In che senso Beyoncé e la NFL hanno trasformato il Tottenham nel club più ricco di Londra?

Gli Spurs, nell'ultima stagione, hanno visto crescere il loro fatturato. E i risultati del campo c'entrano il giusto.

Dall’uscita della Deloitte Football Money League 2024, la classifica dei club calcistici che hanno fatto registrare i fatturati più alti nell’ultima stagione, vengono fuori diverse notizie: il Real Madrid che si riprende il primo posto davanti a Manchester City e PSG, il Napoli che rientra nella Top 20, unendosi a Juventus, Milan e Inter, il Tottenham che supera Chelsea e Arsenal e che diventa, di fatto, il club più ricco di Londra. Sì, avete letto bene: nell’annata 2022/23, gli Spurs hanno incassato più soldi (631 milioni di euro) rispetto a tutti i loro rivali cittadini, prendendosi l’ottavo posto nella classifica generale. Certo, su questo sorpasso pesa anche il fatto che Chelsea e Arsenal non hanno partecipato all’ultima Champions League, mentre il Tottenham si è spinto fino agli ottavi, ma la realtà è molto più vasta e più varia. La frase chiave, per comprendere la crescita del Tottenham, è infatti quella pronunciata da Sam Boor, direttore dello Sport Business Group di Deloitte: «L’aumento dei ricavi del Tottenham nasce dal fatto che gli Spurs sanno sfruttare e monetizzare pienamente il loro stadio, sia in termini di ricavi del matchday che di entrate legate ad attività commerciali».

Fin da quando è stato progettato, il Tottenham Hotspur Stadium è sempre stato più di un semplice campo di calcio, per quanto grande e moderno: l’idea del club londinese era quella di creare uno spazio polifunzionale, in grado di vivere – e quindi di generare ricavi – al di là delle partite. Un tempismo sfortunato, l’inaugurazione infatti è avvenuta pochi mesi prima del Covid, ha in qualche modo rallentato l’esplosione dei ricavi legati allo stadio. Oggi che la pandemia è formalmente conclusa, le conseguenze di quell’intuizione si cominciano a vedere: secondo le rilevazioni di Deloitte, il Tottenham ha incassato 135 milioni di euro nei giorni delle partite, più altri 261 per accordi commerciali. Entrambe le quote rappresentano dei primati assoluti nella storia degli Spurs.

Sull’onda di questa crescita, il Times ha spiegato – in questo articolo d’approfondimento – che una buona parte di questi incassi record è da ricondurre alle partite NFL e ai concerti che si sono svolti nello stadio del Tottenham. In pratica, quindi all’idea dello stadio polifunzionale diventata realtà: il New White Hart Lane – altro nome dell’impianto, che ovviamente richiama la storia degli Spurs – fin dal 2019 è stato scelto per ospitare due gare di regular season, nel 2022 le partite sono state Minnesota Vikings-New Orleans Saints e New York Giants-Green Bay Packers, e qualche giorno fa ha ospitato l’inaugurazione di una pista kart realizzata in collaborazione con la Formula Uno. Abbiamo parlato anche dei concerti, ed ecco qui un po’ di notizie: il quartiere Tottenham è stato teatro di cinque sold-out di Beyoncé, con 238mila spettatori complessivi, e nella scorsa stagione ha ospitato anche i live dei Guns N’Roses, di Lady Gaga e di Pink.

Il calcio sembra avere poco a che fare con tutto questo, ma in realtà non è così: grazie al suo stadio, un polo attrattivo per istituzioni e star di livello globale, il Tottenham genera dei ricavi che sono completamente slegati dai risultati del campo. È come se avesse aperto un fondo assicurativo che va al di là dell’aleatorietà del gioco. La squadra di Postecoglou ha vissuto un meraviglioso inizio di stagione e può ancora coltivare la speranza di vincere il titolo, di certo è e resterà in lotta per tornare in Champions League, ma potrebbe anche retrocedere: lo stadio degli Spurs resterebbe un impianto in cui Beyoncé e la NFL vanno volentieri, non fa differenza che sia a esibirsi o a giocare. Certo, l’investimento fatto per costruirlo è stato superiore al miliardo di euro, ma i frutti stanno iniziando a essere rigogliosi. E non si esauriranno nel giro di qualche anno.