La nuova era dell’Italia Under 21

Paolo Nicolato guida un gruppo ricco di giocatori di talento, che vogliono ripetere il percorso dei loro predecesori.

L’ultimo anno dell’Italia Under 21 è stato ricco di momenti significativi: l’Europeo giocato in casa con una rosa estremamente competitiva, l’eliminazione ai gironi frutto di una partita sbagliata e sfortunata e di un regolamento crudele, poi la rifondazione, la ripartenza, che ha aperto le porte della Nazionale a una delle generazioni di talenti più promettenti degli ultimi anni. Tutto procede nel segno della programmazione federale, che ha permesso agli Azzurrini di sostituire i grandi nomi dell’ultima Under – Chiesa, Barella, Lorenzo Pellegrini, Zaniolo, Mancini – con un gruppo altrettanto ricco, guidato dallo stesso allenatore che l’ha condotto per mano nel calcio che conta, Paolo Nicolato. Il ct che ha sostituito Di Biagio può contare su una squadra che ha allevato nella sua esperienza alla guida di tutte le Nazionali giovanili, dall’Under 18 fino all’Under 20, un percorso progressivo portato avanti insieme insieme ai suoi ragazzi: Plizzari, Bettella, Del Prato, Frattesi, Kean, Pinamonti, Scamacca.

Questo è il gruppo storico, a cui si aggiungono anche Locatelli, Tonali e Cutrone, le stelle ancora eleggibili per questo nuovo ciclo insieme a Zaniolo, che però è stato aggregato in pianta stabile alla Nazionale maggiore. Proprio questa è la mission di Nicolato, che ha l’anima del tecnico federale, dell’uomo che vuole rispettare il programma, che desidera alimentare la salute del movimento. Con i risultati, certo, ma anche e soprattutto con il lavoro in prospettiva. Quando si è insediato sulla panchina dell’Under 21, l’ex tecnico del Lumezzane e del vivaio del Chievo ha spiegato che «l’obiettivo di una nazionale giovanile è creare i presupposti perché i migliori talenti possano essere convocati nella Nazionale senior. Dobbiamo crescere giocatori funzionali al progetto tecnico dell’Italia, quindi c’è e ci sarà sempre massima collaborazione con Mancini. Anche il modulo e i principi saranno in linea con la Nazionale maggiore».

La strada, insomma, è delineata. Si lavora per il presente e per il futuro, così come è stato fatto negli ultimi anni nei livelli più bassi, dall’Under 19 fino all’Under 17. I risultati sono stati molto incoraggianti per queste selezioni, e allo stesso modo è iniziata la nuova era dell’Under 21: sei partite giocate, cinque vittorie e un pareggio; i gol segnati sono stati 19, mentre la porta di Plizzari e Carnesecchi è rimasta inviolata. Nel girone di qualificazione agli Europei del 2021, gli Azzurrini sono secondi dietro l’Irlanda, ma hanno giocato due partite in meno rispetto ai verdi britannici e potrebbero portarsi a +3 nel caso in cui battessero Lussemburgo e Svezia nelle due partite rimandate a causa della pandemia.

Moise Kean ha segnato cinque gol in nove presenze con l’Under 21, di cui due nell’ultimo match prima del lockdown, contro l’Armenia (Maurizio Lagana/Getty Images)

Gli uomini migliori di questa prima parte di stagione sono stati Scamacca e Kean, autori di tre reti nei match di qualificazione agli Europei. Accanto a loro, hanno fatto molto bene anche il nuovo capitano Locatelli e poi Cutrone, Frattesi e Sottil. Questi nomi dimostrano come anche questo nuovo ciclo si fonda su una grande quantità di talento, soprattutto nel reparti avanzato: finora Nicolato ha schierato la sua squadra con il 4-3-3 utilizzato della Nazionale senior, ma a differenza del ct Mancini ha utilizzato un tridente più fluido, spesso con due o anche tre attaccanti di ruolo (Scamacca, Kean e Pinamonti, oppure Cutrone, Kean e Pinamonti) piuttosto che con due esterni puri e una punta centrale. Negli altri reparti, fiducia a Locatelli nello slot di regista davanti alla difesa, fondata su Bastoni, Ranieri e su Luca Pellegrini, un altro reduce del Mondiale Under 20 di un anno fa.

È proprio su questa conoscenza reciproca, sulla fiducia costruita negli anni e su un’idea di percorso lungo si fonda il lavoro di questa nuova Under 21. È stato lo stesso ct Nicolato a spiegarlo, a raccontarlo, in un’intervistaRepubblica di poche settimane fa: «I ragazzi li conosco molto bene, li ho seguiti tantissimo per molti anni e so che possono fare grandi cose. Noi abbiamo il compito di far crescere i giovani, di renderli pronti per la Nazionale, anche se questo ci crea dei problemi nella preparazione delle partite che ci aspettano. Non è facile avere un ricambio continuo di ragazzi, ma ho cercato di approfittare di questo momento di stop per guardare le partite che avevo magari tralasciato e dedicarmi forse di più a quei giocatori che non ho convocato e che stanno muovendo i primi passi tra i professionisti. Voglio capire se c’è qualcun altro che può darci una mano, quelli che potenzialmente possono esserci utili, voglio conoscere al meglio tutti i giocatori, non solo quelli che convoco».

Gli highlights di Italia-Islanda 3-0, penultimo match giocato dagli Azzurrini nelle qualificazioni agli Europei 2021

Questo approccio al lavoro, da parte di Nicolato, potrebbe diventare ancora più importante in un periodo così particolare e incerto come quello che stiamo vivendo. Gli Europei Under 21 sono il grande obiettivo dell’Italia – per gli Azzurrini l’ultimo successo risale al 2004, poi ci sono state una finale persa nel 2013 e due semifinali raggiunte, nel 2009 e nel 2017 – e potrebbero essere rimandati a causa della sovrapposizione con l’Europeo per Nazionali senior. Proprio Nicolato ha spiegato che «non ci sono certezze e il problema neanche si pone, la pandemia ci ha tolto tutti i requisiti per fare una valutazione precisa. Se giocassimo le qualificazioni adesso o tra qualche mese, è possibile anche che potremo farle con una squadra e, in caso di qualificazione, la fase finale con un’altra formazione, perché da qui a due anni è difficile pensare di avere la stessa rosa a disposizione».

L’Italia Under 21 è attesa da un inevitabile periodo di transizione, ma nel frattempo sembra avere basi solide su cui lavorare, su cui costruire il futuro, il proprio e quello della Nazionale maggiore. Finora è andata proprio così, così bene: da quando è diventato commissario tecnico, Roberto Mancini ha inserito gradualmente tanti reduci dal percorso con gli Azzurrini, solo nell’ultima lista dei convocati c’erano Meret, Castrovilli, Tonali, Zaniolo, Mandragora, Barella, Chiesa e Orsolini. Il nuovo gruppo di Nicolato dovrà cercare di ripetere questo percorso così virtuoso e fruttuoso, ha le possibilità di riuscirci, e già questo è un grande successo per il lavoro di tutti.