Mykhaylo Mudryk è il talento più eccitante in questo avvio di stagione

L'esterno dello Shakhtar si sta prendendo la scena, ed è destinato a un radioso futuro.

Non è facile predire con esattezza  il prototipo di grande attaccante/talento offensivo del futuro: fino a pochi anni fa gli attaccanti compatti ed esplosivi come Mbappé sembravano destinati a dominare il calcio, poi però è arrivato il meteorite Haaland a rimettere in discussione tutto; da qualche tempo, fatte le dovute proporzioni, gli esterni fantasiosi eppure fisicati e potenti come Kvicha Kvaratshkhelia si stanno prendendo la scena. Ed è proprio in questo filone che si sta facendo spazio il profilo algido di Mykhaylo Mudryk, laterale d’attacco dello Shakhtar Donetsk e della Nazionale ucraina. In realtà si parla di Mudryk già da diversi anni, da quando era esploso nella formazione giovanile dello Shakhtar impegnata in Youth League, poi la guerra e l’inevitabile riassetto del calcio ucraino hanno offuscato per un attimo la sua stella. Qualcuno – si dice l’Arsenal – ha provato a ripetere proprio ciò che ha fatto il Napoli con Kvaratshkhelia, ovvero andarsi a prendere il giocatore nel momento in cui il suo club era in difficoltà per via del conflitto, ma le cronache di mercato raccontano una storia per cui lo Shakhtar, questa estate, ha rifiutato una proposta da 30 milioni di euro. Una scelta che si basa su un’idea piuttosto semplice: tutti, nel club ucraino, sono convinti che questa valutazione sarà per lo meno raddoppiata nei prossimi anni.

Non è un’ipotesi irrealistica, tutt’altro. Basta guardare i video-skills su YouTube per rendersi conto che Mudryk è un possibile fuoriclasse generazionale, una specie di fenomeno in fase di crescita che ha margini di sviluppo potenzialmente infiniti. Non è proprio un adolescente come molti altri giocatori-rivelazione degli ultimi anni – è nato a Krasnograd, nella provincia di Kharkiv, il 5 gennaio del 2001 – ma è già un calciatore completo, senza apparenti punti deboli: ama stare largo a sinistra per poter rientrare in campo e giocare col destro, il suo piede forte, ma in realtà non è per niente prevedibile, nel senso che spesso si sposta il pallone sul sinistro e sfrutta tutta l’ampiezza del campo per superare i suoi avversari. Ciò che stupisce, di Mudryk, è la rapidità con cui esegue le sue giocate: in pratica non fa differenza se ha o meno il controllo del pallone, riesce sempre a bruciare i propri avversari sulla corsa e con la corsa, come se niente e nessuno possa rallentarlo. Figuriamoci fermarlo.

Non c’è eccesso di entusiasmo in certi termini, in certe definizioni: per capirlo è sufficiente rivedere la sintesi di Lipsia-Shakhtar 1-4 – una partita importante di Champions League, tanto per gradire – e il modo in cui Mudryk punta l’avversario diretto e poi serve Sved un attimo prima del secondo gol degli ucraini, oppure la semplicità con cui batte Gulacsi con un diagonale secco di sinistro, in teoria il suo piede debole, al termine di un contropiede perfetto che l’ha portato a segnare il suo primo gol in Champions League, oppure ancora lo scatto in verticale e il tocco a smarcare Traoré solo davanti alla porta in occasione del gol che ha fissato il risultato della gara. Ha impressionato allo stesso modo anche contro il Celtic, segnando un altro grande gol – sempre di sinistro – al termine dell’ennesima azione tutta in verticale della sua squadra.

Un po’ di azioni impressionanti di Mudryk, sia con lo Shakhtar che con l’Ucraina

Proprio questo miglioramento sotto porta ha un significato importante, visto che la capacità realizzativa era il difetto più evidente di Mudryk, almeno fino a qualche tempo fa. Lo dicono i numeri: le due reti di cui abbiamo parlato sono solo la numero tre e la numero quattro da quando gioca in prima squadra; anche se in fondo ha disputato solamente 1.394 minuti in 31 partite a livello senior, la quota resta piuttosto bassa. Stesso discorso anche per quanto riguarda il suo percorso con l’Ucraina: la precaria situazione della Nazionale A nell’ultimo anno fa in modo che le sette presenze con zero gol accumulate finora siano da pesare con attenzione, ma le sole tre reti in 16 apparizioni con l’Under 21 dicono tanto su di lui. Su ciò che doveva migliorare e su cui, evidentemente, ha lavorato molto negli ultimi tempi.

Roberto De Zerbi, che ha avuto la possibilità di allenarlo prima dell’invasione da parte delle truppe russe, ha parlato di Mudryk definendolo un calciatore «potenzialmente in grado di vincere il Pallone d’Oro». Anche qui, nessuna esagerazione, in effetti si tratta di una vera e propria gemma di talento, di un giocatore che già un anno fa, di questi tempi, dava una grande impressione di sé in una partita giocata in casa del Real Madrid, e che nel frattempo è maturato molto: nella capacità di ribaltare il fronte di gioco, di essere decisivo sottoporta e nel momento della rifinitura, di offrire un buon contributo anche in fase difensiva. Ora resta solo da capire come, quando e soprattutto per quanto lascerà lo Shakhtar. Due cose sono certe: la prima è che sarà un top club europeo a portarlo via. La seconda è che 30 milioni, in effetti, sono davvero troppo pochi.