Come ha fatto il City Football Group a portare il Girona in testa alla Liga?

È il secondo club più importante del gruppo, gioca nella Liga e offre grandi opportunità di mercato.

Le vere sorprese dei campionati europei vanno cercate in cima alle classifiche e non in coda, dove ci sono le squadre assemblate male, i giocatori di provincia e le vecchie glorie ormai bollite. Quest’anno chi vuole attirare l’attenzione deve correre più di tutti e dare fastidio all’aristocrazia del gioco. In Ligue 1 al primo posto, davanti al Paris Saint-Germain, c’è il Nizza di Farioli, ancora imbattuto; in Bundesliga la capolista è il Bayer Leverkusen, la macchina perfetta di Xabi Alonso; in Liga è primo il Girona, al momento la miglior squadra della Spagna e della Catalogna, classifica alla mano. Sì, questa è una mera provocazione. Però è veritiera: la squadra di Míchel è prima di tutto bellissima da vedere, regala uno spettacolo ogni partita, ama alzare e abbassare il ritmo alternando le fasi di pressing, osare giocate difficili, dribbling, passaggi rischiosi, tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere godibile il calcio – e fanno pensare, a uno spettatore neutrale, che forse è davvero una buona idea accomodarsi sul divano e investire un’ora e mezza del proprio tempo libero per guardare un po’ di sport, nonostante le infinite alternative a disposizione. 

Il punto è che il Girona non è una favola, non è una cenerentola, e nessuna delle altre definizioni che si danno delle squadre piccole che ottengono qualcosa di grande e inaspettato. Perché, prima di essere la squadra che sta sfidando il duopolio di Real Madrid e Barcellona, almeno a inizio campionato, è una squadra del City Football Group: una galassia di 13 società, tra proprietà e partecipazioni minoritarie, che va dall’Europa all’Oceania, dall’America all’Asia. E il Girona è la seconda istituzione del network per importanza, quando la prima è ovviamente il Manchester City. In questo contesto, il club catalano ha il compito di accogliere i migliori giocatori del gruppo dopo quelli della squadra ammiraglia, cioè quelli che hanno bisogno di un ultimo test prima di poter lavorare con Pep Guardiola, oppure quelli che devono essere venduti sul mercato a cifre con molti zeri. 

Quella del Girona è una condizione privilegiata, che la rende la squadra più vicina al Manchester City tra quelle che appartengono al Manchester City. Anzi, il legame con la squadra inglese è molto più profondo di quanto non sembri, viscerale più che strutturale. Già nel corso della stagione 2015/16 il direttore sportivo Quique Cárcel aveva ammesso di avere «colloqui proficui con Txiki [Begiristain] ogni settimana». Poi nel 2017 Pere Guardiola, il fratello di Pep, aveva fondato il Girona Football Group – una società con sede nei Paesi Bassi – ed era diventato presidente del consiglio d’amministrazione del Girona Fútbol Club, ruolo che ricopre ancora oggi. Da poco la quota di Pere si è ridotta al 16%, mentre il CFG possiede il 48%. Ma in realtà Pere Guardiola aveva iniziato a trafficare con il club spagnolo già nel 2015, da consulente esterno, proprio con una spintarella del City Football Group. Era stato lui a programmare gli arrivi in Catalogna di Nwakali, Sobrino e Lejeune, e poi di Pablo Maffeo, tutti in prestito dal Manchester City. Era parte del piano con cui Soriano, Begiristain e tutto il CFG stavano provando a convincere Guardiola a trasferirsi in Inghilterra. Ce l’hanno fatta, poi l’avventura di Pep a Manchester è andata piuttosto bene.

Non è un caso, quindi, che il club catalano non smetta di crescere da agosto 2017. Dopo le due stagioni d’esordio in Liga, la retrocessione del 2019 e il ritorno in Liga, nel 2022/23 fa il Girona ha gravitato intorno alla zona Europa per tutto il campionato, facendo saltare tutto in un finale di stagione da due punti in cinque partite. Quest’anno è al primo posto dopo un terzo di stagione, e la qualificazione per una delle coppe sembra ampiamente alla portata. Ma i risultati non sono solo sportivi. Il Girona è cresciuto in tutti i settori aziendali, superandosi in ogni parametro. In questa stagione ha battuto il record di abbonamenti, il fatturato di magliette e merchandising è cresciuto del 2.400% rispetto al 2015 – da circa 40mila euro a più di un milione di euro. E, cosa ancora più importante, rispetto al passato il coinvolgimento dei tifosi più giovani è molto più vivo e sentito: per la prima volta nella storia, la fanbase locale sembra più orientata a sostenere il Girona rispetto alle grandi superpotenze nazionali come Barcellona e Real Madrid. Al contrario, per le tifoserie organizzate, più legate alla storia e alla territorialità, l’investimento del City Football Group svuota il club della sua identità catalana per renderlo un asset freddo nelle mani di un proprietario straniero. 

