Per Nico Paz, nelle ore successive a Como-Lazio 2-0, i titoloni con le parole iperboliche – com’è ovvio che sia – sono arrivati grazie alla meravigliosa punizione che ha suggellato il risultato finale, un vero e proprio arcobaleno disegnato con il sinistro. Anche perché basta riguardare l’esecuzione del fantasista argentino per rendersi conto di quanto fosse difficile segnare un gol del genere: per quanto la palla fosse abbastanza centrata rispetto allo specchio della porta, il leggero sbilanciamento verso sinistra avrebbe consigliato la conclusione di un calciatore destrorso, non di un mancino puro come Paz. Che, invece, non ha fatto alcun tipo di problema: due passi brevi, schiaffo di interno, traiettoria a giro, Provedel battuto.
Sarebbe bastato questo momento di pura arte calcistica per eleggere Paz come migliore in campo, come uomo e spirito guida di un Como dal gioco asfissiante e scintillante, codificato eppure fantasioso. E invece no, il ventenne trequartista argentino – che soffierà su 21 candeline tra due settimane esatte, lunedì 8 settembre – ha fatto e ha fatto vedere anche altre cose bellissime, preziosissime, anche efficacissime per la sua squadra. Anzi, partiamo proprio dalle cose forse meno appariscenti, forse meno decisive, ma che comunque hanno indirizzato la partita contro la Lazio: schierato come uomo di raccordo tra centrocampo e attacco, anche se in realtà si è mosso praticamente a tutto campo, Paz ha messo insieme tre dribbling riusciti, tre occasioni create, tre contrasti vinti, quattro tiri verso la porta avversaria, il tutto con 57 palloni giocati.
E poi, e poi, c’è una giocata che forse è addirittura più bella, più accecante, rispetto alla punizione del 2-0: l’assist che ha portato al primo gol del Como, realizzato da Anastasios Douvikas – detto Tasos. Succede tutto in pochi istanti, ma sono istanti che meritano un racconto approfondito, frame by frame: Paz retrocede nella sua metà campo ed è tutto spostato sulla destra; il passaggio verso di lui, eseguito da Ramón, è pulito e veloce; Paz controlla la palla col destro e sembra lasciarla un po’ lì, un po’ incustodita, ma in realtà è una finta di corpo per “chiamare” il pressing alto di Nuno Tavares; il terzino della Lazio cade nel tranello, fa un passo in avanti per cercare di intervenire sulla palla; nel frattempo, però, Nico Paz ha già fatto una giravolta, nel senso che ha girato tutto il corpo intorno alla sfera; un millesimo di secondo dopo, Paz tocca il pallone con l’esterno sinistro in modo da sfruttare lo spazio lasciato libero dal suo avversario, scatta in quella direzione e così si crea lo spazio per avanzare; visto che Tavares è più veloce di lui, decide di andare in diagonale, in modo da non poter essere fermato, pena un fallo probabilmente da ammonizione; dopo due tocchi di conduzione, uno col destro e uno col sinistro, Douvikas scatta e Paz lo serve con un appoggio rasoterra velocissimo ma anche ben dosato, che passa in mezzo a due difensori della Lazio e permette all’attaccante greco di presentarsi da solo davanti a Provedel.
Non c’è molto altro da aggiungere, se non il fatto che tutto il multiverso del calcio europeo ha parlato di Nico Paz per l’intera serata. C’entra la punizione, c’entra questo assist immaginifico, c’entra anche la notizia – riportata da Fabrizio Romano – per cui il Tottenham ha presentato un’offerta ufficiale da 70 milioni al Como. Offerta rifiutata, ha scritto il guru del calciomercato. L’offerta è stata rifiutata perché il Como è ricco e può permettersi di dire no a certe proposte, o perché forse nel frattempo il Real Madrid – un’altra squadra ricca e che può dire no a certe proposte – controlla ancora il giocatore, può riprenderselo pagando 10 milioni di euro e quindi ha già iniziato a pregustare il ritorno di Paz al Bernabéu per l’estate 2026, dopo un’altra stagione di crescita e sviluppo al Como, in Serie A.
Ecco, appunto: la Serie A, nel frattempo, dovrà fare i conti con il Como e con il suo numero 10. Perché era percettibile già durante la scorsa stagione, ma ora è chiaro e visibile a tutti: siamo di fronte a una squadra di alta qualità e a uno dei migliori giocatori dell’intero campionato. Per tecnica, pura per fantasia, per completezza formale e sostanziale. L’unica cosa da verificare sarà la sua tenuta – mentale e di rendimento – nel caso in cui Fàbregas e i suoi ragazzi dovessero giocarsi qualcosa di importante, un’ipotesi piuttosto concreta, per altro. Ma per il resto non ci sono molti dubbi, anzi la realtà dei fatti e del mercato ci dice che Nico Paz è un lusso non soltanto per il Como, ma per tutto il calcio italiano.