Tra quelle che vengono mosse alle grandi istituzioni sportive contemporanei, una delle critiche più frequenti e più violente è quella per cui tutto è diventato un business. Il calcio viene costantemente criticato in questi termini, e la cosa ormai va avanti da molto tempo, ma gli attacchi non risparmiano neanche volley, motori, per non parlare degli sport americani. Insomma, solo le discipline rimaste “povere” non sono diventate impure, secondo gli ipercritici. E tra queste discipline c’è sicuramente il ciclismo. Che, di fatto, è economicamente fermo da decenni. Lo dimostrano i dati relativi al Tour de France, la corsa a tappe più importante in assoluto: il vincitore della Grande Boucle, infatti, porta a casa 500mila euro. La stessa cifra del 2016, una cifra superiore di soli 100mila euro rispetto al primo premio del 2006.
Sì, insomma, il montepremi del Tour de France è cresciuto del 25% negli ultimi vent’anni. E quindi, di fatti, non è cresciuto. Soprattutto se consideriamo il raffronto con gli altri sport. Con tutti gli altri sport. I dati rilevati dal portale Sportico, in questo senso, sono eloquenti: il torneo di golf più prestigioso, The Masters, ha aumentato il montepremi da 1,26 milioni di dollari nel 2005 a 4,2 milioni di dollari nel 2025 (+233%). Il premio per il vincitore di Wimbledon è aumentato di un ulteriore 376% rispetto a vent’anni fa. Persino il PDC World Darts Championship, uno dei due eventi in cui c’è in palio il titolo mondiale di freccette, ha un montepremi più alto rispetto a quello del Tour de France: 670mila dollari, ovvero 570mila euro al cambio attuale.
Il problema, ovviamente, va oltre il puro e semplice montepremi: sempre guardando al Tour de France, chi arriva dopo il 20esimo posto in classifica non va oltre un incasso di 1000 euro come premio di partecipazione. Certo, per dovere di cronaca va anche detto che la struttura del ciclismo professionistico – del tutto simile a quella del calcio – permette ai corridori di incassare gli stipendi direttamente dalle loro squadre, e nel caso dei nomi più importanti si tratta di cifre significative: Pogacar, per dire, incassa nove milioni di dollari all’anno dall’UAE Team Emirates XRG. Ma i montepremi bassi restano, sono un fatto, segnano una distanza ormai ampia tra il ciclismo e molti altri sport. Una distanza che forse piacerà ai romantici, ma che forse non farà il bene della disciplina.