È strano definire negativa la stagione di un attaccante che ha segnato 25 gol in 22 partite in campionato (più cinque assist) e quattro in sette di Champions (più tre assist). Ma strano non è se l’attaccante è Harry Kane, suo malgrado simbolo e protagonista di una delle peggiori stagioni della storia recente del Bayern Monaco. Ne parliamo da tempo, ma nelle ultime settimane la situazione dei bavaresi si sta facendo sempre più grave: alla sconfitta in campionato contro il Bayer Leverkusen – la partita in cui probabilmente si è deciso il vincitore della Bundesliga: i punti che separano la capolista dalla seconda sono otto – è seguita quella in Champions League contro la Lazio, alla quale è seguita quella contro il Bochum (3-2). Il Bayern rischia di finire la stagione senza trofei – dalla Coppa di Germania è stato eliminato al secondo turno, la Supercoppa l’ha già persa contro il Lipsia – ma il vero problema non è tanto questo: il vero problema è che la stagione del Bayern rischia di essere finita già a febbraio, che la squadra di Tuchel potrebbe passare i prossimi mesi senza nessun traguardo da inseguire né ambizioni di nessun tipo, incastrata in pubblici battibecchi come quello avvenuto dopo la sconfitta contro il Bochum tra Kimmich e il vice allenatore Zsolt Löw.
Trovare una spiegazione per questa situazione è tutt’altro che facile e, come spesso accade in situazioni del genere, c’è chi inizia a sostenere che il Bayern sia vittima di una maledizione, che forze oscure si muovano contro i bavaresi, che la causa di questo disastro abbia origini mistiche. Sui social si inizia a discutere della cosiddetta “maledizione di Harry Kane”: è un caso che la prima stagione senza vittorie del Bayern sia anche la prima stagione al Bayern dell’attaccante inglese? C’è uno spirito maligno che lo insegue, un diavoletto beffardo che fa sì che Kane sia da anni uno dei centravanti più forti del mondo e, allo stesso tempo, uno dei giocatori meno vincenti della sua generazione? Nessuno ci crede davvero, ovviamente, a questa storia della maledizione. Ma la discussione sullo stato delle cose al Bayern rimane, così come rimane costante il rendimento dell’attaccante (che ha segnato anche nell’ultimo turno di campionato). C’è chi, altro che maledizione, comincia a chiedersi che cosa sarebbe stato di questo Bayern senza i 29 gol già segnati da Kane nella prima metà di stagione, che non basta un gol – abbastanza facile da segnare, per uno come lui – sbagliato in una partita disgraziata per rimettere tutto in discussione.
Ovviamente, nell’epoca del calciomercato perenne, queste tre partite sono bastate a mettere in dubbio il futuro di Kane, a far dimenticare il fatto che fino a poche settimane fa raccontavamo l’attaccante che aveva “rotto” la Bundesliga, che andava di tripletta in tripletta e che puntava a eguagliare, se non a superare, il record di gol in campionato stabilito nella stagione 2020/2021 dal suo predecessore Robert Lewandoski. Kane, dal canto suo, non sembra affatto intenzionato a lasciare il Bayern. Anzi: in un bel pezzo scritto da Rob Draper sul Guardian neanche tre settimane fa, Kane stesso raccontava quanto lui e la sua famiglia si stessero trovando bene in Germania. E della sua speranza di vincere, un giorno, il Pallone d’oro. Con la maglia del Bayern.