Cosa sappiamo dell’esonero di Lopetegui

L'allenatore della Nazionale spagnola ha annunciato il suo ingaggio da parte del Real Madrid a poche ore dal debutto della Selezione al Mondiale.
di Redazione Undici 13 Giugno 2018 alle 12:58

Julen Lopetegui non è più l’allenatore della Nazionale spagnola, lo ha dichiarato Luis Rubiales, neoletto presidente della Federazione spagnola, a 48 ore dalla prima partita della Nazionale di Spagna a Russia 2018. La notizia dell’ingaggio dell’allenatore da parte del Real Madrid è arrivata ieri, dopo il rifiuto della prima scelta Pochettino. Pare che a conoscenza dell’accordo ci fossero già i convocati spagnoli del Real, ma la voce si stava diffondendo troppo velocemente per tenerla nascosta. Così l’annuncio è arrivato, cogliendo di sorpresa la Federazione, informata di tutto a soli cinque minuti dalla pubblicazione della notizia.

Rubiales è stato chiaro, ed è stato esemplificativo il suo apparire solo, senza l’allenatore al proprio fianco: «Non mi sento tradito, il problema è come sono state fatte le cose, con una totale assenza di partecipazione della Federazione. È qualcosa su cui non possiamo passare. Lopetegui è un professionista impeccabile ma le formalità sono importanti». Il presidente è stato anche abbastanza duro con il Real, sottolineando come sia importante vincere ma anche fare le cose con i tempi e i modi più consoni. Intanto in Spagna ci sono testate che presentano invece uno scenario diverso, con Rubiales pienamente consapevole di quanto stesse succedendo tra il selezionatore e il Real. Resta l’assoluta eccezionalità della cosa. Nessun ct era mai stato esonerato alla vigilia di un Mondiale. Il giornalista Nick Miller ha ricordato su Twitter il caso di Eduard Malofeyev, sostituito sulla panchina dell’Urss per Messico 1986 da Valery Lobanovskyi a un mese dall’inizio del torneo «a causa degli scarsi risultati in amichevole», come ha scritto anche il Guardian nel 2017. A inizio aprile il Giappone ha esonerato Vahid Halilhodzic per «problemi di comunicazione e mancanza di fiducia da parte dei giocatori». Durante Francia 1998, invece, l’Arabia Saudita, la Corea del Sud e la Tunisia hanno esonerato i rispettivi ct (Carlos Alberto Parreira, Cha Bum-kun e Henryk Kasperczak) dopo le prime due partite, tutte perse. Ma così come il caso Spagna mai.

La Spagna è arrivata a questo Mondiale con i galloni di favorita, se non la numero uno almeno tra le prime cinque formazioni a contendersi il possibile titolo di campione del mondo. Con Iniesta capitano e la possibilità di variare dal 4-3-3 al 4-2-3-1, con o senza numero 9 puro, i due volti campioni d’Europa avevano ritrovato il gusto associativo che sembrava andato perduto e il girone di qualificazione dominato era stato l’esempio più lampante delle potenzialità della squadra. Con Aspas o Diego Costa preferiti al falso nueve (utilizzato dal tecnico solo in casi sporadici), la Spagna ha mostrato anche nelle amichevoli pre Mondiale di avere fiducia nei propri mezzi e una grande capacità nel portare il maggior numero possibile di giocatori d’attacco nella propria metà campo. Pressing alto, recupero immediato del pallone e dominio della sfera; la vittoria di marzo per 6 a 1 sull’Argentina di Messi aveva messo in risalto la qualità di una delle squadre meglio attrezzate della competizione.

Gli highlights della sfida contro l’Argentina

Quel che è certo è che non sarà semplice per la Spagna gestire il carico emotivo e psicologico di una situazione come quella attuale. Per Lopetegui è invece la sconfitta di un progetto che invece sembrava poter essere nuovamente vincente. Se a Mondiale concluso si siederà sulla panchina del club più vincente al mondo, dopo essere stato sulle panchine delle under spagnole del Real Castilla e del Porto, difficilmente riuscirà a togliersi di dosso l’etichetta di traditore che in molti gli stanno affibbiando.

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