Nostalgia canaglia. Se il presente non funziona, via a rifugiarsi in un passato glorioso. La tentazione vale per due: Dele Alli in cerca di riscatto al Como – finora con magri risultati – e il Tottenham sprofondato al sedicesimo posto in Premier League. Così è un attimo, quando i tifosi degli Spurs si ritrovano ad annusare l’aria di una finale europea dopo sei anni: nessuna traccia della squadra che fu, giovedì sera nella vittoria contro il Bodo, eppure nel prepartita a New White Hart Lane tutti hanno cantato all’unisono, a squarciagola, “We’ve wegot Dele Alli”. Dele Alli ce l’abbiamo noi. Tempo congelato e memoria fissa ai protagonisti di ieri. Da casa, il centrocampista ringrazia e via X risponde con emoji commosse e cuoricini blu. Scatenando altre ovazioni dei suoi vecchi sostenitori.
È ormai dal 2022 che Alli non gioca più per il Tottenham. Ma mai come oggi, il pensiero resta lassù. Sarà che l’ex ragazzo di Milton Keynes sta arrivando alla soglia dei trent’anni, sarà che il calcio – dopo pesanti problemi psicofisici – gli sta presentando il conto: a questo punto è difficile tornare ai fasti in maglia Spurs, 67 gol in 269 presenze. C’è stato un momento in cui Dele era sembrato un nuovo astro di livello globale – anzi, lo era stato davvero, tra 2015 e 2018. Poi il ragazzo si inceppò, finendo in una spirale negativa che nessuno avrebbe potuto immaginare. E il suo secondo triennio al Tottenham, incomparabile rispetto a quello precedente, è stato comunque migliore di ciò che sarebbe seguito: Everton, Besiktas, Como. Fino a quei nove minuti appena di Serie A, culminati in un’espulsione a San Siro per fallaccio su Loftus-Cheek (nonostante i connazionali del Milan avessero pregato l’arbitro di ripensarci). Il modo più sciagurato per tornare in campo dopo due anni di inattività.
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— Dele (@dele_official) May 1, 2025
Fuori però, Alli non è rimasto a guardare. Anzi, ha continuato ad allenarsi e ha viaggiato. Ad aprile era a Monaco, per far visita ai suoi vecchi compagni ora al Bayern: «Sempre bello rivedersi coi miei fratelli», ha sorriso lui via social, postando una foto tra Eric Dier e Harry Kane che reggevano la maglia del Como, “Dele 8”. E via di commenti dei fan: lacrimuccia, torna con noi, quanto ci mancate. Un sentimento reciproco, visto che il Tottenham è alle prese con la sua peggior stagione in campionato sin dal 1977, l’anno dell’ultima retrocessione – soltanto vincere l’Europa League stravolgerebbe il bilancio in positivo. Mentre con quel trio in campo, i tifosi avevano sognato a lungo e a più riprese: tre podi in Premier, la storica finale di Champions League – l’unica nella storia del club – persa contro il Liverpool nel 2019. Nessun titolo, ok, ma brividi forti.
All’epoca il genio di Alli stava già dando segni di appannamento. Ma nel frattempo era riuscito a creare talmente tanto, tra gol e traiettorie del pallone, da continuare a rimbombare perenne nella testa dei tifosi. Fino a un’altra notte europea, quando la coppa è un’altra e del passato non resta che un coro. Mica poco, a sentire l’eco del Tottenham Stadium.