Il Bochum si sta affidando all’intelligenza artificiale per scegliere giocatori, allenatore e persino il direttore sportivo

Il club tedesco, retrocesso in seconda divisione al termine dell'ultima stagione, ha avviato una rivoluzione piuttosto visionaria.
di Redazione Undici 16 Ottobre 2025 alle 16:50

Da oltre un decennio, il metodo analytic, lo studio attraverso statistiche e variabili avanzate di uno sport o di una disciplina, ha investito il mondo del calcio. Termini come expected goals, PPDA (il numero di passaggi concessi all’avversario nel primo terzo di campo) o field tilt, la capacità di occupazione della trequarti altrui, sono diventati quasi famigliari tra i malati di calcio e di fantacalcio. Le squadre si sono affidate alle analytics per analizzare le prestazioni, migliorare gli allenamenti e soprattutto cercare i giocatori, rinunciando in molti casi ai cari e vecchi scout. C’è chi, poi, ha visto il passaggio successivo nell’applicazione dell’intelligenza artificiale che poteva velocizzare il processo di calcolo e analisi. In Germania hanno addirittura esagerato.

Come riportato dalla Bild, dopo la retrocessione dello scorso anno in Zweite Bundesliga, il Bochum si è affidato all’intelligenza artificiale per ricostruire la propria struttura sportiva. Dalle acquisizioni di giocatori alla scelta del nuovo direttore sportivo. tutto è legato a quanto suggerito dagli algoritmi. Con un quadro dirigenziale instabile e la necessità di modernizzare il processo di reclutamento, il club avrebbe avviato trattative con la piattaforma di intelligenza artificiale Plaier, con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui individua, valuta e sviluppa i talenti calcistici. Non solo quelli in campo.

Il ritorno del Bochum in Bundesliga nel 2021 era stato una sorta di favola: il club riabbracciava la massima serie dopo oltre dieci anni di assenza. Ma appena tre anni dopo, quel successo si è trasformato in una realtà ben più dura. La retrocessione nel 2024 ha costretto la società a rivedere ogni aspetto, dalla leadership alla strategia a lungo termine. Le prime crepe sono emerse dopo l’esonero dell’allenatore Dieter Hecking e del direttore sportivo Dirk Dufner, avvenuto lo scorso settembre. Da allora, si è aperto un dibattito su chi avrebbe dovuto guidare la ricostruzione del club.

Il CEO Andreas Luthe e il dirigente Ilja Kaenzig si sono trovati a gestire ruoli multipli, mentre diversi cambi di allenatore nel giro di tre settimane hanno rivelato quanto caotica fosse diventata la struttura interna. La caduta del Bochum ha così portato a una profonda riflessione su come il club possa rinascere più forte, più moderno ma soprattutto meno dipendente dai tradizionali sistemi di scouting. Da qui la scelta di integrare l’intelligenza artificiale nelle operazioni sportive.  Secondo il progetto, il sistema di Plaier non si limiterebbe a suggerire potenziali acquisti, ma assisterebbe anche nella valutazione dei contratti, nel monitoraggio dello sviluppo dei giocatori e persino nell’identificazione del direttore sportivo ideale. Secondo quanto riportato da Sport Bild, poi, la partnership potrebbe costare oltre 100mi.a euro l’anno, con bonus aggiuntivi legati ai trasferimenti riusciti e ai profitti generati dai giocatori individuati dall’IA.

A guidare questa trasformazione è Till Gronemeyer: in uomo dalle mille vite, musicista professionista e ristoratore, investitore in start-up e socio di un ristorante della città. Entrato nel board della società, è la nuova figura chiave del progetto di ricostruzione. La sua visione è quella di un approccio integrato, in cui l’intelligenza artificiale affianchi – e, in alcuni casi, arrivi e sostituire – le strutture tradizionali di scouting. Pochi club si sono spinti così oltre: mentre le grandi squadre europee come Liverpool, Manchester City, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco utilizzano l’IA per la prevenzione degli infortuni o l’analisi tattica, il modello del Bochum punta a dare all’intelligenza artificiale un ruolo decisionale diretto.

Ok, ma che profili ha pensato l’IA? Uno dei principali nomi in lizza per il ruolo di direttore sportivo era Maximilian Hahn, capo dello scouting del West Ham, noto per i suoi metodi basati sui dati. Tuttavia, il Bochum non è stato in grado di soddisfare le sue richieste economiche: il suo stipendio al club londinese supera i 200mila euro annui, ben al di sopra del budget attuale del Bochum. Un’altra opzione è Bernd Korzynietz, ex giocatore del Borussia Mönchengladbach e attuale osservatore del settore giovanile del Bayer Leverkusen. A differenza di Hahn, Korzynietz offre un approccio più umano e intuitivo. La sua candidatura – promossa, secondo le voci locali, proprio da Gronemeyer – riflette la ricerca del Bochum di un equilibrio tra la precisione dei dati e l’istinto umano. Anche l’ex attaccante Simon Zoller dovrebbe avere un ruolo importante, fungendo da ponte tra l’intelligenza artificiale e lo sviluppo dei giocatori. Insomma, al Bochum sicuramente credono nell’intelligenza artificiale, ma sempre filtrata dai valori umani.

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