist. Come i rossoneri, anche la Roma era rappresentata da tre giocatori (Christian Cama, Federico Coletta e Alessandro Di Nunzio), mentre è curioso constatare che metà difesa — il terzino destro Emanuel Benjamin e il centrale Andrea Natali, figlio di Cesare, ex difensore con oltre 300 presenze in Serie A — gioca all’estero, rispettivamente al Real Madrid e al Barcellona. La storia di Emanuel Benjamin, nato in Brasile e “scovato” dagli scout della Figc grazie ai nonni nati in Italia, conferma inoltre una tendenza di cui abbiamo parlato proprio oggi nella nostra newsletter Calcio Futuro (ci si iscrive qui): ormai anche le Nazionali fanno il calciomercato.

Non abbiamo ancora parlato del ct che ha guidato gli Azzurrini al successo: si chiama Massimiliano Favo, ha 57 anni e nella sua carriera da calciatore ha collezionato anche dieci presenze in Serie A con il Napoli di Diego Armando Maradona. Dopo oltre 400 partite tra Serie B e Serie C, è diventato allenatore e dal 2019 collabora con la Figc, prima come vice dell’Under 16 e dell’Under 17 e, dal 2021, come ct prima dell’Under 15 e ora, appunto, dell’Under 17. Un altro aspetto che rende vincente il calcio italiano: una “scuola” di allenatori federali — di cui fanno parte anche i vari Paolo Nicolata, Carmine Nunziata, Alberto Bollini — che fa crescere i giovani e contemporaneamente cresce insieme a loro.