Migliorare in Serie A

Da Romagnoli a Bernardeschi e Falque, chi sono i giocatori del campionato che sono migliorati di più in questa prima parte di stagione.

Con il campionato che riprende, abbiamo voluto analizzare i giocatori che, in questo primo scorcio di stagione, hanno migliorato il proprio rendimento rispetto al 2015/16. Abbiamo perciò costruito un ipotetico top 11 di most improved players, schierato con un 4-3-3 offensivo ma equilibrato. Il criterio è stato quello di selezionare un giocatore per squadra, basandoci su dati statistici, continuità nelle prestazioni, impatto delle stesse sui risultati dei rispettivi collettivi.

Portiere – Etrit Berisha (Atalanta)

Dopo tre stagioni e 60 presenze con la Lazio (durante le quali si era comunque costruito una più che discreta fama di pararigori), per Etrit Berisha il passaggio all’Atalanta sembrava essere il preludio all’ennesima annata da dodicesimo. Tanto più che il rivale era il promettente Sportiello, una delle poche note liete del 2015/16 bergamasco. E, invece, le incomprensioni tra quest’ultimo e Gasperini gli hanno spalancato le porte della titolarità. Il suo merito? Farsi trovare pronto quando è stato chiamato in causa, recitando un ruolo da assoluto protagonista in questo strepitoso inizio di stagione dei nerazzurri: primo portiere della Serie A per numero di volte con la porta inviolata (cinque, a pari merito con Skorupski e Donnarumma), secondo per rendimento assoluto in relazione alle presenze (dietro solo a Szczesny) e 15 punti su 27 disponibili raccolti da quando ha preso posto tra i pali. Con la partita contro il Napoli che rappresenta il suo personale capolavoro.

La positiva prova di Berisha contro il Napoli

Terzino destro – Dusan Basta (Lazio)

Nella nuova e coraggiosa Lazio di Simone Inzaghi che ha (ri)scoperto il piacere del gioco sugli esterni grazie alla ritrovata verve di Keita e Felipe Anderson, il ruolo di Dusan Basta è fondamentale. E non solo perché, banalmente, è quello che agisce in copertura dal lato del brasiliano (che, a dispetto delle due azioni difensive di media a gara, continua ad avere qualche problema in fase di non possesso); con lui in campo, il tecnico biancoceleste può agilmente variare in corsa l’assetto difensivo a seconda delle varie fasi della partita. Contro il Napoli, per esempio, non è stato raro vederlo agire da centrale difensivo per fronteggiare, anche in campo aperto, le iniziative in uno contro uno di Lorenzo Insigne. Più in generale, comunque, dal punto di vista tattico, Basta è stato il più delle volte impeccabile: cinque azioni difensive di media (17 intercetti e 18 interventi decisivi), 45% di successo nei tackles (36% lo scorso anno) che diventa 43 quando si parla di duelli aerei. Tanta quantità unita a una discreta dose di qualità, come dimostra l’assist per la rete di Cataldi contro l’Atalanta.

Assist di Basta, gol di Cataldi

Centrale destro – Raúl Albiol (Napoli)

L’unico del pacchetto difensivo del Napoli a essere in grado di costruire l’azione dal basso, ponendosi come fonte di gioco alternativa nelle giornate di scarsa vena del tridente di centrocampo. Il passaggio dal 53% della scorsa stagione all’attuale 44% nell’uno contro uno (5/16 nei contrasti, 11/19 sui palloni alti) è un dazio che il tecnico è più che volentieri disposto a pagare a fronte dell’89% di precisione nei passaggi comprensivi di 6.5 long balls tentati a partita. E il fatto che, in sei presenze prima dell’infortunio, i key passes fossero ben quattro è l’ulteriore dimostrazione della bontà dell’assunto. Tanto più che Albiol il suo mestiere lo sa fare: in sette azioni difensive di media gli errori sono stati praticamente azzerati. In più il dettaglio statistico che ne certifica l’indispensabilità anche in non possesso: con lui in campo, tra campionato e Champions League, il Napoli ha incassato meno gol (8), rispetto a quando è mancato (12).

