Con Haaland e Núñez, il duello tra Manchester City e Liverpool sarà ancora più siderale

I due centravanti più forti e di prospettiva cambieranno la fisionomia delle squadre simbolo della nostra epoca.

A scuola la Guerra Fredda viene insegnata come una specie di bisticcio continuo e reciproco tra due superpotenze. E la cosiddetta “corsa allo spazio” sublimava in maniera perfetta tutta la faccenda: l’Unione Sovietica lancia il primo satellite artificiale, allora gli Stati Uniti creano la NASA; l’Unione Sovietica manda Jurij Gagarin nello spazio, allora Neil Armstrong deve mettere una bandiera a stelle e strisce sulla superficie lunare. Ovviamente c’era molto di più e molto altro in quel pezzo di Storia, ma non è poi così lontano dalla realtà. Così come non è così lontano dalla realtà raccontare gli annunci di Erling Haaland al Manchester City e Darwin Núñez al Liverpool allo stesso modo, fatte le dovute proporzioni tra cose importanti e cose meno importanti. D’altronde Manchester City e Liverpool sono le due superpotenze di quest’epoca calcistica, sono due squadre lanciate in una specie “corsa al talento” che non si può ridurre solo a una disponibilità di spesa inarrivabile per la stragrande maggioranza concorrenza, alle squadre che non sono il Manchester United, il Chelsea, il Real Madrid, il Bayern Monaco: farlo non renderebbe onore alla programmazione, al percorso di crescita e allo spirito di rinnovamento e di aggiornamento che le muove. Dopo l’ennesima battaglia incredibile in Premier League, entrambe le squadre aggiungono un nuovo giocatore fortissimo alla rosa: Haaland e Núñez sono destinati ad alimentare il fuoco di una rivalità già viva ma che non aveva mai avuto un antagonismo così cinematografico tra due centravanti, cioè la più avvincente forma di contesa possibile su un campo da calcio. Il confronto tra i migliori giocatori, Salah vs De Bruyne, o tra i migliori difensori, Ruben Dias vs Van Dijk, o tra i terzini più tecnici del mondo Cancelo vs Alexander-Arnold, non saranno niente paragonati alla miglior versione possibile di Haaland vs Núñez.

Il fatto che entrambi siano centravanti moderni ma grossi, forti fisicamente e alti, quindi con un fisico che andrebbe bene anche per un centravanti statico del passato, è un altro dettaglio rilevante di questa storia. Nel calcio che ha cambiato la fisionomia e i compiti dell’attaccante, gli allenatori di Manchester City e Liverpool sono quelli che più di tutti hanno mostrato al mondo che in quella porzione di campo centrale e profonda poteva anche esserci un corpo piccolo, esile, agile, o non esserci nessun corpo, dopotutto «il nostro centravanti è lo spazio» (cit.). Pep Guardiola e Jürgen Klopp sono quelli che hanno portato ai massimi livelli il concetto di una linea d’attacco fluida, dinamica, costruita attorno a giocatori fulminei come Sadio Mané, Raheem Sterling, Phil Foden, Mohammed Salah. E ha funzionato decisamente bene: solo nell’ultima Premier League il City ha segnato 99 gol, il Liverpool 94 – sono il sesto e il nono attacco più prolifico più nella storia del campionato su singola stagione – senza avere un mangia palloni in area di rigore che segni il 40% dei gol della squadra.

Erling Haaland e Darwin Núñez sono una novità nelle loro squadre, sono un segnale di cambiamento, il messaggio di chi ha accettato di dare un nuovo assetto al suo attacco. Sempre più spesso le difese sono abituate a difendere in situazioni di costante movimento, sapendo che l’area di rigore sarà attaccata dagli inserimenti di chi taglia dall’esterno o di centrocampisti che allungano la corsa da lontano. «Il calcio d’élite è popolato da figure leggere, quasi elfiche», ha scritto Rory Smith sul New York Times. Haaland invece è enorme e si muove con la stessa velocità degli altri; Darwin Nuñez non è così alto ma ha un telaio massiccio che porta a spasso con grande facilità, Klopp lo ha definito «potente», restituendo l’idea di un’unione privilegiata di forza e velocità e agilità. Due freak atletici che devono solo scoprire di poter fare quello che già fanno altri attaccanti, solo con più centimetri e più chili da sfruttare. «Quello che Guardiola e Klopp hanno individuato nei loro nuovi attaccanti, quindi, è un vantaggio competitivo: solo una manciata di squadre possiede un centravanti potente di alta qualità, solo una o due ne hanno uno che non è già nell’autunno della carriera. Forse questo è il prossimo passo nell’evoluzione degli stili di entrambi gli allenatori: il riutilizzo delle vecchie virtù per adattarsi al nuovo gioco», scriveva qualche giorno fa Ryan O’Hanlon su Espn.

