Per tutti i tifosi di calcio, gli unici che si salvano forse sono quelli che giocano in maniera seria a Football Manager, le liste UEFA sono un rebus complicatissimo anche solo da approcciare. Al punto che spesso anche i club finiscono per inciampare nei limiti imposti dalla Confederazione europea, che – per spiegarla in modo veloce – richiede la registrazione di otto giocatori cresciuti “localmente”, cioè nel Paese da cui proviene il club che presenta la lista. E non solo: quattro di questi otto giocatori devono aver militato, per almeno tre stagioni tra i 15 e i 21 anni, nella stessa squadra che presenta la lista. In parole ancora più semplici: ogni società che partecipa alla Champions deve avere in rosa almeno quattro giocatori allevati nel proprio vivaio, oppure è costretta rinunciare ad alcuni dei 25 slot per giocatori Over-21. Esattamente quello che succederà al Tottenham, qualificato alla Champions dopo aver vinto l’Europa League: il club londinese, infatti, non ha abbastanza calciatori cresciuti nella sua Academy,
Come scrive The Athletic in questo articolo, il Tottenham ha otto giocatori cresciuti “localmente”: Brandon Austin, Kevin Danso, Ben Davies, Archie Gray, Brennan Johnson, James Maddison, Dominic Solanke e Djed Spence. Tra questi, però, solo Austin è stato allevato nel settore giovanile degli Spurs. Tutti gli altri hanno militato per almeno tre stagioni, sempre guardando al periodo tra i 15 e i 21 anni, in altri club inglesi. Di conseguenza, quindi, la squadra di Thomas Frank potrà presentare una lista di 22 giocatori Over-21 (25-3).
E così, inevitabilmente, alcuni giocatori del Tottenham non potranno essere inseriti nella lista UEFA e non potranno prendere parte alle gare di Champions League. Certo, il mercato è ancora aperto e ci sarebbe la possibilità di integrare con qualche prodotto del vivaio degli Spurs, ma le “candidature” non sono proprio sexy: tra gli eleggibili ci sarebbero infatti Oliver Skipp, Harry Winks, Nabil Bentaleb, Dennis Cirkin, Troy Parrott, Japhet Tanganga, Cameron Carter-Vickers e Milos Veljkovic. E poi naturalmente ci sarebbe Harry Kane, che però – come dire – non è facilmente avvicinabile. Il “problema” si risolverà col tempo, perché i molti giovani acquistati negli ultimi anni accumuleranno le stagioni necessarie per essere inseriti in lista come elementi cresciuti nel vivaio. Ma nel frattempo c’è una Champions da giocare, e nell’attuale rosa – per altro già integrata con gli acquisti di Kudus, Tel, Vukkovic, Takai e il riscatto di Danso – ci sono 34 calciatori. Insomma, al netto di quello che succederà sul mercato in uscita bisognerà solo capire chi verrà escluso dalla lista.