Sandro Tonali è diventato uno dei migliori centrocampisti della Premier League

E sta trascinando il Newcastle a una grande stagione.

Il dramma personale vissuto e superato da Sandro Tonali ci ha fatto dimenticare quanto fosse forte. Ci ha fatto dimenticare che è stato – che è – un predestinato in grado di mantenere le promesse degli esordi, di imporsi da giovanissimo con il Brescia, di vincere uno scudetto da protagonista con il Milan dopo un anno di apprendistato, di confermarsi come centrocampista top anche in Champions League e con la Nazionale. Non a caso, viene da dire, il il Newcastle United – ovvero il club più ricco del mondo – l’aveva acquistato per una cifra importante, poco meno di 60 milioni di euro, molto probabilmente perché nel Tyne (e in Arabia Saudita) si erano fatti ammaliare dal suo dinamismo fuori scala, dalla sua tecnica palla al piede, dalla sua ferocia in fase difensiva. Ecco, tutte queste doti non sono scomparse: Tonali, nelle ultime settimane, si è ripreso il Newcastle e il centro della scena, imponendosi come uno dei centrocampisti più dominanti dell’intera Premier League.

La conferma di questa percezione si può rintracciare nel rendimento individuale di Tonali, ma anche nei risultati dei Magpies, reduci da sette vittorie consecutive tra campionato e Coppa di Lega: un media prestigioso come The Athletic, per dire, ha scritto un articolo dal titolo “The Eddie Howe tactical tweak that has revitalised Sandro Tonali and Newcastle’s form”. La mossa tattica in questione sarebbe il reinserimento di Tonali nella formazione titolare, però con un nuovo ruolo: quello di mediano davanti alla difesa. In pratica, il manager del Newcastle ha varato una versione aggiornata del suo 4-3-3, in cui Tonali copre le spalle a due mezzali (Bruno Guimarães e Joelinton). Questo non vuol dire che l’ex centrocampista del Milan si sia trasformato in un nuovo Pirlo, come recitava la ridondante e un po’ vuota etichetta con cui veniva presentato a inizio carriera: nel gioco di Howe, come ha spiegato lo stesso tecnico dello United, «il centrocampista centrale sta qualche metro dietro ai due interni, sì, ma ha comunque grande libertà. Può muoversi a tutto campo, può esprimersi con e senza palla: deve solo mantenere il giusto equilibrio tra i movimenti offensivi e la struttura che dobbiamo avere in campo».

Tonali è perfetto per attribuzioni di questo tipo: ha sempre avuto dei grandi tempi di inserimento e l’atletismo e l’energia che servono per poter tornare subito indietro, in caso di palla persa. Inoltre la presenza di un compagno di reparto come Guimarães – che nasce e che si è affermato come centrocampista centrale, che ha giocato proprio in quello slot in assenza di Tonali – garantisce una copertura immediata quando Tonali si muove in avanti per supportare la costruzione della manovra offensiva. Come ha rilevato The Athletic, tutte le statistiche di squadra del Newcastle sono cresciute da quando Tonali gioca da 6, almeno secondo la numerazione classica del calcio inglese: adesso i Magpies segnano di più (2,7 gol a 1,1 ogni 90 minuti), tirano di più (15,7 tiri a 13,1), tirano di più nello specchio della porta, (5,6 tiri a 4,0), toccano più palloni nell’area di rigore avversaria (32,9 a 27,5) e hanno una media di possesso palla maggiore (53,9% a 49,7%). E, ripetiamolo ancora, hanno vinto le ultime sette partite giocate tra Premier League e Coppa di Lega. L’ultima sconfitta risale al 7 dicembre, 2-4 sul campo del Brentford. In quella gara, Tonali ha iniziato dalla panchina e poi è entrato a mezz’ora dalla fine.

È chiaro ed è anche naturale, il grande momento di forma del Newcastle è legato anche alla straordinaria maturazione di Isak, già arrivato a 15 gol in tutte le competizioni stagionali, alla crescita di Gordon e di Livramento, al buonissimo impatto avuto da Hall, arrivato in estate dal Chelsea per 33 milioni di euro. Tonali, però, dà l’impressione di essere davvero rinato a nuova vita. Un altro giornale inglese piuttosto autorevole, il Guardian, ha scritto che «il centrocampista italiano tira fuori il meglio dai compagni di squadra e ha aiutato il Newcastle a giocare in modo più vario, più imprevedibile. Anche perché sa alternare fasi di pressing intenso a passaggi intelligenti. Come quelli che faceva un altro regista italiano dai capelli lunghi». Sì, purtroppo il paragone/confronto/accostamento con Pirlo è praticamente inevitabile. Anche Howe è caduto nella trappola, ma ha dimostrato di saper andare oltre le suggestioni: «Ci sono sicuramente delle cose di Tonali che ricordano Pirlo, e non sono solo i capelli. Sandro ha qualità simili in termini di tecnica e quando deve effettuare passaggi, ma le cose che lo rendono unico sono la sua intelligenza tattica e il suo atletismo». Amen.

Dopo la squalifica legata al caso-scommesse, il Newcastle ha scelto di supportare e aspettare Tonali. Lo ha fatto in modo convinto, senza giudicarlo, ha investito tempo e fiducia – quindi inevitabilmente anche del denaro, virtuale e non solo – sul suo possibile recupero. In virtù di come stanno andando le cose, è bello pensare che adesso i Magpies stiano raccogliendo i frutti di quanto hanno fatto. Così come è bello pensare che Tonali si stia riprendendo quello che ha perso, almeno in parte. Certo, siamo solo all’inizio – o meglio: al restart – di un percorso lungo, dentro il quale Tonali dovrà dimostrare di poter soddisfare le (enormi) attese che c’erano intorno a lui, sia in prospettiva-Newcastle che in prospettiva-Nazionale. Le nuove premesse, però, sembrano davvero allettanti: il suo ritorno ad alti livelli, di fatto, ha trascinato e sta trascinando il Newcastle ai primi posti del campionato più ricco e più difficile del mondo, nonché a un passo dalla finale di League Cup (la gara d’andata contro l’Arsenal, per altro giocata a Londra, è finita 2-0 per i Magpies). Ed è un’ottima notizia anche per Spalletti, che ha già messo Tonali al centro del suo progetto, proprio come ha fatto Howe. Soltanto pochi mesi fa, uno scenario del genere sarebbe stato considerato a dir poco improbabile. Oggi, invece, è una bellissima realtà.