Un anno fa, per chi non lo ricordasse, il Bordeaux ha fatto una brutta fine. E la situazione non è migliorata, anzi: dopo essere stato travolto da una crisi economica che ha determinato la retrocessione in quarta divisione, il club girondino non è riuscito a centrare la promozione. E ora deve fare fronte a una nuova tappa piuttosto complicata: il 27 maggio prossimo, infatti, il tribunale francese si pronuncerà sulla fattibilità del piano di prosecuzione presentato dalla società. Il problema è che i debiti accumulati durante la gestione di Gérard Lopez, che detiene ancora la maggioranza delle quote del club, sono e resteranno giganteschi: secondo L’Équipe, che ha visionato alcuni dei documenti inviati ai creditori e al tribunale, il disavanzo collettivo è pari a 94 milioni di euro. Una quota che potrebbe ridursi in maniera significativa, pare infatti che Lopez riuscirà a iniettare 40 milioni di euro, ma i problemi rimarranno enormi. Anche perché, di fatto, il Bordeaux deve dei soldi praticamente a chiunque.
Sempre secondo L’Équipe, infatti, tra i creditori del Bordeaux ci sono la catena di alberghi Mercure, l’azienda di raccolta dati Stats Perform, ovviamente i club che hanno ceduto i loro giocatori ai girondini (l’Amiens, l’AEK Atene, la Dinamo Batumi, il Guingamp, il Lille). E non solo: negli ultimi anni anche le attività più basilari sono state portate avanti in assenza di pagamenti regolari. E quindi il Bordeaux, citiamo testualmente il quotidiano francese, deve dei soldi a diverse società di trasporti, ad alcune stazioni radio, agli studi legali che hanno seguito le controversie giudiziarie, ad alcune farmacie, a una panetteria, ai viticoltori della zona. E fa sorridere, ovviamente in modo amaro, pensare che qualche anno fa furono proprio i produttori di vino del Médoc a mobilitarsi per cercare di evitare il fallimento del club.
Il problema vero è che i debiti con queste aziende sono “collaterali”: il Bordeuax, infatti, deve restituire prima undici milioni di euro a Bordeaux Métropole, l’istituzione intercomunale che governa la città e il suo hinterland, poi altri cinque alla Direzione generale delle finanze pubbliche, ancora altri cinque a un fondo di investimenti americani, tre milioni all’ente previdenziale URSSAF Aquitania. Ecco, queste sono le situazioni più complicate e più urgenti, quelle che Lopez e i suoi contabili dovranno assolutamente risolvere entro il prossimo 27 maggio. In seguito, eventualmente, si potrà pensare anche ad albergatori, panettieri e produttori di vino. Purtroppo per loro, l’unica cosa che possono – e che gli conviene – fare è aspettare.