Bentornato Paul Pogba

Il ritorno al Monaco è un'opportunità enorme per cancellare gli ultimi anni. Non solo per la vicenda del doping, ma per tutto il talento che ha sprecato, che ci siamo persi.

È una rimpatriata a tutti gli effetti. Salvo colpi di scena, Paul Pogba sarà pronto a vestire la maglia del Monaco: per la prima volta nel campionato francese, dopo un’intera carriera tra Manchester United e Juventus, una carriera fatta di corsi e ricorsi, balzi in avanti strepitosi – prezzo compreso, ancora rimbombano quei 105 milioni sborsati dai Red Devils – e altrettanto fragorose cadute. L’ultima è di quelle che macchiano per sempre una storia professionale, sia pure fantastica come quella del centrocampista classe ’93. Non tanto per gli infortuni, né per la sciagurata squalifica per doping. Il fatto è che, tra un problema e l’altro, è da tre anni che non lo vediamo in campo. E questo è prima di tutto un peccato per il calcio.

All’epoca Paul ne aveva 29: l’apice del percorso per moltissimi interpreti del suo ruolo – sorvolare sulle 12 presenze racimolate nel suo secondo periodo alla Juve, che comprensibilmente nessuno ricorda. Certo, non era più il fuoriclasse sconfinato di qualche stagione prima, altrimenti lo United non l’avrebbe lasciato andar via a parametro zero. Però diamine: parliamo sempre di Pogba. Un giocatore dominante, fisicamente e tecnicamente, come pochi se ne sono visti nella storia moderna di questo sport. Ha trascinato la Juve a quattro scudetti e a una finale di Champions. Ha portato a Manchester l’Europa League – mica poco, in tempi di vacche magre a Old Trafford. E, soprattutto, ha condotto per mano la Francia al suo secondo trionfo mondiale, con tanto di gol in finale. Che altro di più?

L’amarezza è che il vero Pogba – quello capace di comandare tempi di gioco, interdizione, conclusioni e ultimo passaggio – è durato meno di sette anni. Tra fine 2012 e metà 2019. Risale a quell’autunno il primo lungo infortunio alla caviglia che lo ha tenuto lontano dal campo per oltre sei mesi. Da lì in poi il ragazzo non è stato più lo stesso, pur rimanendo comunque un signor centrocampista: ancora titolare inamovibile dello United e della Francia, arriverà a vincere anche la Nations League nel 2021. Per quanto i grandi ritorni siano spesso forieri di altrettante disillusioni – Kakà al Milan? Lukaku all’Inter? –,era dunque lecito aspettarsi almeno un frammento del campione ammirato per un quadriennio allo Stadium. È rimasto appena l’eco dello speaker.

Così diventa un sollievo, per tutti, che questa storia si sia finalmente conclusa. E nemmeno tanto bene: proprio in queste ore Pogba ha accusato la Juventus – attraverso l’emittente televisiva TF1 – di non avergli dato alcun tipo di supporto durante la lunga squalifica. «Credevo di essere in guerra contro l’antidoping, non pure contro il mio club». Il tempo farà dimenticare, o comunque diluirà, questi veleni. Quel che conta, oggi, è che Paul possa finalmente tornare a dire la sua. In un contesto terzo, intoccato, tutto da conoscere e quindi da vivere. Non sarà più il Monaco che tiene testa al PSG, ma parliamo comunque di una grande outsider del calcio francese, qualificata alla prossima Champions League. Potenzialmente l’ideale per rilanciarsi, firmando un contratto biennale. «Sono mentalmente e fisicamente pronto, dice Paul. «Non vedo l’ora di riprendere, a 32 anni, come se fossi ancora un ragazzino». Sono le uniche parole che volevamo sentire.

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