Furbizia e redenzione di Gabri Veiga, che è tornato in Europa dopo due anni in Arabia Saudita

Il centrocampista spagnolo ha firmato per il Porto dopo due stagioni all'Al-Ahli, in cui ha vinto la Champions e ha guadagnato tantissimi soldi.
di Redazione Undici
06 Giugno 2025

Quando Gabri Veiga decise di trasferirsi in Arabia Saudita, nel 2023, aveva 21 anni appena compiuti, giocava nel Celta Vigo ed era considerato uno dei talenti più promettenti del calcio europeo. Rifiutò una proposta del Napoli, con cui sembrava davvero tutto fatto, e accettò quella arrivata dall’Al-Ahli di Gedda. Le reazioni, anche al di là di Napoli e dell’Italia, furono a dir poco sdegnate. Una su tutte, tanto per rievocare il clima di quei giorni intorno al centrocampista spagnolo: Toni Kroos si espose direttamente e definì «imbarazzante» la scelta di Veiga, facendosi portavoce di tutti gli appassionati europei – e quindi eurocentrici.

Flash-forward a oggi, a questo principio d’estate 2025: Gabri Veiga ha 23 anni compiuti da poco e ha appena firmato col Porto, che per lui ha investito 15 milioni di euro – che potrebbero diventare 19 grazie a dei bonus. Nel frattempo, però, Veiga ha giocato per due anni nella Saudi Pro League, ha vinto la Champions League asiatica (poche settimane fa, 2-0 in finale contro il Kawasaki Frontale) e ha guadagnato tantissimo soldi. Circa 50 milioni di euro, secondo le indiscrezioni dei giornalisti/esperti di calciomercato.

In virtù di tutto questo, si può dire: Gabri Veiga ha colto al volo una grande occasione economica, per sé e per il Celta Vigo, ha speso due anni di carriera in un Paese fuori dai circuiti tradizionali e ora sta facendo ripartire la sua carriera “canonica”, qualsiasi cosa voglia dire quest’aggettivo. Come si può definire questa sua parabola? Astuta, viene da dire, ma c’è anche una sensazione di redenzione in atto: Gabri Veiga è stato uno dei pochissimi calciatori giovani e celebri a farsi sedurre durante la prima ondata di grandi acquisti fatti dai club sauditi, ma adesso ha ancora un’intera carriera davanti a sé per poter sfruttare il suo potenziale nel calcio europeo. Sì, il Porto non è il Real Madrid o il Barcellona, forse è un gradino sotto anche rispetto al Napoli. Ma resta una vetrina importante, a cui i top club guardano con grande attenzione. Il fatto che nel contratto stipulato da qualche ora ci sia una clausola rescissoria da 65 milioni di euro, come dire, è un segnale significativo: Gabri Veiga pensa ancora di poter diventare protagonista in una grande squadra europea. E in effetti ha ancora tutto il tempo del mondo per mantenere le promesse dei suoi (scintillanti) esordi.

Ecco, questo è il punto centrale dell’intera faccenda: Veiga non è scomparso dai radar del grande calcio – o meglio: da quello che gli europei considerano come l’unico grande calcio possibile – nonostante i due anni in Arabia Saudita, ha semplicemente deciso di “perdere” questi due anni per incassare una cifra che non avrebbe incassato in nessun altro club del mondo. Certo, il suo è un caso limite: la stragrande maggioranza dei calciatori che sono emigrati in Saudi Pro League nel 2023 avevano un’età più alta della sua e non sono (ancora?) tornati indietro, le due uniche eccezioni sono quelle relative a Jordan Henderson e Allan Saint-Maximin. E allora forse il centrocampista spagnolo ha mostrato una strada nuova, o comunque a cui non avevamo ancora pensato: quella per cui il passaggio in Arabia Saudita è appunto un passaggio e basta, una sorta di pausa sabbatica ben remunerata, una chance da sfruttare per arricchirsi ancora prima di andare in un club di primo livello nel panorama europeo.

Insomma, Gabri Veiga era così giovane che ha fatto questa scelta con la consapevolezza che non avrebbe avuto rimpianti, visto che il grande treno sarebbe comunque ripassato. Chissà, forse tra qualche stagione la sua – e la nostra – sarà cambiata, sarà diversa, ma intanto i fatti sono fatti: Gabri Veiga è stato furbo, furbissimo, ma adesso ha i margini per recuperare ciò che sembrava aver perso. Forse non la stima di Toni Kroos, ma è probabile che se ne farà una ragione.

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