Ange Postecoglou non è più l’allenatore del Tottenham. Di per sé la notizia non è così assurda, in fondo gli Spurs sono reduci da una Premier League orrida, conclusa addirittura alla posizione numero 17, l’ultima utile per non retrocedere. Allo stesso tempo, però, la vittoria in Europa League – primo trofeo conquistato dal club londinese dal lontano 2008 – e la conseguente qualificazione in Champions League avrebbero potuto indurre il presidente Levy a fare riflessioni differenti. Quel che è certo è che sarebbe stato saggio ascoltare gli umori dei giocatori: secondo quanto riferito dal Telegraph, infatti, la maggioranza dell’organico degli Spurs sarebbe addirittura «in rivolta» a causa del licenziamento di Postecoglou.
Il fatto che questa indiscrezione sia venuta fuori dal Telegraph non è di poco conto: si tratta infatti del primo quotidiano che ha diffuso la notizia dell’esonero di Postecoglou, ancora prima che venisse ufficializzata; inoltre non stiamo parlando di un tabloid qualsiasi, ma di una testata prestigiosa, referenziata. Che, per altro, ha aggiunto altra carne sul fuoco: oltre al manager australiano, anche il suo connazionale Scott Munn, Chief Football Officer degli Spurs, è stato sollevato dall’incarico. Questi due allontanamenti, secondo quanto riportato dal Telegraph, «hanno determinato grande rabbia in molti giocatori. L’esonero dell’allenatore e il modo in cui è stato comunicato non è piaciuto per nulla ai giocatori del Tottenham. In molti hanno già fatto capire di voler andar via in questa sessione di mercato».
In realtà, lo scrive anche lo stesso Telegraph, i segnali lanciati dagli stessi giocatori negli ultimi giorni erano abbastanza eloquenti: in un’intervista, Pedro Porro ha detto che «la squadra era soddisfatta di Postecoglou» e che le speculazioni sull’esonero del tecnico lo avevano «destabilizzato». Dopo la vittoria dell’Europa League, il capitano Son Heung-min aveva sottolineato che «il mister ha vinto un trofeo. Prima di lui nessuno ci era riuscito, e questo è un fatto. Il Tottenham non vinceva niente da 17 anni, e questo è un altro fatto». Insomma, la squadra era chiaramente dalla parte del suo allenatore. Ma il presidente Levy e i suoi collaboratori non si sono fatti influenzare. Nel comunicato ufficiale dell’esonero, hanno sottolineato che «per il Tottenham è fondamentale essere in grado di competere su più fronti». Non c’è bisogno di essere dei maghi per individuare un chiaro riferimento al pessimo rendimento in Premier League, vero motivo alla base del licenziamento.
Ora il Tottenham andrà alla ricerca del nuovo allenatore, e in questo senso i nomi che circolano sono quelli di Thomas Frank (attualmente sulla panchina del Brentford) e di Marco Silva (Fulham). In ogni caso, l’esonero di Postecoglou non può essere considerato un affare. E non solo perché i giocatori si sono ribellati: il presidente Levy ha dovuto fargli un bonifico di 4,7 milioni di euro per sciogliere unilateralmente il contratto, a cui poi vanno aggiunti altri 2,3 già elargiti per la vittoria in Europa League. Almeno questo, viene da dire.