Lo spettacolare ritorno dello Schalke 04

La promozione in Bundes è arrivata un anno dopo la retrocessione. In pochi se l'aspettavano, ma è stata bellissima.

A un certo punto della stagione, solo qualche sconsiderato avrebbe potuto pronosticare il ritorno dello Schalke 04 in Bundesliga dopo la retrocessione dello scorso anno. E invece la seconda squadra con più soci in Germania, ovviamente dopo il Bayern Monaco, è riuscita a riconquistare il suo posto in massima divisione. E nel modo più spettacolare possibile: nella 33esima giornata di 2.Bundesliga, all’intervallo di quello che era uno scontro diretto contro il St.Pauli ancora in corsa per la promozione, o comunque per il playoff che vale un posto in massima serie, lo Schalke era sotto di due gol, per effetto della doppietta di Igor Matanovic – a segno al minuto numero 9′ e al minuto numero 17′. Al novantesimo, però, il tabellone della Veltins Arena segnava 3-2 per la squadra padrone di casa: doppietta di Terodde e rete decisiva di Zalazar. Al fischio finale, invasione di campo e fuochi d’artificio e giocatori portati in trionfo per una promozione di grande impatto. E, come detto, del tutto inattesa.

Sì, perché basta tornare indietro nel tempo fino alla gara d’andata contro il St.Pauli, a una sconfitta che aveva fatto scivolare lo Schalke fio all’ottavo posto in classifica. E non era ancora finita: a marzo, dopo un incredibile rovescio interno (3-4) contro l’Hansa Rostock, la dirigenza del club aveva deciso di esonerare il tecnico greco Dimitrios Grammozis, per affidare la squadra al 54enne Mike Büskens, che non allenava dal 2016 (ultima esperienza al Rapid Vienna, tutt’altro che esaltante) e che dalle parti di Gelsenkirchen era ricordato in virtù del suo ruolo da protagonista nella vittoria della Coppa Uefa 1997 – che non è poco, ma di certo non basta a fare un allenatore. Come se non bastasse, erano passati pochi giorni dall’inizio della guerra, dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Cosa c’entra lo Schalke? Facile: fino a quel momento lo sponsor di maglia era Gazprom, un alleato fondamentale perché il club – attanagliato da una pluriennale crisi economica – potesse semplicemente sopravvivere. Insomma, una struttura già pericolante rischiava di collassare, anche perché la decisione della dirigenza è stata a dir poco drastica: interruzione di ogni rapporto con l’azienda russa, cancellazione del logo dal kit ufficiale del club e anche dimissioni di un componente del consiglio d’amministrazione, Matthias Warnig, storicamente vicino a Putin e a Gazprom.

Da quel momento così critico, la stagione dello Schalke è svoltata: sette vittorie in otto partite, e il merito maggiore va ascritto a Simon Terodde, centravanti 34enne che in Italia sarebbe definito come attaccante di categoria, in virtù delle sue 166 reti realizzate in 2.Bundesliga – una cifra che lo rendono il miglior cannoniere di sempre nella storia del campionato di seconda divisione. I gol realizzati contro il St.Pauli sono stati il numero 28 e 29 della sua stagione, un numero già raggiungo in occasione dell’ultimo salto in Bundesliga – con il Colonia nell’annata 18/19 – e che l’hanno reso l’idolo indiscusso della Veltins Arena. Anche perché la retrocessione e la crisi hanno portato a una rivoluzione mai vista prima nella rosa, al punto che il direttore sportivo  Rouven Schröder, proveniente dal Magonza, è arrivato a dire che «non ho mai vissuto né visto una campagna di mercato di questa portata». In effetti 45 trasferimenti completati in una sola estate sono veramente tanti. Ma era una strada inevitabile per ridurre il budget: da 80 a 20 milioni di euro. Anche per questo il ritorno immediato in Bundesliga era a dir poco inatteso.

Protgaonista principale di questa ristrutturazione – tecnica, ma anche filosofica, di pensiero – è stata Christina Rühl-Hamers, direttrice finanziaria del club a partire da ottobre 2020, la prima donna a ricoprire un ruolo così importante nella storia del calcio tedesco. L’obiettivo dichiarato da Rühl-Hamers era «impostare le nostre finanze in modo che siano solide a lungo termine. Quindi non possiamo spendere soldi che non abbiamo». Oltre al taglio dei fondi per la gestione sportiva della squadra, sono stati interrotti anche i lavori di costruzione della nuova Academy e del nuovo centro sportivo del club. Persino la divisione eSport, una delle più importanti al mondo, è stata venduta in cambio di 25 milioni di euro. In questo modo i debiti si sono ridotti fino a 183 milioni di euro: una cifra ancora altissima, ma che non ha impedito alla squadra di imporsi come la più spregiudicata e spettacolare del campionato: la promozione è arrivata nonostante i 43 gol subiti in 33 partite, ovviamente per merito di un attacco che ha raggiunto quota 70. E che, oltre a Terodde, ha portato un altro calciatore in doppia cifra: Marius Bülter, ex Union Berlin, autore di 12 gol.

Oltre a un gioco spumeggiante, un altro aspetto che ha contribuito alla promozione è senza dubbio l’unità che si è respirata dentro e intorno lo Schalke dopo questa sorta di rivoluzione etica avvenuta dopo la rottura con Gazprom, per altro a pochi mesi da un altro addio storico, quello del proprietario Clement Tönnies, un personaggio a dir poco controverso: Kornelia Toporzysek, avvocato ed ex dirigente dello Schalke durante l’era-Tönnies, ha raccontato al medium DW che «mi ero allontanata dal club per protestare contro il sistema patriarcale della precedente gestione, ma ora ci stiamo reinventando. Ora siamo di nuovo uniti». Se la stagione dello Schalke fosse uno spot pubblicitario, il claim potrebbe essere proprio Di Nuovo Uniti, anche perché questa sensazione di ritrovata coesione si è percepita anche all’interno della Veltins Arena, nei pub vicini allo stadio, insomma in un ambiente che sta respirando aria nuova, un po’ più fresca, dopo anni di difficoltà, di aria pesante. Il fatto che il ritorno in Bundesliga sia arrivato praticamente subito è un’ulteriore buona notizia, per lo Schalke ma anche per tutto il calcio tedesco, che ritrova una grande piazza e sta ritrovando una grande società.