Cosa sappiamo di questo nuovo filone di indagine sulle scommesse dei calciatori

Al momento si parla solo di puntate illegali e non di Calcioscommesse, visto che i giocatori coinvolti non avrebbero alterato i risultati delle partite.
di Redazione Undici 12 Aprile 2025 alle 16:42

Nelle ultime ore si è tornato a parlare di calciatori che scommettono. La procura di Milano ha infatti aperto un’indagine su diversi giocatori accusati di aver scommesso su siti online illegali. Tra questi anche Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, già indagati e squalificati per quasi tutta la stagione 2023/24. I pm milanesi ritengono che i due giocatori abbiano cercato di coinvolgere diversi colleghi in un giro di scommesse illegali. Tra questi ci sono Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Ángel Di María, Samuele Ricci, Raoul Bellanova, Cristian Buonaiuto e Junior Firpo. Anche loro risultano iscritti nel registro degli indagati.

Un’importante precisazione: nessuno di loro per ora può essere associato al Calcioscommesse, ovvero di aver alterato il risultato delle partite anche solo colposamente. Secondo gli inquirenti, infatti, tutti avrebbero solo puntato su piattaforme illegali: un reato che però non coinvolge la procura sportiva, quindi non ci dovrebbero essere squalifiche. Cosa rischiano quindi i calciatori? Nella maggior parte dei casi una multa. In ogni caso la giustizia sportiva ha già chiesto le carte ai pm milanesi.

I fatti ipotizzati risalgono al periodo tra il 2021 e il 2023, più o meno lo stesso della precedente inchiesta su Tonali e Fagioli: a partire da quell’indagine e dal materiale presente nei telefoni di entrambi, sequestrati, sarebbero state raccolte le informazione che hanno portato all’apertura di questo nuovo filone. Ma come funzionava il sistema? Per l’accusa i giocatori si sarebbero accordati con i gestori delle piattaforme. Questi facevano loro credito e il saldo sarebbe avvenuto tramite dei pagamenti in orologi e oggetti di lusso. Questi sarebbero stati venduti dalla gioielleria milanese Elysium, che di fatto avrebbe agito da banca. Chi aveva messo in piedi il giro di scommesse si sarebbero inserito in un «contesto socio-culturale di persone particolarmente suggestionabili sia per la loro giovane età, trattandosi di calciatori poco più che ventenni, sia per la ingente quantità di denaro che dispongono come professionisti del pallone e che con facilità ed imprudenza destinano al gioco d’azzardo e alle scommesse illegali». riporta la procura.

La Guardia di Finanza, oltre a mettere i sigilli all’Elysium, ha sequestrato anche beni per un milione di euro. Intanto sono partite le prime richieste degli arresti domiciliari per Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, i due presunti amministratori dei siti illegali. E per Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini, i responsabili della gioielleria.

Per il codice di giustizia sportiva della FIGC i tesserati non possono scommettere su nessuna partita di calcio, anche se non coinvolge la propria squadra. È per questo che chi vuole farlo usa i siti illegali. Le chat pubblicate da Calcio e Finanza, che a sua volta cita il quotidiano La Repubblica, aggravano la posizione di Tonali e di Fagioli. «Insegnagli la vita: stagli vicino che se lo catturo bene come cliente chiaramente poi faccio un regalo a te. Dai scrivigli tu» avrebbe scritto l’attuale centrocampista della Fiorentina a De Giacomo, parlando di Zaniolo. Fagioli avrebbe cercato di coinvolgere sempre più compagni di squadra, come Pinsoglio e Gatti che però sarebbero stati più prudenti. «Mille euro in due mesi, ti devi svegliare » lo avrebbe rimproverato De Giacomo. Tonali invece avrebbe provato a far partecipare Florenzi, che avrebbe realizzato bonifici per centinaia di migliaia di euro.

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