Da dove arriva Moustapha Cissé, che fino a febbraio giocava in una squadra di rifugiati

Dalla Seconda Categoria pugliese al primo gol nella prima gara disputata in Serie A.
di Redazione Undici 21 Marzo 2022 alle 12:17

Il primo gol realizzato in Serie A, per di più all’esordio assoluto nel massimo campionato, è una storia sempre bellissima per tutti i calciatori. Ma per Moustapha Elhadji Cissé, 18enne attaccante guineano di proprietà dell’Atalanta, quel momento ha dei significati in più, e anche più importanti. La sua, infatti, è una storia quasi magica: Moustapha giocava in Seconda Categoria pugliese solo poche settimane fa, l’Atalanta gli ha fatto firmare un contratto e l’ha aggregato alla squadra Primavera il 23 febbraio scorso, dopo averlo notato nel corso di una partita disputata con la sua ex squadra – l’ASD Rinascita Refugees, che ha sede a Copertino, in provincia di Lecce. Cissé ha disputato la sua prima gara con la Primavera quattro giorni dopo il suo arrivo a Bergamo, e anche in quell’occasione ha realizzato un gol, anzi due, contro il Milan.

L’approdo di Cissé in prima squadra è un evento un po’ casuale, dovuto alle assenze di vari attaccanti a disposizione di Gasperini – su tutti Duván Zapata. Il tecnico dell’Atalanta ha deciso di convocarlo per la gara casalinga contro il Genoa di una settimana fa, finita 0-0, e poi di mandarlo in campo per la prima volta nel secondo tempo di Bologna-Atalanta, anche quella inchiodata sullo 0-0 al momento del suo ingresso sul terreno gioco al posto di Muriel. Sedici minuti dopo aver iniziato la sua prima partita tra i professionisti, Cissé si è fatto trovare pochi centimetri dentro l’area di rigore, in un quadrato di campo perfetto per sfruttare un bell’assist di Mario Pasalic: tiro a girare con il sinistro e palla in buca d’angolo. Si è trattato di un gol fondamentale per l’Atalanta, che altrimenti avrebbe dovuto dire addio alla possibilità di qualificarsi alla prossima Champions League – la squadra nerazzurra accusa otto punti di svantaggio dalla Juve quarta in classifica, ma deve recuperare una partita.

Insomma, Moustapha Cissé ha scritto – perché ha vissuto – una storia che sarebbe splendida già così. Ma c’è anche dell’altro: la Rinascita Refugees, come si evince dal nome, è una società che utilizza il calcio come veicolo di integrazione per rifugiati e migranti, nell’ambito dei progetti SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e SIPROIMI (Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e per Minori Stranieri non accompagnati). Oltre a disputare il campionato di Seconda Categoria, la Rinascita Refugees ha anche trionfato nell’ultima edizione del Progetto Rete!, che dal 2015 permette a tantissime squadre con finalità umanitarie di confrontarsi tra loro a livello regionale e poi nazionale.

Nato nel 2015 per promuovere il calcio come strumento educativo, formativo e di integrazione sociale, il Progetto Rete! ha dei numeri in crescita esponenziale: per la prima edizione furono coinvolti 237 giocatori, arrivati poi alle soglie di quota 600 per l’edizione 2019, l’ultima prima dell’inevitabile rallentamento dovuto alla pandemia. Cissé è entrato a far parte di questo mondo di integrazione e solidarietà nel 2019, al termine del suo viaggio dalla Guinea all’Italia, e ora è bellissimo pensare che sia potuto arrivare fino all’Atalanta, alla Serie A, a essere protagonista su un palcoscenico così importante. È un segnale chiaro: accogliere e coltivare la diversità è sempre la cosa migliore da fare.

Il gol di Cissé

 

La foto in apertura è tratta dal profilo Twitter dell’Atalanta
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