Centrale sinistro – Alessio Romagnoli (Milan)

Una stagione di apprendistato, badando a non farsi schiacciare dalla pressione dei 25 milioni che era costato. Poi la rinascita personale e di squadra: il numero di azioni difensive di media è rimasto invariato (nove, sesto assoluto tra i centrali difensivi della Serie A), ad aumentare in maniera esponenziale è stata la percentuale di successo nel confronto con l’avversario diretto (dal 52 al 65%, quarto a pari merito con Acerbi nella speciale classifica), con 13 tackles su 22 andati a buon fine e la consueta eccellenza sui palloni alti (63% di duelli vinti). Migliorata anche la personalità in fase di costruzione: è tra i rossoneri a toccare più palloni in assoluto (52.5 di media a partita) con una pass accuracy dell’87% (terzo difensore del campionato dopo Koulibaly e Acerbi. Dettaglio non da poco per chi prova il lancio lungo quasi tre volte a partita.

Terzino sinistro – Alex Sandro (Juventus)

Ad inizio ottobre era emersa una significativa statistica in base alla quale Alex Sandro risultava essere il primo giocatore della Juventus per contrasti, dribbling tentati, recuperi, cross e occasioni create. A naso, un mese e mezzo dopo, la situazione non è cambiata molto, anche perché il brasiliano ha disputato tutte le 12 partite fin qui in calendario (la scorsa stagione era a 5/12): le chance create sono diventate 30 (2 assist e 28 passaggi chiave; l’anno scorso si era fermato rispettivamente a 3 e 38), la percentuale di successo nei contrasti è arrivata al 39% (67% sulle palle alte), i recuperi sono 27 (il 45% delle cinque azioni difensive di media a partita) e siamo al 16/24 nell’uno contro uno in fase di possesso. Pensavate che dopo la sua prima stagione in bianconero uno così non potesse migliorare ancora? Beh, vi sbagliavate.

Alex Sandro e Dani Alves, la spinta sulle fasce della Juventus

Centrocampista centrale – Davide Di Gennaro (Cagliari)

Quando il 19 maggio 2008 Davide Di Gennaro fece il suo esordio in Seria A con la maglia del Milan, sembrava solo l’inizio della promettente carriera di quello che, nelle giovanili rossonere, aveva fatto parlare di sé come possibile erede di Andrea Pirlo. La storia e le stagioni successive, invece, hanno raccontato di un talento mai compiutamente espresso e di una serie di prestiti in Serie B. A Cagliari ha ritrovato la Serie A, distinguendosi come ottimo titolare di una squadra con ambizioni da metà classifica: una pass accuracy del 78% (buona se si considera che il 65% dei suoi tocchi è in verticale: ad oggi sono gli 3 assist e 14 i passaggi chiave) unita alla discreta attitudine in fase di non possesso (due azioni difensive di media e 12 intercetti in 8 presenze) e all’ottima qualità di calcio (62% di precisione) come dimostra la rete realizzata contro il Crotone.

La rete al Crotone

Mezzala destra – Valter Birsa (Chievo Verona)

Se chi ben comincia è a metà dell’opera, Valter Birsa con la doppietta all’Inter alla prima di campionato ha fatto intendere di voler disputare la miglior stagione della carriera. Migliore anche della precedente, almeno guardando alle statistiche: precisione nei passaggi passata dal 75 all’84%, così come la media dei confronti diretti vinti (dal 38 al 40%) e la shot accuracy (dal 49 al 50%). Senza contare che anche le 62 occasioni create nel 2015/2016 (7 assist e 55 key passes) possono essere tranquillamente superate: a un terzo di campionato, infatti, siamo a quota 3 assist e 22 passaggi chiave, disputando 12 partite su 12. Qualità e quantità (8 intercetti e 4 recuperi difensivi fino ad ora, oltre ad essere stabilmente tra i primi 10 centrocampisti del campionato per continuità di rendimento) al servizio di una squadra solida e concreta come quella di Rolando Maran.

