Francesco Gerardi
Simone Inzaghi è l’allenatore giusto per l’Inter?
Dopo Conte, serviva un tecnico in grado di adattarsi, e di distendere gli animi di tutti. Inzaghi potrebbe essere l'uomo perfetto, ma dovrà fare il salto di qualità per guidare il nuovo progetto nerazzurro.
Un anno di stadi vuoti
Ora che i tifosi stanno tornando, ci siamo resi conto di quanto sia stato diverso il calcio senza di loro.
Andriy Shevchenko, allenatore vero
Ha risollevato l'Ucraina dall'anonimato grazie a scelte radicali e a un gioco moderno. Così ha dimostrato di non essere solo un ex campione e un simbolo nazionale, ma anche un tecnico preparato.
Nuove idee dal passato per le coppe europee del futuro
La Super Lega è fallita, la nuova Champions proposta dalla Uefa non piace a nessuno. Per salvare il calcio dalla crisi, serve un po' più di fantasia o basta solo riannodare i fili della storia?
Cosa vi perdete a odiare ancora Neymar
È diventato il calciatore più decisivo al mondo, ma anche il più bello da veder giocare, senza rinunciare ai suoi eccessi, al suo stile unico e sfacciato.
Il sogno del grande calcio cinese è già finito?
Xi Jinping, leader supremo della Repubblica Popolare, aveva avviato un progetto titanico per rendere competitivi il campionato locale e la Nazionale: qualcosa, però, è andato storto.
Le mille carriere di Leonardo de Araujo
Calciatore e poi allenatore, dirigente, commentatore: ha girato il mondo e l'ha fatto sempre a modo suo, con stile e intelligenza, e con un atteggiamento da antipatico vincente.
È arrivato il momento di Max Verstappen?
La sua carriera in Formula 1, fondata su talento e precocità, è stata caratterizzata anche da critiche e contraddizioni. Ora, però, i tempi potrebbero essere maturi per capire se Lewis Hamilton avrà finalmente un vero rivale.
La pena di Prandelli è che non è riuscito a cambiare il calcio
Storia intima di un uomo complesso, che ha provato per anni a mettere l'etica e il fair play al centro del villaggio. E che alla fine si è arreso.
Cinema e calcio non vanno d’accordo?
Ci hanno provato in tanti, con esiti piuttosto dimenticabili. Forse perché le partite non sono per facili da sceneggiare, da immortalare con la macchina da presa e con i tempi del cinema.
Viktor Orbán, calcio e autoritarismo
Il primo ministro ungherese ha investito più di due miliardi di dollari nel suo sport preferito, soprattutto in stadi moderni e sovradimensionati: l'ha fatto per scopi propagandistici, per rafforzare la sua immagine, il culto della sua personalità.
Perché vogliamo che i calciatori facciano solo i calciatori?
Ibrahimovic a Sanremo dimostra che il posto di un calciatore non dovrebbe essere soltanto in campo.