Ma come diavolo ci è arrivato il Girona in testa alla Liga?

Un progetto serio ispirato dal City Football Group, un calcio cinematografico e un gruppetto di grandi talenti.

Il Girona che comanda la Liga è sicuramente una sorpresa. Ma non è un miracolo, né una cosa così assurda – lo diventerebbe se le cose dovessero restare così fino alla fine o anche alla metà del campionato. Basta conoscere un po’ di storia recente per rendersi conto che siamo di fronte a un progetto tutt’altro che improvvisato: il club catalano è stato acquistato nel 2017 dal City Football Group (44% delle azioni) e dal Girona Football Group (44% delle azioni), società che fa capo a Pere Guardiola, fratello di Pep, e che quindi è inevitabilmente legata all’universo del Manchester City. Dopo le due stagioni d’esordio in Liga, la retrocessione del 2019 e il ritorno in massima divisione al terzi tentativo, nel 2022/23 fa il Girona ha orbitato in zona Europa per tutto il campionato. E solo un finale di stagione da due punti in cinque partite ha impedito alla squadra biancorossa di accedere alla Conference League.

Insomma, abbiamo a che fare con un club e quindi con una squadra che non avrà una grande storia, una grande tradizione, ma che oggi ha un certo spessore. Secondo gli algoritmi di Transfermarkt, la rosa a disposizione di Michél – 48enne allenatore già alla guida di Rayo Vallecano e Huesca – ha un valore aggregato di 125 milioni di euro, con tre calciatori in prestito nell’ambito del City Football Group (Yan Couto e Yangel Herrera dal Manchester City, Sávio dal Troyes) più Pablo Torre ed Éric García in prestito dal Barcellona. Quasi pleonastico aggiungere che anche García è stato allevato dal Manchester City. Oltre a questi calciatori, c’è qualche altro nome noto: Daley Blind, ex Ajax, Manchester United e Bayern Monaco; David López, due stagioni con il Napoli tra il 2014 e il 2016; Christian Stuani, passato anche lui per l’Italia (era giovanissimo, lo prese la Reggina) e poi diventato una vera e propria istituzione al Girona, con 118 gol in 219 gare ufficiali.

È vero, anche rileggendo questi nomi non si avverte la sensazione per cui il Girona possa essere al comando della Liga. Ed è qui che entra in gioco Michél, l’allenatore arrivato due anni fa in Catalogna. Fin da quando è stato assunto, e soprattutto in questo inizio di stagione, il tecnico madrileno – da giocatore è stato simbolo del Rayo Vallecano – ha messo in mostra un calcio ambizioso e divertente, tutto improntato alla valorizzazione dei talenti offensivi. Lo dicono i numeri: nella stagione scorsa, in 38 gare di Liga, il Girona ha segnato 58 gol e ne ha subiti 55; quest’anno, dopo sette turni, è già a 18 gol segnati e otto subiti. Uno score che ha determinato sei vittorie consecutive dopo il pareggio alla prima giornata contro la Real Sociedad.

Ma cosa rende così speciale ed efficace il gioco del Girona? Intanto Michél punta moltissimo sugli esterni offensivi, Sávio e Tsygankov: il brasiliano è già a quota due gol e quattro assist stagionali – record della Liga – mentre l’ucraino ex Dinamo Kiev è un po’ meno appariscente sui tabellini, finora ha segnato un gol e servito un assist decisivo, ma fa un lavoro davvero importante per compensare gli attacchi continui del suo dirimepettaio, sia in fase difensiva che nei tagli dentro il campo. Il modulo di partenza è il 4-3-3, con Stuani e l’altro ucraino Dovbyk che si alternano nello slot di punta centrale, ma in realtà quello del Girona è un sistema molto fluido, che si deforma spesso, anche perché il possesso palla non è così intensivo (53% di media, settima quota della Liga). Le migliori occasioni vengono costruite quando Sávio e Tsygankov vengono attivati in verticale, oppure quando mezzali e terzini creano spazi con le loro sovrapposizioni. In questo inizio di stagione sta succedendo molto spesso.

No, non ci siamo sbagliati: stiamo parlando dello stesso giocatore, Sávio viene chiamato anche Savinho

Per governare il gioco sulla mediana, dopo il passaggio di Oriol Romeu al Barcellona, è stato scelto Aleix García. È passato anche lui per il Manchester City, ma poi ha fatto un giro largo e strano – Mouscron in prestito, Dinamo Bucarest ed Eibar a titolo definitivo – prima di arrivare a Girona, e di diventare l’uomo-guida del calcio cinematografico di Michél. Più che un regista classico, García è un centrocampista dinamico che si muove in tutte le direzioni per offrire soluzioni di passaggio ai suoi compagni. Non a caso, viene da dire, l’ultima invenzione di Michél è stata quella di utilizzare un laterale basso che si sposta a centrocampo – nella fattispecie si tratta di Miguel Gutiérrez – per aiutarlo in fase di costruzione. Dove abbiamo già visto e imparato ad apprezzare questa trovata tattica? Esatto, nel City di Pep Guardiola. Forse non è proprio un caso, ecco.

Come ha scritto The Athletic in questa analisi pubblicata a fine agosto, il Girona di Michél è una squadra che «intrattiene chi la guarda, dalla panchina l’allenatore dà delle istruzioni come “minimo due tocchi”, “nascondi la palla”, come se i suoi giocatori stessero giocando per strada». In fase difensiva, va detto, il calcio di Michél è meno ambizioso, il Girona non pressa sempre in modo furente, sa ritrarsi nella sua metà campo. Non sempre funziona, però: come detto, la squadra catalana comanda la classifica ma ha subito già otto gol in sette gare di Liga. La fase difensiva, come dire, non è proprio solidissima. Ma in fondo non è un problema, vista l’importanza del club, considerando il suo ruolo nell’ingranaggio del City Football Group: da Girona devono passare – e stanno passando – dei calciatori da sviluppare per poi approdare nella squadra ammiraglia e/o per essere venduti sul mercato. Proprio come è successo a Taty Castellanos, acquistato dalla Lazio per 15 milioni di euro dopo una stagione da 14 gol in 37 gare ufficiali con la maglia Blanquivermells. Magari l’anno prossimo il progetto potrebbe continuare nelle coppe europee, e sarebbe la prima volta per un’altra squadra di proprietà del CFG nel Vecchio Continente. Visto come sono andate e come stanno andando le cose, è probabile che sia solo una questione di tempo.