La Masia ha ricominciato a funzionare

Xavi sta lanciando tantissimi giovani nel suo Barcellona: l'ultimo, in gol all'esordio, si chiama Marc Guiu.

L’articolo di El País sulla vittoria del Barcellona contro l’Athletic Bilbao (1-0) si intitola “El Barça vive de La Masia”. È una frase enfatica, tipicamente giornalistica, ma in questo caso restituisce una verità fattuale: la squadra di Xavi, priva di molti infortunati – Lewandowski, Koundé, De Jong, Lamine Yamal, Pedri, Sergi Roberto – e imbrigliata dagli avversari, è riuscita a vincere grazie al gol segnato da Marc Guiu, attaccante 17enne cresciuto nel vivaio del club catalano e andato a segno nella sua prima gara in assoluto con la squadra senior. Tra l’altro, per chi non l’avesse visto, stiamo parlando di un gol di buonissima qualità: João Félix ha ricevuto un pallone tra le linee, ha sentito più che visto il taglio profondissimo di Guiu e l’ha servito perfettamente sulla corsa; il giovanissimo attaccante del Barça ha controllato benissimo la palla e ha battuto il portiere avversario con un diabolico tocco in diagonale, tutto senza perdere velocità, tutto in bello stile.

Ora non sappiamo come andrà la carriera di Marc Guiu: abbiamo visto troppo poco per poter gridare al nuovo gioiello blaugrana, persino i numeri a livello di squadre filiali – sette presenze e due gol in Youth League, due sole apparizioni con il Barça B in Primera Federación, la terza divisione della piramide calcistica spagnola – sono ancora troppo bassi per poter dare un giudizio anche solo abbozzato, sul suo conto. La sua apparizione, però, conferma un trend piuttosto chiaro negli ultimi anni: la Masia ha ripreso a essere efficiente, quantomeno nel fornire alternative valide alla prima squadra. È una notizia importante, se consideriamo che il settore giovanile del Barcellona, dopo l’irripetibile infornata di talenti dei primi anni Duemila (Messi, Xavi, Busquets, Iniesta e Puyol, tanto per gradire), aveva un po’ rallentato. Fino quasi a fermarsi del tutto.

Basta guardare la rosa di Xavi, per capire di cosa parliamo: al netto di Guiu, che vista la situazione possiamo considerare come un giocatore aggregato alla prima squadra causa emergenza, in questa stagione il tecnico del Barça ha offerto minutaggio a Gavi, Baldé, Lamine Yamal, Fermín López, tutti formatisi nella Masia. A questo elenco vanno aggiunti anche Oriol Romeu e Sergi Roberto, che hanno 32 e 31 anni ma sono effettivamente cresciuti nel vivaio catalano. E non è tutto: nella sua prima stagione e mezza sulla panchina del Barça, Xavi ha fatto esordire anche Ferran Jutglà, Ilias Akhomach, Álvaro Sanz, Estanis Pedrola, Chadi Riad, Mika Marmol, Marc Casadó. Senza parlare del caso relativo ad Ansu Fati, esploso da teenager (e prima dell’arrivo di Xavi) proprio come Lamine Yamal e ora prestato al Brighton per provare a rimettere in moto la sua carriera dopo una sequenza impressionante di infortuni.

Ora è chiaro che non tutti i nuovi calciatori costruiti nella Masia si affermeranno nel Barcellona. Anzi, alcuni di quelli utilizzati da Xavi hanno già lasciato la Catalogna. Ma resta il fatto che la prima squadra blaugrana ha ripreso a contare sulla forza lavoro proveniente dall’interno, e quindi può pensare di non rivolgersi più in modo intensivo al mercato in entrata – come fatto nella seconda metà degli Anni Dieci e all’inizio degli Anni Venti. Proprio questo è un altro aspetto di cui tener conto, e che solleva un inevitabile dubbio: Xavi e la dirigenza di Laporta hanno ricominciato a pescare dal settore giovanile perché la società è ancora immersa in una profondissima crisi economica oppure perché ci credono davvero? La risposta a questa domanda, molto probabilmente, è che al Barça stiano facendo di necessità virtù in attesa di risolvere i problemi del bilancio. Solo che hanno un buon paniere di calciatori da cui pescare, è evidente, dopo anni in cui persino la Masia faticava a produrre nuovi talenti.