Il Caen di Mbappè è retrocesso in mezzo alle di polemiche, e non succedeva da quarant’anni

Dopo la sconfitta che ha segnato la retrocessione al termine di una stagione molto difficile, alcuni tifosi sono scesi in campo per cercare il contatto con i giocatori.
di Redazione Undici 19 Aprile 2025 alle 10:27

Non sono dei giorni facili per Mbappè. Il suo Real Madrid è stato eliminato, male, dall’Arsenal nei quarti di finale di Champions League; in Liga il Barcellona ha un vantaggio di quattro punti a sette giornate dalla fine; i giornali spagnoli continuano a scrivere di una sua difficile convivenza sul campo con Vinícius e Bellingham. E il bello è che anche gli investimenti economici dell’attaccante francese, come dire non stanno fruttando come ci si aspettava. La sua prima avventura da proprietario di un club, il Caen, è infatti coincisa anche con una clamorosa retrocessione. La prima, naturalmente, nella vita sportiva di Mbappé. La prima in quarant’anni anche per il Caen, che dal 1985 ha sempre fatto la spola tra Ligue 1 e Ligue 2 e adesso si ritrova in National, la terza divisione della piramide calcistica francese, dopo una pesante sconfitta interna per 0-3 contro il Martigues.

Mbappè aveva comprato il Caen dal fondo Oaktree, lo stesso proprietario dell’Inter, lo scorso 25 settembre. E lo aveva fatto tramite la holding Interconnected Venturesdi cui è la figura-chiave. L’inizio sembrava pure promettente: un progetto ambizioso, tanti complimenti da parte di allenatori e dirigenti locali. Poi il disastro. Nonostante fosse indicata tra le possibili pretendenti alla promozione in Ligue 1, la squadra normanna è rapidamente sprofondata nelle zone basse della classifica, senza mai riuscire a risollevarsi. Ultimo posto fisso in Ligue 2, crisi sportiva e gestionale profonda, infine – come se non bastasse – anche un ambiente spaccato in più punti e per più ragioni.

Il progetto, che aveva fatto notizia per aver reso Mbappé il più giovane proprietario nella storia del calcio professionistico, ha cominciato a scricchiolare sin dai primi turni. Le scelte della nuova proprietà, che ovviamente avvenivano nella confusione generata dall’assenza di Mbappé, non hanno mai dato stabilità alla squadra. Una delle più sorprendenti è stata l’esonero dell’allenatore Nicolas Seube. Ok, la squadra va male, a gennaio è sedicesima, ci sta che l’allenatori paghi. Il problema è che Seube, dalle parti di Caen, era più che un allenatore: era un simbolo, essendo rimasto all’interno del club, ricoprendo vari ruoli, per 16 anni. Al suo posto è arrivato il portoghese Bruno Baltazar. Sconosciuto al grande pubblico francese, senza esperienza nella Ligue 2 e reduce da un fallimento in Polonia, il coach non ha mai convinto ed è stato mandato via a metà febbraio dopo nove sconfitte consecutive.

I giornalisti di So Foot, una delle principali testate sportive francesi, si erano recati a Caen e avevano raccolto un po’ di voci. «La gente qui comprende che Mbappé non possa essere molto presente, visto il lavoro che fa», aveva spiegato uno dei capi ultras. «Ma deve quantomeno esporsi: potrebbe far uscire un comunicato stampa, un video, una dichiarazione a suo nome. In fondo è lui il proprietario della squadra». Cosa che l’attaccante del Madrid ha fatto, facendo visita al centro tecnico del club lo scorso marzo.

Da tempo la gestione operativa era stata affidata al manager libanese Ziad Hammoud, nominato con l’obiettivo di tenere in piedi la squadra per poi rivoluzionarla in agosto, in vista della nuova stagione. Non è servito a evitare la crisi. Il malcontento è esploso tra i tifosi, che a gennaio hanno esposto uno striscione eloquente allo stadio Michel D’Ornano: “Kylian Mbappé, il Caen non è il tuo giocattolo”. Parole dure rivolte a una proprietà percepita come distante e scollegata dalla realtà del club. Neanche l’ingaggio dell’armeno Michel De Zakarian, tecnico che a Montpellier aveva sfiorato l’Europa, è servito a invertire il trend. Ha dato una scossa nelle prime due partite, un pareggio e una vittoria a Clermont, ma ha poi raccolto solo due punti nei successivi sei match.

L’epilogo più amaro, ma anche più scontato, è arrivato ieri, dopo lo 0-3 interno subito dal Martigues, terzultimo e in lotta per la salvezza. Al termine del match i tifosi hanno contestato pesantemente la squadra, rimasta sotto la curva per diversi minuti. Qualche ultras è sceso addirittura sul campo, cercando un contatto con i giocatori e costringendoli, di fatto, a rifugiarsi nel tunnel. Una scena deprecabile che chiude una stagione da incubo.

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