L’Arabia Saudita forse non si è ancora impadronita del calcio mondiale, ma intanto domina la Champions League asiatica

Tre squadre su quattro in semifinale, tra cui l'Al-Nassr di Cristiano Ronaldo: l'Arabia Saudita sta iniziando a raccogliere i risultati sportivi dei suoi enormi investimenti?
di Redazione Undici 28 Aprile 2025 alle 17:55

Qualcuno dirà: ci mancherebbe altro. Eppure per le gerarchie del calcio locale, il salto di qualità non è cosa da poco. Perché l’Arabia Saudita, negli ultimi vent’anni, aveva vinto la Champions League asiatica soltanto due volte (e con una sola squadra: l’Al-Hilal, nelle edizioni 2019 e 2021). In sei occasioni, non era nemmeno riuscita a mandare una delle sue formazioni tra le prime quattro. Mai più di due allo stesso tempo, in ogni caso. Oggi invece, a contendersi la massima competizione continentale sono rimaste Al-Hilal, Al-Ahli e Al-Nassr. Più il Kawasaki Frontale, unica superstite del blocco nippo-coreano che ha vinto quasi la metà delle edizioni del torneo. Altri tempi, decisamente.

A sorridere c’è davanti a tutti CR7, traino della rivoluzione e in gol – sempre a caccia del numero mille, conto alla rovescia attivato – anche nel 4-1 che ha eliminato gli Yokohama Marinos nei quarti di finale. Il suo Al-Nassr, la prossima settimana, affronterà nel penultimo atto l’altra compagine giapponese rimasta. Dal lato opposto del tabellone ecco invece il derby saudita: l’Al-Hilal di Mitrovic e Milinkovic-Savic – campione nazionale in carica e già quattro volte vincitore dell’Asian Champions League, record assoluto in una rassegna storicamente bilanciata – se la vedrà contro l’Al-Ahli di Firmino, Mahrez e Kessié. Potrà succedere di tutto, anche considerato l’equilibrio del campionato saudita, dove le tre squadre viaggiano tra il secondo e il quarto posto, a due punti l’una dall’altra, dietro l’Al-Ittihad di Benzema – capolista in patria e non partecipante a questa edizione della Champions: il fattore riposo ha il suo peso ben oltre la nostra Serie A.

Comunque vada a finire il torneo asiatico, il cambio di passo è evidente e senza precedenti per il calcio saudita. Un dividendo che l’Arabia sta iniziando a capitalizzare a due anni dal faraonico trasferimento di Cristiano Ronaldo, cui seguirono tutti gli altri per effetto domino, nell’ambito di un progetto gigantesco per dominare il calcio mondiale. O quantomeno per provarci. Tempi concitati, che rischiano di far perdere la dimensione dell’effettiva crescita del movimento – un po’ come la vittoria da sballo di Al-Dawsari e compagni contro l’Argentina in Qatar, illusorio preludio di un’eliminazione precoce. In chiave Nazionale si devono ancora notare sostanziali miglioramenti (anzi: vedi la parentesi di Mancini). Il grande calcio insomma è ancora lontano, ma lo stato di salute dei club è sempre un buon indizio per il futuro. In numeri? 14 gol segnati e uno solo subito nelle tre gare dei quarti di finale. Il sorriso di CR7 vale bene quello del principe Bin Salman.

Leggi anche

>

Leggi anche

Calcio
L’assist di rabona di Rayan Cherki durante Manchester City-Sunderland ha fatto impazzire tutti, a cominciare da Guardiola
Il francese sta mostrando lampi di classe purissimi e passo dopo passo si sta prendendo il City
di Redazione Undici
Calcio
Araújo ha deciso di restare fuori per i suoi problemi di ansia, e nel frattempo pare proprio che il Barcellona non abbia uno psicologo
La vicenda del difensore uruguaiano ha svelato una grave mancanza del club blaugrana.
di Redazione Undici
Calcio
Il PSG continua a lanciare giovani di talento, del suo vivaio e non solo, e il merito è tutto di Luis Enrique
Sono nove i ragazzi del vivaio parigino che hanno esordito sotto la gestione del tecnico spagnolo.
di Redazione Undici
Calcio
Il Real Madrid ha incassato tantissimo grazie alla partita di NFL al Bernabéu, ma la squadra di Xabi Alonso ha vissuto un vero e proprio incubo logistico
Qual è il prezzo di sei trasferte di fila? Un giro d'affari da 150 milioni di euro (e quattro gare senza vittorie).
di Redazione Undici