Due doppiette per caricarsi sulle spalle il Parma. E attirare su di sé l’attenzione del grande calcio: a 24 anni, Mateo Pellegrino ha tutte le caratteristiche del centravanti puro che deve ancora esplodere. In pochi mesi in Italia è stato lanciato da Chivu, trasformato da Cuesta in uomo-reparto e si è conquistato i più illustri complimenti degli addetti ai lavori – da Massimiliano Allegri, che ne aveva esaltato le qualità alla vigilia del match al Tardini, sotto gli occhi vigili di Tare in chiave calciomercato, fino all’estrosa immagine dipinta da Vincenzo Vivarini dopo una gara di Coppa Italia: “Quel ragazzo è come se avesse un bazooka nella testa”. O quantomeno doti non comuni, dunque preziose, nel calcio di oggi. Motivo per cui anche le Nazionali monitorano con cautela il suo talento: sia l’Argentina, patria famigliare dell’attaccante, sia la Spagna, dove nacque 24 anni fa.
Come racconta AS, a oggi Pellegrino sarebbe curiosamente nel mirino di entrambe. Perché non conta ancora alcuna presenza in gare ufficiali. E dunque può ancora scegliere il suo futuro oltre i club. Da un certo punto di vista l’Albiceleste sarebbe l’opzione più naturale: Pellegrino è cresciuto calcisticamente in Argentina, di recente è stato invitato a partecipare a un ritiro con l’Under 21 e suo padre Mauricio ha appena vinto la Copa Sudamericana alla guida del Lanus. Insomma, le precondizioni ci sono tutte. Dall’altro, de iure, Mateo essendo nato a Valencia ha tutte le carte in regola per rappresentare anche la Spagna. E mentre la Selección sfoggia un parco attaccanti da favola – da Lautaro a Julian, la concorrenza è folta –, davanti al genio di Yamal i campioni d’Europa sarebbero orfani di una punta vera e propria. Soprattutto considerando che l’avventura di Morata con la Nazionale – comunque un interprete più mobile, meno fisico, completamente diverso da Pellegrino – sembra alle ultime battute.
Per questo Luis de la Fuente ha chiesto ai dirigenti della Federcalcio di darsi da fare per offrire un ingaggio al giocatore del Parma. La prospettiva che potrebbe allettare Pellegrino è che la Spagna ha bisogno di un attaccante potente e preciso, specialista del gioco aereo e con personalità da vendere. Uno come lui. O per volare in alto, come scrive la stampa iberica, “un vero e proprio elemento di svolta, come quello che Del Bosque trovò in Fernando Llorente verso Sudafrica 2010”.
Il finale della storia lo conosce tutto il mondo. Tornando a Mateo, invece, qualcosa potrebbe dipendere pure dalla sua guida tecnica in Emilia: è spagnolo anche Carlos Cuesta, e dopo la vittoria sul Verona non ha smesso di esaltare il suo match winner. “Pelle è un esempio per come lavora ogni giorno”, le parole dello spagnolo. “Sa curare tutti i dettagli, è nel pieno di un gran percorso di crescita. Sono felice di poter lavorare con uno come lui, che ha sempre una grande energia e aiuta tantissimo tutta la squadra. Non si tira mai indietro e si mette sempre a disposizione in tutte le fasi”. Se l’Albiceleste non farà presto – e a proposito di déjà-vu: un attaccante argentino al Tardini scalda sempre gli animi, da Crespo in poi –, le Furie rosse lo aspettano al varco. Intanto tocca a lui, continuando a segnare in Serie A.