Ci hanno fatto addirittura dei meme e dei reels parodia. Il rapporto tra l’Arsenal e i giocatori mancini negli ultimi anni si è fatto sempre più stretto. Ad Arteta piacciono moltissimo, anzi ne è praticamente ossessionato, dato che gli permettono delle soluzioni tattiche alternative. Basti pensare alla posizione, o meglio alla porzione di campo, coperta da Calafiori che in teoria dovrebbe fare il laterale sinistro di una difesa a quattro, ma spesso diventa una mezz’ala aggiunta in fase di costruzione e in non possesso va a prendere l’avversario tra le linee di centrocampo e attacco. L’amore per questi tipi di giocatori Arteta se lo porta dietro da tempo.
Tutto nasce da Pablo Marí. Il centrale della Fiorentina all’Emirates si ricorda poco, giusto 22 presenze tra il 2020 e il 2022, non proprio una traccia memorabile nella centenaria storia dell’Arsenal. Eppure, il suo arrivo è un turning point nella costruzione dei Gunners da parte di Arteta. Un po’ perché è stato il primo acquisto, un po’ perché ha lanciato un trend, proprio quello dei mancini. Fin dal suo arrivo, nel dicembre 2019, il manager spagnolo aveva chiesto un difensore con il sinistro come piede forte.
Trovandosi bene, Arteta ci ha preso gusto, prendendo Gabriel Magalhães, Kiwior, Calafiori e Hincapié, tutti mancini. Come analizzato dal giornale britannico The Telegraph, dei 30 giocatori di movimento arrivati all’Arsenal sotto la sua gestione, 13 (il 43%) sono mancini. Una percentuale sproporzionata, considerando che solo il 27% dei calciatori dei top 5 campionati europei è mancino. Ovviamente i biancorossi sono la squadra che ne conta di più e volendo Arteta potrebbe divertirsi in allenamento a creare una partitella mancini contro destri.
L’allenatore ha sempre definito questo rapporto «un buon equilibrio, raggiunto dopo tante riflessioni». Insomma, una strategia chiara e ricercata nel corso delle ultime sessioni di mercato. Ok, ma i vantaggi? Oltre alla possibilità di schierare sulla fascia destra giocatori che possano rientrare per tentare il cross o il tiro, bisogna ricordare le soluzioni in più sui calci d’angolo e sulle giocate in profondità. Un difensore centrale mancino, schierato sul lato sinistro, è poi in grado di eseguire passaggi che aprono meglio il campo rispetto a un destro nella stessa posizione.
Concetti che Arteta ha ereditato da Guardiola, di cui è stato assistente al Manchester City. «Rende la nostra costruzione più veloce, non perché gli altri non possano farlo, ma perché è l’unico difensore centrale mancino» aveva detto il coach catalano nel 2020 a proposito di Laporte. Dalle parti di Colney, sede del training centre dell’Arsenal, quella dei mancini sta diventando un’ossessione, tanto che gli allenatori dell’academy hanno ricevuto l’incarico di sviluppare specificamente difensori centrali mancini. Un imput che ha portato anche alla riconversione di alcuni giovani giocatori durante la loro crescita nel vivaio.
Di piedi sinistri, scorrendo la rosa, se ne trovano tantissimi: Ødegaard e Merino a centrocampo, Saka e Noni Madueke sulle fasce. Ødegaard gioca principalmente sul lato destro della mediana, dove può combinarsi con Saka e accentrarsi sul suo piede forte. Anche Saka ama convergere da destra verso la trequarti. «Quando hai un piede dominante – ha ricordato Arteta – sei più orientato a cercare certi passaggi in determinate direzioni. Il modo in cui il pallone arriva in area cambia a seconda che tu abbia un piede naturale o invertito. Ci sono connessioni particolari e la profondità con cui puoi giocare dipende da quanto è dominante il tuo piede». Anche i giovani più interessanti che tra il 2024 e il 2025 hanno trovato minuti in prima squadra, Nwaneri, Lewis-Skelly e Dowman, sono tutti mancini. Per Arteta è solo una coincidenza, ma è difficile credergli considerando quanto insiste con gli allenatori del settore giovanile.
Certo, le skills dell’Arsenal che risplendono sono altre. Due esempi su tutti: la straordinaria efficacia sulle palle inattive (17 reti nella scorsa Premier League) e una solidità difensiva impreziosita dalle super prestazioni di Raya, molto bravo e veloce anche ad inizio azione. In pochi guardano alla presenza di così tanti piedi sinistri ma nella squadra più “mancina” d’Europa, è innegabile che gran parte dell’equilibrio e della fluidità di gioco passi proprio dalle caratteristiche tecniche di questi calciatori. La strana “ossessione” di Arteta ha decisamente funzionato.