Se guardiamo alle grandi leghe europee, le squadre di Serie A sono quelle che hanno meno legami col territorio

I nostri club schierano pochi giocatori italiani e ancora meno giocatori cresciuti nel vivaio.
di Redazione Undici

La frase per cui in Serie A «ci sono troppi stranieri» è piuttosto ricorrente, soprattutto quando la Nazionale azzurra non riesce ad avere risultati positivi. Ma è davvero così? Rispetto alle altre leghe europee più importanti, vale a dire Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1, la situazione non è così drammatica: il dato relativo ai calciatori non italiani tesserati per i 20 club di Serie A (67%) è in linea con quello della Premier League (67%) e della Ligue 1 (62%), da questo punto di vista Bundes (53%) e Liga (42%) sono decisamente più virtuose. Il vero problema, però, va ricercato nel fatto che le nostre squadre, sempre guardando alle cinque leghe top in Europa, siano le peggiori in quanto a legame diretto con il territorio che rappresentano. È quanto emerge dall’ultimo report dell’osservatorio calcistico CIES, che ha analizzato quanti giocatori nazionali e quanti giocatori nazionali e cresciuti nel vivaio vengono effettivamente schierati dai club di massima divisione.

Ecco, i club italiani sono all’ultimo posto in entrambe le classifiche redatte dal CIES: Lecce, Venezia, Napoli e Como hanno lo 0% di calciatori italiani cresciuti nel loro vivaio, mentre Udinese, Lecce, Verona e Roma (tutte sotto il 25%) sono tra le ultime cinque squadre per presenza di giocatori italiani in rosa – la quinta di questo gruppetto è il Bayer Leverkusen. Se continuiamo a scorrere la classifica, scopriamo come anche Milan, Venezia, Torino, Inter, Lazio e Bologna abbiano meno del 35% di giocatori italiani nel proprio organico.

Per trovare dei numeri incoraggianti riferiti a squadre di Serie A, bisogna guardare all’Empoli (60% di giocatori italiani) e alla Juventus (20% di italiani cresciuti nel vivaio). Ma in ogni caso questi dati sono decisamente lontani rispetto a chi “comanda” la classifica, ovvero l’Osasuna (90% di giocatori spagnolli) e la Real Sociedad (48,6% di giocatori cresciuti nel vivaio). In realtà ci sarebbe anche l’Athletic Club, che però per statuto non schiera giocatori stranieri – come sappiamo, in realtà schiera solo giocatori con passaporto basco – e quindi rappresenta un’eccezione. Insomma, il discorso non è tanto che ci siano troppi stranieri, quella è una conseguenza inevitabile rispetto al fatto che i club di Serie A diano poco spazio ai giocatori che vengono allevati in casa. È una differenza sottile, quasi impercettibile, ma molto significativa.

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