Achraf Hakimi è diventato il terzino più completo e decisivo al mondo

Il bellissimo gol del 2-0 è stata solo una parte della sua eccellente prestazione contro l'Arsenal. Perché Hakimi ha imparato a fare tutto, anche in difesa, ed è uno dei grandi leader del PSG.

Achraf Hakimi ha segnato il gol più importante di Arsenal-PSG con un tiro a giro dal limite dell’area, dopo un inserimento lungo dalla “sua” fascia destra fino al lato opposto del campo. Prima e dopo quel momento di alta qualità offensiva, l’esterno marocchino ha letteralmente incendiato la corsia di competenza, ha affrontato e vinto un bel duello rusticano con Gabriel Martinelli, ha fatto da regista – laterale, ma pur sempre regista – al possesso insistito della squadra di Luis Enrique. Insomma, Hakimi ha fatto – ed è stato – tutto ciò che serviva, anche un leader emotivo e carismatico, un totem per i suoi compagni: è da mesi che l’allenatore del PSG lo definisce «un punto di riferimento assoluto per tutto il PSG», «un giocatore maturo a cui i compagni guardano con ammirazione». Ci sarebbero tante altre dichiarazioni da citare e da inserire, ma il senso non cambia. Non a caso, viene da dire, il vice-capitano – subito dietro a Marquinhos – della squadra parigina è proprio l’ex terzino dell’Inter.

Ecco, appunto: le parole “terzino” e “Inter” riportano alla mente il momento in cui Hakimi ha lasciato Milano per trasferirsi a Parigi, i dubbi che aleggiavano intorno a lui per via della sua collocazione in campo e per la sua interpretazione del ruolo, per come veniva percepito dal punto di vista tattico dopo la grande stagione con Conte – che nel suo 3-5-2 lo utilizzava da esterno a tutta fascia in costante proiezione offensiva. Ecco, ora quel giocatore ha una dimensione e delle skill completamente diverse. O meglio: ha ampliato il suo menu, ha integrato le sue qualità creative e realizzative con un’enorme crescita in fase difensiva, e così oggi è diventato un terzino – di una difesa a quattro, per altro – che sa essere presente e decisivo in zona avanzata, ma anche completo. Anzi, per dirla nel modo giusto: oggi Hakimi è uno dei terzini più decisivi e più completi al mondo.

Secondo Hakimi, il merito di questa sua crescita spaventosa va attribuito tutto a Luis Enrique: «Il mister ha avuto un ruolo cruciale nel mio sviluppo», ha detto qualche giorno fa. «Mi ha aiutato a raggiungere un livello di gioco che non avrei mai immaginato. Mi ha dato la libertà di cui avevo bisogno, ma mi ha anche trasformato in un calciatore più completo». Se questi elogi vi sembrano troppo arzigogolati, allora forse vi piacerà una dichiarazione rilasciata dopo la sfida di ritorno contro l’Arsenal: «È un genio», ha detto Hakimi in modo molto lapidario e quindi significativo.

Tutto questo è vero, naturalmente. Ma in realtà anche il nuovo modello-PSG ha avuto un impatto determinante su Hakimi. Che è arrivato a Parigi nell’estate 2021, la stessa estate in cui il club parigino ha firmato Donnarumma, Wijnaldum, Sergio Ramos e soprattutto Messi, ma poi quel progetto non è andato benissimo – per usare un eufemismo – e così la squadra è stato rivoltato da cima a fondo: sono arrivati giocatori giovani e di qualità, Luis Enrique (ancora lui) è stato scelto come uomo-guida e uomo-copertina, Hakimi è diventato un veterano nonostante abbia solo 26 anni ed è come se questa nuova condizione l’avesse responsabilizzato ancora di più. L’ha confermato lui stesso qualche tempo fa: «Oggi al PSG il collettivo è più importante dell’individualità. Sento che insieme siamo più forti, e la cosa si è percepita durante la stagione. Personalmente, cerco di aiutare tutti i miei compagni. Soprattutto i più giovani. È un ruolo importante che cerco di ricoprire dando l’esempio dentro e fuori dal campo. Penso che sia la cosa migliore che possa fare». Si può dire: la sta facendo benissimo.

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