La chiamata di John Elkann è arrivata quando stava cercando di sistemare il calcio francese. Basta questo per spiegare la credibilità e il prestigio che Damien Comolli, presidente del Tolosa, si è guadagnato negli ultimi anni. Da un paio di mesi, infatti, il presidente della federazione Philippe Diallo aveva affidato a tre gruppi di lavoro il compito di ripensare il futuro della Ligue 1. Alla testa di uno di questi, fino a qualche giorno fa, c’era proprio Comolli. Che, dal punto di vista puramente operativo, aveva il compito di creare una società commerciale formata dai club professionistici, ciascuno con diritto di voto, direttamente legata alla FFF.
D’altra parte il curriculum di Comolli parla per lui. Ha costruito la sua carriera puntando forte, se non tutto sui numeri. Nato 52 anni fa a Béziers, cittadina occitana da 72mila abitanti, ha formato il suo background calcistico, dove ha giocato e poi allenato nelle giovanili. I+Passato all’Arsenal nel 1996 in qualità di osservatore, ha scoperto talenti come Eboué e Kolo Touré. Dopo un anno al Sant-Étienne, ha avuto il coraggio di andare dall’altra parte del nord di Londra, al Tottenham, a cui ha regalato forse il più grande colpo di mercato della storia recente: Luka Modric. È rimasto agli Spurs fino al 2009, quando ha deciso di abbracciare il progetto del Liverpool: erano i Reds dell’ultimo Benitez, in cui Comolli ha lavorato per gestire la transizione dal gruppo vincitore della Champions nel 2005 a Istanbul e quello del nuovo corso post Fernando Torres. Prima da direttore sportivo e poi da capo dell’area professionale, si è assicurato Suárez e il futuro capitano che avrebbe sollevato la Champions nel 2019, Jordan Henderson. Poi ecco il passaggio al Fenerbahce: a Istanbul, dal 2017 al 2020, ha introdotto lo studio delle statistiche nella scelta dei giocatori. Una raccolta di dati e caratteristiche individuali, servite a stabilire i calciatori più adatti in base alle esigenze di allenatore e staff. Infine, ecco il Tolosa: guida la società come presidente dal 2020, e ha conquistato prima la promozione in Ligue 1 – nel 2022 – e poi una leggendaria Coppa di Francia nel 2023.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, nella scorsa estate era stato cercato anche dal Milan per il ruolo di amministratore delegato, in quanto la proprietà del club francese è la stessa dei rossoneri – il fondo Redbird con a capo Gerry Cardinale. Forse perché una delle sue skill principali è la capacità di creare plusvalenze, di acquistare giocatori a poco per poi rivenderli a prezzo d’oro. Due esempi su tutti: Elmas e Muriqi, che dal Fener sono passati a Napoli e Lazio.
Ieri è stato uno dei suoi ultimi giorni a Tolosa. Comolli ha svuotato l’ufficio e ha salutato i dipendenti del club francese, con la testa già a Torino. Curiosamente aveva già avuto a che fare con la Juve, ma parlandone in maniera decisamente poco lusinghiera: «Non si tratta di trading, ma di semplice e chiara speculazione finanziaria», aveva dichiarato ai tempi dell’indagine plusvalenze che aveva coinvolto la società bianconera. «La Juventus ha circa 120 giocatori sotto contratto ma a disposizione in rosa ne tiene 25 al massimo. Perché ne preferisce gestire così tanti? Sono entrate aggiuntive grazie alla vendita di giocatori che non hanno intenzione di utilizzare in prima squadra. In pratica li compra per un milione e li rivende per cinque. Anche altri club lo fanno, ma non c’è correttezza nei confronti delle persone». La cosa che conta di più è che si tratta di un uomo di campo, esattamente quello che chiedevano i tifosi. Arriva alla Continassa con qualche dubbio, soprattutto riguardo alla sua predilezione per gli Analitycs, ma di sicuro la sua grande esperienza lo aiuterà nel processo di ambientamento.