Quali sono gli imperi sportivi più ricchi del mondo?

A dominare sono quelli che possiedono le franchigie americane.

A Palermo, in questi giorni, l’entusiasmo è difficile da contenere. E non solo per la promozione in Serie B, conquistata il 12 giugno dopo la finale playoff vinta contro il Padova, battuto 1-0 sia all’andata che al ritorno: appena si è cominciata a spargere la voce di un interessamento per il club rosanero da parte del City Football Group, in città hanno cominciato a sognare a occhi aperti. Perché dopo l’incubo del fallimento di quattro anni fa, il Palermo potrebbe essere acquistato da una delle multiproprietà calcistiche più ricche al mondo. Per la precisione, il City Football Group è una holding company, ovvero una società finanziaria, istituita con l’obiettivo di supervisionare la creazione e lo sviluppo di una rete di club collegati tra loro, e sotto la guida – ovviamente – del Manchester City. In totale sono dieci i club che fanno parte del gruppo: oltre al Manchester City ci sono New York City (Usa), Melbourne City (Australia), Yokohama Marinos (Giappone), Torque (Uruguay), Girona (Spagna), Lommel (Belgio), Troyes (Francia), Sichuan Jiuniu (Cina) e Mumbai City (India), più altri due società (il Vannes in Francia e il Bolivar in Bolivia) che sono entrati nella holding senza però cedere le proprie quote.

Si tratta di un vero e proprio impero calcistico, che si pone diversi obiettivi: l’espansione a livello globale del marchio City attraverso la distribuzione dei prodotti ufficiali sui mercati esteri, la massima valorizzazione dei diritti di trasmissione tv e replica, oltre ai tour estivi da organizzare in giro per il mondo. Ma non solo. A spiegare i motivi che spingono il City e altre conglomerate ad attuare questa strategia è stato Paul Conway del Pacific Media Group, consorzio concorrente del CFG perché proprietario del Barnsley (club di Championship), dell’Ostenda (squadra della prima divisione belga) e del Thun (società svizzera): «Chi acquista più club può creare sinergia commerciale, nel senso di accordi internazionali e trasversali con gli sponsor, che quindi investono di più, e in mercati diversificati su scala globale; può creare sinergia interna, ovvero la possibilità di avere una dirigenza centralizzata e quindi di ridurre i costi del personale; può sfruttare il vantaggio derivato da quest’ultimo punto, ovvero una maggiore uniformità della strategia tecnica ed economica; infine, alla fine di questo ciclo, se le cose sono state fatte bene, può registrare un miglioramento armonico delle prestazioni calcistiche dell’azienda».

Questi obiettivi, in ogni caso, non sono propri soltanto del City Football Group, ma trasversali a tutte le multiproprietà. Che vanno ben oltre il calcio. Per farsi un’idea della rilevanza economica del settore e di questo tipo di business, basta pensare che quello del City è solamente il decimo impero sportivo più ricco al mondo, con un valore complessivo di cinque miliardi di dollari, secondo una classifica stilata dalla rivista Forbes. Al primo posto, con un valore di 17,20 miliardi di dollari, si trova la Liberty Media, società di comunicazione che nel 2017 ha acquistato i diritti della Formula Uno da Bernie Ecclestone, riuscendo a rivitalizzare l’intero Circus. Ma la compagnia non è attiva solamente nella gestione commerciale dell’automobilismo: possiede infatti anche un club di Major League Baseball (MLB), gli Atlanta Braves. Al secondo posto si trova la Kroenke Sports & Entertainment, vale a dire i proprietari di un’altra squadra inglese: l’Arsenal. Oltre ai Gunners però il presidente Stan Kroenke possiede anche i Los Angeles Rams nella National Football League (NFL), i Colorado Avalanche nella National Hockey League (NHL) e i Denver Nuggets in NBA, per un patrimonio totale dal valore di 10,54 miliardi.

Il resto della classifica, come si percepisce chiaramente, resta appannaggio degli sport americani: ai piedi del podio, tra il quarto e il sesto posto della classifica di Forbes, ci sono i gruppi di Jerry Jones (proprietario dei Dallas Cowboys, franchigia NFL, e valore complessivo di 8,8 miliardi di dollari), il Madison Square Garden Sports (che gestisce i New York Knicks e i New York Rangers, valore complessivo di 7,8 miliardi di dollari) e la Yankee Global Enterprises (che detiene le quote degli Yankees e una parte delle quote dei New York City FC, in sinergia col City Football Group, valore complessivo di 6,8 miliardi di dollari).   Sport americani e Premier League si mischiano anche nella Fenway Sports Group, al terzo posto con 9,81 miliardi: Liverpool, Boston Red Sox (MLB) e Pittsburgh Penguins (NHL). Per trovare un’altra squadra di calcio – sempre di Premier League – bisogna arrivare fino all’ottavo posto (5,84 miliardi di dollari) e alla famiglia Glazer, proprietaria del Manchester United, così come dei Tampa Bay Buccaneers in NFL.