Un attaccante così ci starebbe proprio benissimo nel Liverpool, e in qualsiasi altra squadra

La parte più bella di questi due acquisti, che sembrano e sono due finestre un mondo nuovo, o almeno un po’ diverso dal passato, è che prima di ogni filosofia e di ogni congettura hanno un aspetto estremamente concreto e intuitivo. Le due squadre più competitive del campionato più competitivo del mondo hanno portato a casa i migliori giovani centravanti di questo momento, almeno tra quelli disponibili. Non si dovrebbe ridurre tutto ai numeri, però Núñez ha segnato 48 gol in 85 presenze nelle su due stagioni al Benfica, 34 punti in 41 partite nel 2021/22, compresi sei in dieci gare di Champions League; Haaland è fuori da ogni parametro con i suoi 86 gol in 89 partite con il Borussia Dortmund, ed è uno che nella sua brevissima carriera ha segnato 23 gol in sole 19 presenze in Champions League.

Inserire due macchine da gol di questo livelli in sistemi offensivi già ampiamente collaudati deve per forza essere motivo di curiosità, di eccitazione, ben prima di ogni valutazione. Poi è vero che l’adattamento a grandi squadre così esigenti non è scontato. Il Liverpool ha perso Mané, e in passato ha sfruttato poco Divock Origi, ovvero un attaccante con un fisico paragonabile a quello di Núñez. Però l’attaccante uruguagio ex Benfica è capace di rendersi utile a tutto campo, quindi lui e il Liverpool si sono scelti con tutte le buone premesse del caso: l’esito di questo matrimonio è un discorso successivo che dipenderà da una quantità infinita di variabili, alcune non ancora presenti. Per Guardiola, Haaland rappresenta semplicemente la missione tattica più difficile della sua carriera. Perché non è né Leo Messi né Zlatan Ibrahimovic, non è né Agüero né Gabriel Jesus. È un attaccante mai visto prima nelle mani di Pep ed è anche un attaccante mai visto prima nel calcio mondiale, quindi non sappiamo quando e quanto sarà pronto per stare nella squadra più sofisticata in circolazione. Però già si intuisce – come fa anche Sam Lee su The Athletic – che mettere il norvegese in un’area con i rifornimenti arcuati di João Cancelo, i traccianti di De Bruyne, le intuizioni avanzatissime di Bernardo Silva e Foden, perfino i lanci oltre la difesa di Ederson, potrebbe diventare un’equazione irrisolvibile per le difese.

L’abbiamo già scritto, ma per fissare certe cifre è meglio ripetersi: questi 23 gol sono arrivati in 19 partite

Allora l’arrivo di Núñez sulle rive del Mersey e di Haaland su quelle dell’Irwell è anche un altro pezzo e un’altra prospettiva di quella rivalità non tossica e non ostile, sportiva e basta, tra due dei più grandi allenatori del momento. Guardiola e Klopp hanno sistematizzato la superiorità tecnica, tattica, fisica e anche psicologica su un campionato che sembrava non poter avere padroni. Con loro è nata una specie di diarchia – anche se Guardiola potrebbe avere da ridire, dopo il quarto titolo in cinque stagioni – apparentemente inscalfibile. In questi anni si sono sfidati, si sono rubati idee e schemi, si sono stimati e hanno offerto lo spettacolo più bello dai tempi delle sfide epiche nel Clásico tra Real Madrid e Barcellona degli anni Dieci. L’aggiunta di due mostri di potenza e potenziale per il loro attacco è già di per sé una storia bellissima che deve ancora essere scritta. È la dimostrazione che non puoi sederti e aspettare che le tue idee vincenti continuino a esserlo per sempre, neanche se ti chiami Guardiola o Klopp. Devi aggiornarti, cambiare, preparare sempre qualcosa di nuovo, diverso, migliore. Adesso hanno deciso che il prossimo round si combatte alla vecchia maniera, con i muscoli al centro dell’attacco. Ed è la notizia più bella dell’estate.