Il Crystal Palace non sa ancora se potrà giocare l’Europa League, e così il Nottingham Forest ha scritto alla UEFA per approfittarsene

Tutto corretto, se non fosse che anche il Forest appartiene a una multiproprietà.
di Redazione Undici 10 Giugno 2025 alle 15:43

Nel calcio contemporaneo, le discussioni – e le polemiche – sulle multiproprietà sono praticamente quotidiane. In questo senso, la vicenda più interessante di questo principio d’estate è quella che riguarda John Textor, che detiene la maggioranza delle quote di Lione, Crystal Palace e Botafogo. Il fatto che Crystal Palace e Lione condividano la stessa proprietà è finita sotto i riflettori per una possibile violazione delle regole Uefa. Molto semplicemente: entrambi i club  sono qualificati per la prossima Europa League, il Lione tramite il campionato e il Palace grazie alla vittoria in FA Cup. Peccato che la Confederazione continentale non permetta alla stessa persona di possedere più di una squadra partecipante alla stessa competizione.

Tra gli spettatori interessati a questa vicenda c’è il Nottingham Forrest, arrivato settimo in Premier League e quindi qualificato alla Conference League. Ma che, naturalmente, accederebbe all’Europa League in caso di esclusione del Palace. Per questo motivo il club di Marinakis ha inviato una comunicazione ufficiale all’UEFA per esprimere preoccupazione riguardo alla partecipazione del club di Textor alla prossima edizione dell’Europa League. Come rivelato dal Guardian, il Forest ha scritto che il Crystal Palace potrebbe essere in violazione delle normative Uefa sulla multiproprietà. Tutto giusto e condivisibile, se non fosse che anche il club di Nottingham fa parte di una multiproprietà: il principale azionista, il businessman greco Evangelos Marinakis, controlla anche infatti l’Olympiakos. Solo che ha già ovviato al problema, cioè ha trasferito le sue quote in un blind trust, un fondo fiduciario che permette di scorporare le società, in modo da ottemperare ai regolamenti UEFA.

Da parte sua, John Textor sta facendo di tutto per non cancellare la prima, storica qualificazione del Palace a una competizione europea. La scorsa settimana, insieme al presidente Steve Parish, ha partecipato a un incontro nella sede UEFA di Nyon per difendere la posizione del suo club. Tuttavia, l’opzione di trasferire temporaneamente le quote di Textor in un blind trust è stata rifiutata per il mancato rispetto delle tempistiche previste. Ok, ma perché proprio il Palace e non il Lione? Secondo il regolamento, nel caso di conflitto tra club con la stessa proprietà, il posto va a quello con il miglior piazzamento nel campionato nazionale. E in questo caso si tratta dell’OL, visto che il Crystal Palace è arrivato al 12esimo posto in Premier League.

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