Sávio è il giocatore più entusiasmante nella rosa del Girona: tra poco parliamo anche di lui (Alex Caparros/Getty Images)

Lo scorso aprile Taty Castellanos ha segnato quattro gol contro il Real Madrid in una partita di Liga, un evento che non si verificava da 76 anni. Quella singola prestazione ha attirato l’attenzione di tutto il mondo sull’attaccante argentino, e tutto il mondo ha potuto apprezzare un po’ di più la sua stagione da 14 gol in 37 partite. In estate Castellanos è stato venduto alla Lazio per più di 15 milioni di euro. È esattamente il tipo di affare che il Girona permette al City Football Group, più di tutte le altre società. Il gruppo di Abu Dhabi muove giocatori in tutti i continenti con le sue squadre: «Lo scouting e il reclutamento sono funzioni centrali del Cfg», ha detto Brian Marwood, direttore responsabile dell’area sportiva del City Football Group, alla Bbc. «Abbiamo 80 o 90 osservatori che lavorano in tutto il mondo, identificando giocatori di diversi livelli. E non è facile perché tutti i nostri club sono a livelli diversi».

Il valore di un network globale così ampio è proprio quello di poter spostare i giocatori con enorme facilità, testandoli a ogni grado di difficoltà, prima di capire se davvero c’è margine per portarli nella squadra più importante, in Premier League. Oggi nella rosa a disposizione di Míchel ci sono tre giocatori presi in prestito da altre squadre del City Football Group: Yan Couto e Yangel Herrera dal Manchester City, e Sávio dal Troyes. Sono probabilmente i tre cartellini di maggior valore nel portafoglio del gruppo emiratino, ovviamente se escludiamo la rosa del Manchester City. Questo perché il club spagnolo ha un vantaggio strutturale su tutte le altre squadre del network: la Spagna, ovvero la Liga. Il Girona gioca nel secondo campionato più importante del mondo, la miglior vetrina possibile al pari della Serie A – considerando che il CFG, ovviamente, non può comprare un’altra squadra in Premier League. Oltre alle opportunità commerciali e al margine di crescita che si intravedeva nelle possibilità del club, l’investimento del City Football Group nella cittadina catalana è legato alla possibilità di testare i giocatori nella massima serie spagnola. Una delle prime stime di mercato che è stata fatta prima di certificare l’acquisizione delle quote societarie diceva che il Girona avrebbe portato una crescita anno su anno del 20% nel mercato dei trasferimenti del gruppo di Abu Dhabi e che anche semplicemente spostare i giocatori per due anni in Liga – dai campionati più periferici – avrebbe portato un aumento del loro valore. In più, dal punto di vista sportivo, la Liga decadente di questi anni Venti permette a una squadra che ha cinque, sei, sette giocatori brillanti – o anche solo promettenti – e un gioco offensivo e strutturato di emergere, di farsi notare e crearsi uno status tutto nuovo in poco tempo. 

Nel 2019 il City Football Group aveva portato a Manchester il terzino sinistro spagnolo Angeliño. Il suo cartellino era stato acquistato già nel 2013 (quando Angeliño aveva 16 anni), poi girato in prestito al New York City e successivamente anche a Maiorca e al NAC Breda, poi venduto al Psv Eindhoven e infine riacquistato dal Manchester City per 12 milioni di euro. In estrema sintesi, ad Angeliño la Premier stava decisamente larga, quel trasferimento si è rivelato un passo troppo lungo e lui non è durato più di sei mesi: a gennaio 2020 è andato a Lipsia, dove ha avuto il picco della sua carriera, diventando un giocatore dominante sulla fascia sinistra per un paio d’anni. Se il Girona in quegli anni avesse avuto già lo status attuale, con un posto stabile nella parte alta del massimo campionato spagnolo, probabilmente Angeliño sarebbe rimasto “in casa”. In fondo è quello che è successo a un altro terzino come Yan Couto, acquistato diciottenne nel 2020 dal Manchester City e subito girato al Girona perché non avrebbe avuto spazio in prima squadra. Oggi Couto è uno dei giocatori del Giorna con maggiori probabilità di approdare al City, forse al pari di Sávio. Se non dovesse farcela, potrebbe essere venduto: così il suo passaggio nel grippo genererebbe un profitto economico. 

Al club catalano questa condizione di totale subalternità a una squadra più grande e ricca, che in un certo senso è un rapporto di dipendenza, conviene sotto molti punti di vista – nonostante il parere di alcuni tifosi. In fondo, per i blanc-i-vermells nel calcio industriale del XXI secolo ci sono solo due strade: rappresentare l’identità calcistica di una cittadina di poco più di centomila abitanti o legarsi a un brand globale per entrare nella filiera di produzione di un gruppo gigantesco – meglio se con un ruolo privilegiato in quella stessa filiera. Uno status che al momento nessuno dei satelliti del Manchester City potrebbe avere, almeno non oggi, mentre in futuro potrebbe esserci una potenziale concorrente del Girona. Recentemente il network del City Football Group si è ampliato, la campagna acquisti ha portato il Palermo nel portafoglio degli asset. L’obiettivo è la Serie A, per piazzare un avamposto in un altro dei migliori campionati europei, possibilmente consegnando un’altra squadra ai piani alti della classifica. Magari tra qualche anno ci si divertirà anche in Sicilia come si stanno divertendo oggi a Girona. Ammesso che piaccia questo giochino delle multiproprietà.