La carriera da allenatore di Ruud van Nistelrooy è iniziata piuttosto bene

Il suo PSV ha vinto la Supercoppa d'Olanda, è in testa alla classifica e valorizza il talento dei suoi tanti giovani, soprattutto in avanti.
di Redazione Undici 08 Novembre 2022 alle 19:19

Battendo l’Ajax all’Amsterdam Arena, il PSV si è preso il primo posto in Eredivisie. Potrebbe essere un primato momentaneo, visto che la squadra campione d’Olanda ha due punti da recuperare e una partita in meno, ma in ogni caso si tratta di un risultato importante per la squadra di Eindhoven. E per il suo allenatore, che ha iniziato quest’anno la sua carriera in panchina: Ruud van Nistelrooy. In realtà l’ex centravanti del Manchester United, uno degli attaccanti più forti e più belli da veder giocare degli ultimi trent’anni di calcio, non è proprio alla primissima esperienza: è già stato assistente ct dell’Olanda in due periodi diversi (2014–2016 e 2019–2022) e ha guidato l’Under 19 e la seconda squadra del PSV, la società in cui si è affermato da calciatore dopo il percorso giovanile al Den Bosch e una stagione all’Heerenveen. È evidente, però, che tutte queste avventure erano molto meno impegnative rispetto a quelle sulla panchina della prima squadra, che doveva sostituire Roger Schmidt dopo due stagioni e in estate era iscritta anche ai preliminari di Champions League. Proprio il percorso europeo ad agosto ha regalato le prime gioie ma anche i primi dolori, a Van Nistelrooy: successo nel doppio confronto con il Monaco e poi eliminazione per mano dei Rangers. Qualche giorno prima, il PSV aveva conquistato anche il primo trofeo stagionale: la Johan Cruijff Schaal, il nome ufficiale della Supercoppa d’Olanda, arrivata grazie a un pirotecnico 5-3 contro l’Ajax.

Ad agosto forse era ancora un po’ presto per vedere la mano del nuovo allenatore, ma poi l’inizio della stagione “regolare” – cioè dell’Eredivisie e dell’Europa League – ha svelato le carte in tavola: il PSV è diventata fin da subito una squadra con le sembianze del proprio allenatore, meno frenetica e verticale rispetto all’era-Schmidt, e più propensa al controllo del gioco attraverso il possesso palla. Questo però non la rende meno offensiva e quindi divertente da seguire, tutt’altro: in 24 gare stagionali, il PSV ha messo insieme 68 gol fatti e 32 subiti. È ovvio che delle cifre così alte sono dovute soprattutto alla netta superiorità della squadra di Eindhoven rispetto alle avversarie di Eredivisie, non a caso la squadra di Van Nistelrooy ha segnato 42 gol in 13 gare di campionato, più di tre ogni 90′, ma è andata piuttosto bene anche in Europa League: sono arrivate quattro vittorie, di cui una contro l’Arsenal, un pareggio e una sconfitta. Solo i Gunners di Arteta hanno fatto meglio, e infatti il PSV affronterà i playof di febbraio contro il Siviglia.

I buoni risultati sono arrivati anche perché Van Nistelrooy ha ideato e attuato un sistema in grado di capitalizzare il talento dei giocatori offensivi: Cody Gakpo e Xavi Simons sono entrambi in doppia cifra, in attesa che anche Madueke ritorni ai suoi livelli – e in quel caso si formerebbe un attacco davvero di alto livello, con questi tre fantasisti alle spalle del veterano Luuk de Jong. Anche Til, Veerman e Sangaré, tutti sotto i 25 anni, hanno vissuto un grande avvio di stagione, sia dal punto di vista realizzativo – hanno segnato otto, sette e cinque gol in tutte le competizioni – che per quanto riguarda tutto il resto degli aspetti tecnico-tattici. In effetti Van Nistelrooy è stato scelto proprio perché, lungo il suo percorso di formazione come tecnico, ha mostrato di avere grande talento nel gestire e far crescere i giovani. È una sensazione confermata anche da uno dei suoi ragazzi, il 21enne centrocampista Ismael Saibari, che ha lavorato con lui l’anno scorso nel Jong PSV e che quest’anno è stato aggregato regolarmente alla prima squadra prima di infortunarsi: «È un tecnico che dà fiducia a noi giocatori, che sa bene quali parole usare e come influenzarci. Di solito è molto calmo, ma poi sa essere anche duro quando vuole ottenere qualcosa da noi, e questo è il modo giusto di relazionarsi con i giocatori, soprattutto quelli più giovani, che devono crescere ancora». Anche Van Nistelrooy deve ancora crescere, è appena all’inizio della sua carriera. Ma, come dire: le premesse e le promesse sembrano essere piuttosto incoraggianti.

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