L’Aston Villa non sarà la squadra più spettacolare della Premier League, anzi: è quella che fa registrare meno gol complessivi a partita di tutta la Premier League, soltanto 2,1. Non sarà nemmeno la più tecnica o la più vincente – anche se da quando siede in panchina Unay Emery, ormai per la quarta stagione, le cose hanno preso a girare a meraviglia. E non può contare neanche sull’Haaland o sul Salah di turno. Eppure il Villa, per certi versi, è un must to see anche fra le tante eccellenze del calcio inglese. Perché non c’è nessun’altra squadra così brava in un fondamentale ormai sempre più dimenticato: il tiro da fuori. Una soluzione che, quando in campo ci sono McGinn e compagni, molto spesso si trasforma in gol.
È accaduto anche all’ultima giornata, nel sofferto successo interno contro gli ultimissimi Wolves. A scardinare la difesa avversaria, per l’1-0 da game, set and match, ci ha pensato Boubacar Kamara con un violento sinistro dalla distanza. Si tratta del nono centro su 16 segnato da fuori area dai Villans in questo campionato (cinque dei quali su calcio piazzato): più di qualunque altra formazione – al secondo posto, per dire, c’è il Bournemouth a quota sette. E se si considera il dato percentuale, il divario è ancora più ampio: questa tipologia di reti rappresenta il 56,25% del totale di squadra, mentre nessun’altra supera il 33%. A questo punto del campionato, con la 14esima giornata ormai alle porte, una simile statistica non si era mai riscontrata nella storia della Premier League.
È senz’altro questione di ottimi tiratori: da Cash a Buendia, da Rogers a capitan McGinn – più dello stesso Kamara, che al netto di domenica segna col contagocce. E c’entra altrettanto il fattore Emery, lo stratega determinante di questo Aston Villa. «I miei ragazzi cercano la conclusione con grande spontaneità», ha spiegato l’allenatore spagnolo. «Sono cinici e concreti, ma naturalmente il nostro compito è sviluppare più opzioni per trovare la via del gol. Ci serve varietà di alternative. Di sicuro però, questi risultati da fuori area sono frutto dell’allenamento: durante ogni sessione vedo i giocatori provare parecchio e cercare quel tipo di tiri che poi funzionano in partita».
Un manuale del fare di necessità virtù, visto che i Villans, nonostante la qualità in mezzo al campo, non possono contare su frecce all’arco particolarmente prolifiche. Basti pensare che dal suo arrivo a Birmingham, cioè da cinque stagioni a questa parte, il capocannoniere della squadra è sempre stato Ollie Watkins: un attaccante mobile, moderno, ma che soltanto una volta in carriera (nel 2023/24) ha sfondato quota 20 gol stagionali ai massimi livelli. E nella Premier League in corso ha segnato appena una volta in 13 presenze. Insomma, con grande lucidità Emery sta continuando a trarre il massimo dalle caratteristiche dei suoi ragazzi. E così quello che poteva diventare un allarme offensivo si è tramutato nel trampolino per affinare una fase difensiva impeccabile: due anni fa l’Aston Villa chiudeva con 61 gol subiti in campionato, l’anno scorso con 51, oggi siamo a quota 11 e la proiezione finale dice 33. E la classifica dice che i Villans, attualmente, sono in piena zona-Champions. «Non riusciamo a segnare molto», ammette l’ex tecnico di Arsenal e PSG. «Ora però abbiamo trovato un buon equilibrio tattico che ci mantiene competitivi: difendiamo duro e chiudiamo con parecchi clean sheets». E infatti siamo già a quota otto gare stagionali con la porta inviolata.
Un ultimo dato, che riflette ulteriormente l’efficacia di rendimento di McGinn e compagni: l’Aston Villa registra il terzo peggior numero della Premier League anche alla voce Expected Goals. A riprova che si tratta di una squadra non proprio a suo agio, quando si tratta di creare nitide occasioni da rete, per poi finire a realizzarle in contesti – come il tiro da fuori, appunto – statisticamente meno appetibili da capitalizzare. Soltanto i Wolves e il Burnley fanno peggio, solo che entrambe sono in zona retrocessione. I ragazzi di Emery, invece. continuano a sfidare le big del calcio inglese ed europeo. Paradossalmente, inoltre, i loro reiterati attacchi per vie centrali – più di qualunque altra formazione di Premier – permettono di non scoprirsi in caso di palla persa. S’intravede dunque un percorso tatticamente ben definito, quasi identitario. E ai tifosi dei Villans va benissimo così. Anche perché, di questi tempi, vedere tutti questi gol da fuori è un’autentica rarità. Se non un bel biglietto da visita, per chi volesse farsi un giro spassionato al Villa Park, quando la palla viaggia sulla trequarti.