Che il PSG sia più di una semplice squadra di calcio, beh, si sa da anni. Sarebbe più giusto definirla come un progetto culturale a 360°, improntato all’idea per cui il calcio possa connettersi con qualsiasi cosa, con qualsiasi territorio. In questo senso, il Mondiale per Club, oltre che una grande opportunità economica, è stata un’occasione per saggiare la penetrazione del brand-PSG negli Stati Uniti. E in particolare a New York, la città dove si gioca il presente e il futuro del lifestyle globale. Per dire: c’è negozio ufficiale del PSG sulla Fifth Avenue, un unicum assoluto per quanto riguarda le società calcistiche europee. Certo, come scrive L’Équipe a New York c’è ancora un’ampia distanza tra la riconosciblità della squadra parigina – e del calcio in generale – e la fama di altri sport più tipicamente americani. Ma lo store ha avuto e sta avendo un discreto successo. Amplificato anche dalla recente vittoria in Champions League, la prima nella storia del club.
Come dire: il posizionamento era già strutturato, ma la crescita è evidente. «Le maglie di Dembélé sono sold out, in molti ci dicono che sarà quella del prossimo Pallone d’Oro», racconta una manager del negozio. Che poi, però, aggiunge che la maggior parte dei clienti sono europei e sudamericani. «Ma gli appassionati stanno crescendo anche tra i newyorchesi e gli americani di seconda generazione». È proprio quello il target a cui punta il PSG, cavalcando anche l’onda generata dall’arrivo di Messi in MLS. E sta funzionando: «Una volta eravamo solo francesi trapiantati in America, ora il PSG è diventato cool per tutti», dice Julian Stein il presidente del fan club locale – aperto nel 2006, quindi prima che il PSG venisse rilevato dalla proprietà del Qatar.
L’espansione del PSG negli USA è un progetto che va avanti da anni, e che ha avuto un primo enorme impulso dalla partnership con Jordan, iniziata nel 2019. Per quanto riguarda invece la città di New York, l’investimento dedicato è stato piuttosto significativo. Anche per sfruttare la presenza di comunità di tanti Paesi diversi: la manager del PSG store sulla Fifth Avenue racconta che «le maglie più vendute sono quelle Doué e di Kvaratskhelia: qui ci sono tanti georgiani, èer non parlare di italiani, russi e ucraini»; sempre in merito all’acquisizione di nuovi fan, il presidente del fan club newyorchese ha spiegato che «gli arrivi di Neymar e Messi hanno fatto in modo che si iscrivessero anche dei sudamericani e dei local». Le stelle, come dire, tirano sempre.
Come detto, il Mondiale per Club ha rappresentato un passaggio importante per capire a che punto è il lavoro del PSG negli Stati Uniti. Anche perché la prima fase della trasferta in America è stata caratterizzata da un’altra operazione commerciale di grande impatto: l’apertura di un pop-up store immersivo a Loa Angeles, per la precisione sulla Melrose Avenue, in cui i creativi del club francesi hanno offerto ai loro ospiti un mix di esperienze che mischiavano sport, moda, arte, musica e benessere. Una sorta di PSG-House che ha permesso ai californiani – e ai tifosi in trasferta, naturalmente – di entrare in contatto con la cultura e l’universo del club francese, con la partecipazione di personaggi e brand importanti come The Weeknd, Steven Harringhton, Savoir Faire e tutti gli altri sponsor della squadra campione d’Europa.