Pronti, via: i due gol all’Inter

Mezzala sinistra – Diego Laxalt (Genoa)

Terzino sinistro o interno di un centrocampo a tre, esterno a tutto fascia o terzo d’attacco nel 3-4-3. Da quando è a Genova sponda rossoblù, non c’è ruolo che Diego Laxalt non abbia ricoperto. E non potrebbe essere altrimenti per un giocatore che ha fatto della duttilità il suo punto di forza. Con Juric sembra essere arrivato il momento dell’esplosione definitiva: Laxalt è un autentico uomo a tutto campo, in grado di garantire un elevato standard di rendimento in entrambe le fasi. Le 15 occasioni da rete create (2 assist e 13 passaggi chiave: l’anno scorso si fermò a 31), unite alle tre azioni difensive di media (26 recuperi decisivi e 11 intercetti), lo rendono insostituibile nello scacchiere tattico. Tanto più che anche in fase di costruzione si dimostra ordinato e preciso: 81% di pass accuracy (75 nel 2015/2016) con un perfetto rapporto di 50/50 tra orizzontalità e verticalità delle giocate. C’è da migliorare, invece, in fase di conclusione: la shot accuracy è precipitata dal 40% dell’anno scorso all’attuale 20 e l’unica realizzazione stagionale resta quella realizzata alla prima giornata contro il Cagliari. Ma, probabilmente, è il giusto prezzo da pagare da chi si trova praticamente ovunque sul terreno di gioco.

Prima giornata, gol contro il Cagliari

Ala destra – Iago Falque (Torino)

Prima che Belotti e Ljajic si prendessero definitivamente il proscenio, il sorprendente Torino di Mihajlovic aveva un solo deus ex machina: Iago Falque. Che, poi, non sarebbe nemmeno giusto parlare al passato: lo spagnolo, infatti, sta proseguendo sulla falsariga di un inizio di stagione clamoroso: non tanto dal punto di vista offensivo (5 gol, 3 assist, 16 passaggi chiave) quanto, piuttosto, per la sua capacità di essere il vero e proprio regista offensivo della squadra: tutti le azioni più importanti passano dai suoi piedi (36.3 passaggi a partita, pass accuracy dell’84%), tanto più in relazione alla sua abilità ad agire tra le due linee di centrocampo e attacco, talvolta arretrando alla ricerca di palloni giocabili. E non è un caso che, nelle tre occasioni in cui era assente, i granata abbiano raccolto appena due punti sui nove disponibili contro Milan, Pescara e Udinese.

Recupero palla, corsa e gol contro la Fiorentina

Ala sinistra  – Federico Bernardeschi (Fiorentina)

Continuità nelle prestazioni. Di questo aveva bisogno Federico Bernardeschi dopo le due prime stagioni di Serie A. Il fatto che, nelle 11 partite disputate in questo inizio di stagione, abbia già superato il numero di marcature complessive in carriera (4 con una shot accuracy passata dal 35 al 50%), indica come il processo di maturazione sia a buon punto. Anche dal punto di vista tattico, come dimostrano le due azioni difensive di media a partita (8 intercetti e 9 recuperi) e la capacità di lettura della singola situazione in fase di possesso palla (poco meno dell’80% di precisione nei tocchi, con una pressoché perfetta eguaglianza tra orizzontalità e verticalità delle giocate). Il resto è il consueto campionario di skills offensive  quando si tratta di creare la superiorità numerica sull’esterno (salta il diretto avversario nel 55% dei casi) o di facilitare l’inserimento dei compagni in zona gol (1 assist e 13 passaggi chiave fin qui).

La larga vittoria della Fiorentina a Cagliari, con doppietta di Bernardeschi

Punta centrale – Edin Dzeko (Roma)

Con la decisiva doppietta del San Paolo, Dzeko era arrivato a quota sette reti in otto partite e si era segnalato come l’attaccante che aveva tirato in porta di più e meglio rispetto ai suoi colleghi (quasi 6 conclusioni di media con una precisione del 56%). Ad oggi la shot accuracy è rimasta invariata, mentre i gol sono diventati 10 in 12 giornate, eguagliando il record di Batistuta sempre a segno nei primi 10 turni. Senza contare, poi, i 2 assist e i 14 passaggi chiave a favore dei compagni. Numeri inequivocabili e che fanno del bosniaco il primo attaccante della Serie A per continuità di rendimento, conclusioni (67), precisione delle stesse e duelli vinti con il marcatore diretto (80), oltre che il terzo, dietro a Zapata e Borriello, per azioni difensive (due di media a partita). La cura Spalletti ha funzionato a tal punto da riportare le lancette dell’orologio ai tempi fastosi di Wolfsburg, mandando nel dimenticatoio le difficoltà e le facili ironie di un 2015/16 che, adesso, sembra lontanissimo.

 

Nell’immagine in evidenza, Iago Falque esulta dopo la rete alla Fiorentina (Valerio Pennicino/Getty Images)