Helenio Herrera, il Mago argentino della Grande Inter sbocciato calcisticamente in Marocco, nel Racing Casablanca, era conscio del potenziale calcistico del continente africano: «Gli osservatori, in Africa, guardano sotto le pietre negli angoli più poveri alla ricerca di talenti, perché sanno di poterli trovare». Sono passati decenni, e queste qualità si sono viste sempre di più in tutto il mondo, sia nelle manifestazioni internazionali – il Marocco semifinalista al Mondiale in Qatar, per citare solo l’ultimo caso – sia in quelle europee, che siano campionati o coppe continentali. Anche in Costa d’Avorio, quindi, ci saranno occhi bene aperti su tutte le partite, anche quelle meno di cartello. Perché da sempre la Coppa d’Africa è una vetrina per talenti giovani che, anche se di stanza in campionati meno prestigiosi in Europa, trovano spazio e fiducia nelle formazioni delle loro rispettive Nazionali. Di candidati credibili al premio come “Best young player” del torneo, introdotto cinque anni fa e vinto finora dal senegalese Krépin Diatta (2019) e dal burkinabé Issa Kaboré (2021), ce ne sono diversi. Noi ne abbiamo scelti cinque, tra quelli più intriganti
Karim Konaté – Red Bull Salisburgo, Costa d’Avorio
È un prodotto dell’ASEC Mimosas, la fabbrica di talenti avviata dal francese Jean-Marc Guillou all’alba degli anni 2000 che ha costantemente fatto da serbatoio per la nazionale ivoriana. E quando aveva solo 17 anni, oggi ne ha 19, Konaté sembrava già troppo grande per il contesto tecnico africano. Dopo aver debuttato a marzo 2021 con la nazionale maggiore in un match di qualificazione ai Mondiali con il Mozambico, nel 2022, Karim è definitivamente esploso anche a livello continentale: in 12 gare disputate nella sua prima stagione con i grandi del calcio continentale, tra CAF Champions League e CAF Confederation Cup, ha realizzato la bellezza di dieci reti. Uno score notevole, tanto da calamitare l’interesse degli scout del Salisburgo, un club storicamente molto bravo a scovare il talento negli angoli più remoti del globo – e che, come tutte le squadre Red Bull, ha un rapporto strettissimo con il calcio africano.
Finalizzatore implacabile, potente ed esplosivo ma anche abile nel gioco di sponda, Konaté è il prototipo dell’attaccante moderno, tanto che molti lo hanno accostato a un totem assoluto come Didier Drogba. Un paragone forse eccessivo, anche se il giovane attaccante ivoriano si è già ritagliato un ruolo di primo piano nell’universo Red Bull, tanto da attirare l’interesse di mercato dell’Inter, incrociata quest’anno nei gironi di Champions League. Dopo un anno di apprendistato con la maglia del Liefering, la farm factory del Salisburgo, in questa stagione ha dimostrato di essere già all’altezza di palcoscenici importanti: considerando tutte le competizioni, Bundesliga austriaca, Coppa d’Austria e Champions League, è già andato in doppia cifra. Le soddisfazioni sono arrivate anche con la Nazionale, con cui aveva già debuttato un paio di anni fa: lo scorso novembre, ha realizzato i primi gol con la maglia degli Elefanti ivoriani, una doppietta alle Seychelles. Preludio, forse, a una Coppa d’Africa da protagonista.
Wow
Bilal El Khannouss – Genk, Marocco
Considerato da qualche anno uno dei talenti più luccicanti ed entusiasmanti della Jupiler Pro League belga, nominato dalla CAF giovane calciatore africano dell’anno 2023, Bilal El Khannouss ha le stigmate del fuoriclasse. O comunque, per non esagerare, del possibile fuoriclasse. Arrivato al Genk dall’Anderlecht, che lo ha visto andare via a 15 anni dopo averlo svezzato, il trequartista marocchino è un giocatore raffinato e creativo, uno di quelli in grado di squarciare le difese con passaggi chiave visionari, facendo stropicciare gli occhi a chi ha la fortuna di poterlo guardare in campo. Ha un ottimo controllo orientato, un’eleganza naturale nella conduzione, ma soprattutto una qualità di pensiero calcistico sopra la media.
«È un piacere guardare giocare Bilal», ha raccontato Dimitri De Condé, direttore tecnico del Genk. «Durante i miei otto anni di permanenza con il club, raramente ho visto un talento del genere».. Anche se deve migliorare molto nella conclusione, e in generale nell’efficacia nell’ultimo terzo di campo, sono già tanti i top club su di lui, tra cui il Napoli. In questo senso, la Coppa d’Africa che giocherà con il Marocco – Nazionale che ha scelto nel 2022 dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili con il Belgio – sarà il suo secondo grande torneo dopo il Mondiale, in cui ha fatto solo da comparsa, e potrà dare l’accelerazione decisiva alla sua carriera.
Yankuba Minteh – Feyenoord, Gambia
Tra le perle più brillanti del Gambia, Nazionale in grande ascesa e capace di raggiungere i quarti di finale nell’ultima edizione giocata in Camerun, c’è sicuramente Yankuba Minteh. L’esterno destro cresciuto nello Steve Biko, il settore giovanile che ha plasmato anche Adama Bojang (l’altra grande speranza del calcio gambiano), è uno di quei giocatori che sembrano vivere per l’uno contro uno, in grado di regalare elettricità all’azione e generare continue situazioni di superiorità numerica. Esuberante a livello atletico, a volte può sembrare eccessivamente ambizioso nelle giocate, ma nell’ultimo periodo si è trasformato anche in un giocatore piuttosto efficace. Passato dal campionato danese, che lo ha formato, quest’estate il Newcastle ha sborsato otto milioni di euro per prenderlo dall’Odense. Poi l’ha girato in prestito al Feyenoord. Una scelta saggia, visto come sta andando l’avventura olandese, almeno in questa prima parte: in Eredivisie Minteh ha segnato tre reti e servito un paio di assist in 12 partite, ma soprattutto ha già timbrato il cartellino anche in Champions League, nell’ultima gara del girone con il Celtic.
Mohamed Amoura – Union Saint-Gilloise, Algeria
Il percorso di Mohamed Amoura non sembra essere quello del predestinato: si è formato in patria, tra Djijel e Sétif, poi sono stati gli svizzeri del Lugano a portarlo in Europa. Dopo aver sfiorato la doppia cifra nella passata stagione nella Super Lega svizzera, si è guadagnato la chiamata dei belgi della Royale Union Saint-Gilloise, rimasti orfani dei gol di Victor Boniface, passato al Bayer Leverkusen. «Avevo anche offerte dalla Francia, ma il mio agente mi ha consigliato di approdare in Belgio», ha spiegato. Forse perché la Jupiler Pro League, negli ultimi anni, è diventata una vera e propria fabbrica di grandi attaccanti.
Nonostante la missione di colmare il vuoto lasciato da un centravanti portentoso come Boniface potesse apparire ardua, si può dire che prendere Amoura sia stata la scelta giusta, che la RUSG abbia in qualche modo vinto la scommessa: attaccante agile, sgusciante e associativo, Amoura è a suo agio nel legare il gioco e orbitare attorno ad una prima punta di peso come Nilsson. Ma, soprattutto, Amoura sente e vede la porta come un vero numero 9, nonostante un gioco parecchio dispendioso che lo porta a svariare su tutto il fronte offensivo: sono già 17 in 25 presenze, tra tutte le competizioni, le reti realizzate da Amoura in questa stagione. Un bottino importante, con cui si presenta in Costa d’Avorio e che lascia sognare anche l’Algeria.