L’Italia che abbiamo visto contro Albania e Olanda

Convincente, versatile, propositiva: i due successi ravvicinati ci raccontano una Nazionale in crescita, anche grazie ai debuttanti.
di Claudio Pellecchia
29 Marzo 2017

Numeri da record, qualche faccia nuova, una crescita costante nella fiducia dei propri mezzi. Questo è ciò che lasciano in eredità le prime due uscite del 2017 della Nazionale. Una squadra, quella di Ventura, capace di vincere in maniera diversa due partite diverse, e non solo perché la prima era una gara di qualificazione al Mondiale e la seconda una semplice amichevole: se contro l’Albania contavano i tre punti e poco altro per arrivare al meglio al redde rationem con la Spagna il prossimo 2 settembre, contro l’Olanda si era alla ricerca di segnali importanti dal punto di vista del gioco della personalità.

Missione compiuta in entrambi i casi: vittoria e mantenimento del primato del girone G in coabitazione con le Furie Rosse (comunque avanti per la differenza reti) venerdì a Palermo, successo convincente di prestigio martedì all’Amsterdam ArenA, condito da ben cinque debutti assoluti (Gagliardini, Spinazzola, Petagna, D’Ambrosio e Verdi) che fanno salire a 11 il numero di esordi avvenuti con l’attuale ct. Il quale a fine gara, non ha mancato di sottolineare come «ci si giocava l’immagine che ci siamo costruiti in questi mesi di lavoro. Questa squadra ha mostrato il suo spirito e la sua capacità di lottare».

Il gol di Eder contro l’Olanda

Partite diverse, dicevamo. Vinte in maniera diversa e con due moduli e approcci diversi: uno spregiudicato 4-2-4 (reso possibile dal grande sacrificio in fase passiva dei due esterni alti Insigne e Candreva) contro gli albanesi del sempre ottimo De Biasi, abile a togliere la profondità a Immobile e Belotti, a fare densità a centrocampo e a costringere all’uno contro uno in transizione Bonucci e Barzagli; un più solido 3-5-2 contro un’Olanda in crisi di gioco, risultati e identità, con Verratti libero di portare palla e avanzato di una quindicina di metri rispetto all’abituale raggio d’azione. Un’ulteriore dimostrazione della versatilità e dell’adattabilità dell’Italia rispetto all’avversario di giornata: dettaglio non da poco per chi sarà chiamato ad andare in Spagna a giocarsi il pass per Russia 2018, interpretando una gara accorta e di grande concentrazione in fase di non possesso, pur senza snaturare le caratteristiche di propositività e controllo del gioco messe in mostra nelle ultime partite.

La rete con cui Bonucci ha sancito il definitivo 2-1 ad Amsterdam

Del resto, la qualità non manca in nessun reparto, come dimostrato proprio in queste due partite: in difesa, dietro a un Buffon che ha appena tagliato il traguardo delle 1000 partite in carriera, c’è un Donnarumma che, contro l’Olanda, è diventato il più giovane portiere (18 anni, un mese e tre giorni) a partire titolare in Nazionale. Barzagli, Bonucci (in gol ad Amsterdam) e Chiellini (benché assente nell’ultima tornata di convocazioni causa infortunio) continuano ad essere una certezza, con Romagnoli e Rugani pronti a fare la loro parte ogni volta che vengono chiamati in causa proprio come accaduto contro gli oranje. A centrocampo, detto dell’imprescindibilità di Verratti al netto di moduli e numeri (comunque molto meglio da regista che da trequartista, per quanto atipico), la menzione d’onore spetta a Daniele De Rossi, che ha sbloccato su rigore la sfida con l’Albania (ventesimo centro in azzurro per lui) ed è diventato il quinto più presente di sempre a quota 112, agganciando un monumento come Dino Zoff. La batteria di esterni in grado di fare la doppia fase senza problemi (De Sciglio, Spinazzola, Darmian, Zappacosta, ma anche i già citati Insigne e Candreva quando si è giocato a quattro dietro) ha permesso a ventura di sperimentare schemi e soluzioni senza perdere di vista l’equilibrio, con Parolo e Gagliardini utilissimi nell’apportare il giusto mix di quantità e qualità. Davanti, invece, Immobile e Belotti sembrano essersi definitivamente conquistati i galloni della titolarità: l’attaccante della Lazio è andato in gol nelle ultime tre gare di qualificazione al Mondiale (per un totale di cinque gol in altrettanti incontri), quello del Torino, anche quando non segna, riesce a farsi apprezzare per la grande mobilità, lo spirito di sacrificio e il suo mettersi a disposizione della squadra. E, in ogni caso, c’è un Eder sempre abile a farsi trovare al posto giusto al momento giusto (contro l’Olanda è arrivato il suo quarto gol in Nazionale: curiosamente tutti segnati in trasferta), un Petagna in rampa di lancio e un Gabbiadini che, quando non sarà costretto a marcare visita, potrà certamente dare il suo contributo alla causa.

Il gol della sicurezza di Ciro Immobile contro l’Albania

L’appuntamento, ora, è per il prossimo 7 giugno per un’altra amichevole di lusso contro l’Uruguay che precederà l’impegno ufficiale dell’11 contro il Lichtenstein. Poi, a settembre, sarà Spagna. Finalmente.

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