Marcus Edwards è l’ultimo talento perduto dalle big di Premier League

L'attaccante dello Sporting Lisbona è esploso all'improvviso, ma la sua storia racconta una chiara tendenza di mercato.

Marcus Edwards è un fantasista offensivo inglese che gioca nello Sporting Lisbona. Il fatto che abbia vissuto una grande notte di Champions contro il Tottenham, il club in cui è cresciuto e che l’ha lasciato andare, racconta una storia decisamente più complessa rispetto a quella ormai trita e ritrita del talento incompreso che si prende la sua vendetta su coloro che l’hanno scartato. Anche perché il fatto che Edwards non abbia segnato ha un peso relativo sulla valutazione della sua partita: nel primo tempo, infatti, il numero 10 dello Sporting aveva seminato il panico nella difesa di Conte saltando gli avversari in maniera irridente, prima di chiudere un velocissimo scambio con Trincão e di provare a battere Lloris con un tiro in controtempo. Sarebbe stata una rete meravigliosa, ma il punto non è questo: il punto è che questa azione e l’enorme peso creativo di Edwards sul gioco dello Sporting certificano il fatto che ci troviamo di fronte a un calciatore di qualità e di personalità. A un talento che tra meno di tre mesi compirà 24 anni, e che quindi non è più giovanissimo, ma ha tutto ciò che serve per riprendersi ciò che gli è stato tolto.

Come detto, il fatto che Edwards abbia vissuto tutto questo in una gara contro il Tottenham, la sua ex squadra, ha un significato profondo. Sì, perché la cosa che stupisce di più, soprattutto tenendo conto della storica reticenza dei giocatori britannici a trasferirsi all’estero, è il fatto che Edwards giochi nello Sporting Libona. Anzi, la sua storia è ancora più particolare: a differenza per esempio di Jadon Sancho, Edwards non si è trasferito direttamente in una squadra importante ma non ricchissima del calcio europeo, piuttosto è passato da un club medio-borghese come il Vitória Guimarães. Da lì, poi, si è trasferito allo Sporting. È successo tutto piuttosto di recente: dopo due anni in prestito non proprio entusiasmanti al Norwich e all’Excelsior (prima divisione olandese) tra il 2017 e il 2019, Edwards ha lasciato il Tottenham a titolo gratuito e si è trasferito in Portogallo, per poi accettare l’offerta dello Sporting nel corso dell’ultimo mercato invernale. Per il Vitória si è trattato di un grande affare, visto che ha incassato 7,5 milioni di pura plusvalenza.

Ora è già partita la narrazione del rimpianto per la grande promessa che ha lasciato il Tottenham in cerca di affermazione: in questo articolo di ESPN, per dire, si legge che «agli Spurs ci sono stati problemi di infortuni e anche di rapporti con l’autorità dell’allenatore», ma anche che Pochettino – il manager che l’ha fatto esordire da pro nel 2016 e poi non l’ha più mandato in campo – l’aveva paragonato a Messi, per poi definirlo «un potenziale top player che però ha bisogno di lavorare per esprimere il suo potenziale». Sono frasi preconfezionate e senza molto senso, visto che esperienze come quelle di Edwards sono un sintomo chiaro del fatto che la bolla tecnica della Premier League sia ormai implosa, costringendo moltissimi giovani a emigrare all’estero pur di accumulare minuti di gioco. Il già citato Sancho ha aperto la strada dell’invasione inglese in Bundesliga, poi è stata la volta dell’Italia – si pensi a Tomori e Abraham, tra gli altri – fino ad arrivare a tornei con meno appeal come l’Eredivisie olandese, che oggi ospita cinque calciatori inglesi, e la Primeira Liga portoghese: oltre a Edward, ci sono altri tre calciatori britannici, ovvero il difensore inglese Opoku (dell’Arouca) e gli scozzesi Johnston (Vitória Guimarães) e Holsgrove (Paços de Fereira).

Una prestazione davvero dominante

Ovviamente è difficile pensare che tutti questi ragazzi possano seguire le orme di Edwards e di raggiungerlo: il video che vedete sopra è solo l’ultimo exploit di un grande inizio di stagione, suggellato da quattro gol e tre assist in nove gare stagionali. Basta riguardare gli highlights della precedente gara di Champions contro l’Eintracht – un gol e un assist per Edwards – per rendersi conto della qualità e delle prospettive del piccolo attaccante dello Sporting, un esterno di fantasia che il tecnico Rúben Amorim ha convertito in centravanti tascabile in grado di incendiare le difese avversarie con la sua tecnica in velocità, con un sinistro che effettivamente ricorda – per precisione e inventiva – quello di Messi. Ovviamente si tratta di un paragone infondato e irriverente, ma forse l’esplosione di Edwards potrebbe avviare anche una riflessione nel calcio inglese, capace di produrre e attrarre talento come mai prima d’ora ma anche in grado di disperderlo, di sprecarlo sull’altare del calciomercato.